Non profit
La vita, in laboratorio
Fa discutere la notizia del primo batterio interamente artificiale. Reazioni e commenti sui quotidiani di oggi
di Redazione

Obiettivi puntati su Craig Venter, il pioniere della genetica che dopo 15 anni di ricerche è arrivato alla creazione di un nuovo organismo
- La rassegna stampa si occupa anche di:
- IMMIGRAZIONE
- INFORMAZIONE
- SCUOLA
- GAY
- AMBIENTE
- MEDIO ORIENTE
Apertura in pompa magna sul CORRIERE DELLA SERA per la notizia che Craing Venter e Hamilton Smith hanno creato in laboratorio la prima forma di vita artificiale in grado di autoreplicarsi: si tratta di un batterio, in cui è stato inserito un dna sintetico, interamente creato in laboratorio dai due scienziati, peraltro gli stessi che tra il 1995 e il 2000 hanno mappato l’intero genoma umano. Il titolo è “Più vicini alla vita artificiale”, e accanto ci sono vari approfondimenti di commento sulle implicazioni filosofiche e morali più un editoriale affidato a Edoardo Boncinelli.
«Ci sono riusciti. Hanno ricreato la vita in laboratorio», comincia il pezzo di Mario Pappagallo. La cellula con Dna artificiale, costruito al computer, creata da Venter si chiama Mycoplasma mycoides JCVI-syn1.0 e «ottenerla è stato un lavoro tra fantascienza e bricolage». Tecnicamente è stato prodotto sinteticamente il dna di una cellula di un batterio, appunto il Mycoplasma mycoides (Venter ci era arrivato già nel 2007): ora questo dna sintetico l’ha modificato e poi inserito («o caricato, come si fa con il programma di un computer») in un’altra cellula batterica, privata del suo dna. Questo nuovo batterio, inesistente in natura, è stato capace di riprodursi. Il prossimo passo, che è poi l’obiettivo di Venter, è «creare forme viventi interamente costruite in laboratorio e programmate per specifiche funzioni», a cominciare dal batterio che mangia il petrolio o le alghe che assorbono l’anidride carbonica fino ai batteri che producono vaccini. Insomma, «un nuovo Eden progettato al computer», che «ridisegnerà i confini tra biologico e artificiale» e «il rapporto tra uomo e natura». Ci vorrà molto tempo, precisa Pappagallo, «prima che si arrivi a progettare al computer forme di vita, ma sembra inevitabile che prima o poi accadrà». Tra i commenti, mentre ufficialmente il Vaticano prende tempo, dicendo «aspettiamo di saperne di più», il teologo Bruno Forte esordisce innanzitutto con «la grande ammirazione per le capacità dell’intelligenza umana», poiché «con buona pace di chi pensa il contrario, l’atteggiamento di fondo della Chiesa verso la scienza è di attenzione e simpatia». A chi gli obietta che Venter ha creato la vita e quindi reso inutile Dio, dice che «la creazione teologica è ex nihilo, tutt’altra cosa». La sua preoccupazione è quella di chiedersi se ciò che è tecnicamente possibile è anche eticamente giusto. La risposta? «La dignità della persona umana. Se questa novità sarà utilizzata per difendere l’ambiente o migliorare le cure, sarà una scoperta eticamente valida», mentre se si volesse «creare una specie di Golem, sarebbe una mostruosità». Edoardo Boncinelli, nel suo commento, precisa che «l’ultimo esperimento di Craig Venter ha in verità più un’importanza teorica che pratica», visto che a far cambiare specie a un batterio inserendoci il Dna di un altro batterio ci era già riuscito da due anni. Il passo ulteriore di creare il dna al computer dimostra che l’uomo è in grado di creare la vita passando direttamente da una sequenza digitalizzata in un computer alla cellula. «Quello che manca adesso è solo costruire artificialmente anche la cellula che ospita il Dna». Il fatto è – chiude Boncinelli – «che l’uomo sa sempre di più e non sa trattenersi dal fare».
Fotonotizia in prima su LA REPUBBLICA e ben due pagine, la 2 e la 3 sulla “nascita” della prima vita artificiale. Immancabili il commento a pagina 32. L’apertura del servizio è affidata ad Elena Dusi che spiega come si sia arrivati a traslocare il dna ricomposto artificialmente nel nucleo di un batterio. In appoggio un’intervista allo stesso Craig Venter, il genetista che da oltre vent’anni studia il dna e quali possano essere le sue possibili manipolazioni e applicazioni e che ieri ha annunciato di essere riuscito a riprodurre una vita autogenerante. Fra queste – si sottolinea nell’articolo – la possibilità di creare “vite artificiali” capaci di mangiare petrolio, pulire mari o terreni da sostanze inquinanti, produrre carburanti o vaccini, così come assorbire anidride carbonica. Facile intuire gli scopi ultimi dello scienziato e imprenditore e i suoi 20 colleghi che, già, all’inizio degli anni novanta avevano completato la mappatura del codice genetico primario della vita, ovvero il dna. A corredo quattro brevi voci dal mondo della scienza e non solo: Umberto Veronesi («La prima cosa da fare è combattere l’ignoranza che crea false paure e false euforie»), il fisico Nicola Cabibbo («E’ prematuro prefigurare ipotetici vantaggi che si potrebbero trarre dalla nuova scoperta»), il biologo Massimo Piattelli Palmarini («Il prossimo passo? Creare qualcosa di simile a un uovo, per esempio, di ranocchio, e fecondarlo») e l’attore Rutger Hauer («Credo che le grandi invenzioni nelle mani di persone intelligenti possano contribuire a migliorare il mondo, so anche che alcune grandi invenzioni, nelle mani sbagliate, sono state tragicamente distruttive»). Chiude il servizio il commento di Luca e Francesco Cavalli-Sforza. Riepilogo di quanto accaduto e conclusione: una grande svolta che sarà utile all’umanità.
“Vita artificiale. La prima cellula sintetica”. IL SOLE 24 ORE dedica alla notizia una grande fotonotizia in prima pagina e poi la pagina 18. La cronaca, dal titolo “L’uomo ha creato la vita (ma per ora è un microbo) – Dalla scoperta di Venter possibili applicazioni industriali” è accompagnato da un commento “Non sparate sul pianista, ha un’etica”, firmato da Armando Massarenti: « Non si tratta ancora di un batterio di sintesi (la membrana, componente essenziale che permette alla cellula di interagire con l’ambiente, gli crea molti problemi), ma di una tappa importante verso un traguardo di grande utilità: costruire, per esempio, genomi che consentano a batteri ospiti di prendere dall’atmosfera diossido di carbonio e produrre metano, in maniera da ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e contribuire a frenare il riscaldamento globale. Del resto, a chi da sempre oppone dubbi etici o a chi lo accusa di hybris o di arroganza, egli ha buon gioco a rispondere: che da sempre si è affidato ai migliori bioeticisti, tra cui Arthur Caplan; e che, da bravo imprenditore, ha ben presente che la sua in realtà è un’impresa collettiva. Se le sue società sono “private”, i suoi fini non lo sono. Come ancora prima del Progetto Genoma aveva messo a disposizione dei ricercatori la tecnica shotgun perché la usassero e la migliorassero, così ha reso disponibili, tramite Science, le “istruzioni” per ripetere i propri risultati e soprattutto per inventarne di nuovi. Vita,istruzioni per l’uso,dunque, perché altri usino il suo kit con creatività. Come imprenditore, nel 1999, Venter aveva promesso di realizzare una vita artificiale nell’arco di 10 anni. In effetti, è un po’ in ritardo nella tabella di marcia. Ma fidatevi, è uno che mantiene le promesse».
“Annuncio choc creata la vita artificiale” è il titolo della copertina del GIORNALE. Nell’occhiello la notizia definita svolta epocale perché è stata costruita la prima cellula in laboratorio, con un dna sintetico, in grado di dividersi e moltiplicarsi», all’interno le reazioni. La prima è di Francesco d’Agostino, presidente onorario del comitato nazionale di bioetica che dice: «Va bene se orientata da un forte paradigma etico verso il bene umano. Altrimenti la questione può diventare preoccupante» . D’Agostino spiega «Non è la biologica sintetica, il problema non è quello che la scienza può fare, ma come si orientano le tecnologie scientifiche». Diverso è il tono di Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma, presidente del Centro studi biogiuridici Ecsel: «Mi auguro che l’annuncio della scoperta non finisca per riproporre le sterili polemiche sul ruolo della bioetica, del post umano, occorre invece individuare per tempo gli snodi suscettibili di pragmatiche mediazioni politico-normative. Ciò presuppone e comporta una trasformazione delle sedi istituzionali della bioetica, che apra la strada a nuovi organismi composti da tecnici e in grado di esprimere pareri scientificamente documentati, lasciando ad altre sedi le questioni dogmatiche».
LA STAMPA dedica due pagine all’annuncio choc ”Abbiamo creato la vita artificiale”. «Sono in estasi, è l’alba di una nuova era» ha dichiarato il biologo americano Craig Venter, il pioniere della genetica che dopo 15 anni di ricerche è riuscito a creare in laboratorio la prima forma di vita sintetica, rendendo possibile la creazione dal nulla di nuovi organismi. La cellula sintetica si chiama “Mycoplasma mycoide JCVI-syn 1.0“ ed è stata realizzata nell’istituto di Rockville nello Utah. Protagonista controverso della ricerca scientifica, Venter è considerato da molti “un cane sciolto” che non lascia indifferente nessuno nella comunità scientifica. Il quotidiano torinese registra le diverse reazioni del mondo scientifico: «Se Mark Bedau, filosofo del Red College di Portland in Oregon parla di un momento che segna la storia della biologia e della biotecnologia, secondo Julian Savulescu, docente di etica pratica all’università inglese di Oxford, Venter sfonda la porta più profonda nella storia dell’umanità, segnandone il destino perché non sta solo copiando artificialmente la vita o modificandola, ma si avvicina ad un ruolo che assomiglia a Dio…». …«all’opposto il giudizio di David Baltimore, luminare al Caltech della California, che rimprovera a Craig di sopravvalutare l’importanza della scoperta perché non si tratta di un evento epocale né della creazione della vita, ma solo di una sua mimica, ottenuta con un tour de force che ha messo insieme un pezzo di Dna». LA STAMPA evidenzia poi i commenti di un teologo (il vescovo Domenico Mogavero, presidente del consiglio Cei per gli affari giuridici: «È una potenziale bomba a orologeria, un’arma a doppio taglio di cui è impossibile immaginare le conseguenza») e dello scienziato italiano Pietro Benedetti, professore di biologia molecolare all’Università di Padova: «Venter vuole sintetizzare geni per compiti diversi, per esempio bonificare l’ambiente o produrre biofuels. Nessuno gioca a fare Dio, perché è da 10 mila anni che modifichiamo gli organismi e, d’altra parte, il nostro Dna è stato manipolato da molti retrovirus. Non esiste Dna che non sia modificato». Per la ricerca scientifica si apre indubbiamente una nuova era, ma come ricorda a pagina 35 Piero Bianucci nell’articolo “Minuscoli schiavi dell’uomo”: «Ci vorranno anni, ma ci si arriverà. Nell’attesa, sarà bene ragionare su ciò che stiamo facendo. La cellula artificiale è una grande conquista dell’intelligenza, stiamo attenti che non diventi una sconfitta per la Ragione».
“Dal laboratorio la prima cellula che si riproduce” è il titolo di AVVENIRE, che dedica alla notizia un articolo di taglio basso a pagina 11 con un richiamo in prima. Si riportano le opinioni del genetista Bruno Dallapiccola: «sicuramente un eccellente lavoro di ingegneria ma non dobbiamo pensare alla vita come comunemente la si intende». Mentre Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa Vatcana, è prudente: «aspettiamo di saperne di più». Il quotidiano della Cei raccoglie anche l’opinione del vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica, Lorenzo D’Avack: « Se la finalità fosse quella di arrivare all’uomo artificiale sarebbe un fatto condannabile». Dal Cnb si segnala anche il parere del presidente onorario Francesco D’Agostino: «va bene se è orientato da un forte paradigma etico verso il bene dell’uomo».
E inoltre sui giornali di oggi:
IMMIGRAZIONE
AVVENIRE – In prima pagina si dà risalto alle nuove regole sull’immigrazione approvate dal consiglio dei ministri. “Nuovi immigrati Futuro a punti” è il titolo. L’argomento è approfondito a pagina 5, con una scheda tecnica sul permesso a punti e riportando le posizioni di Caritas («Più imposizione che accordo»), Acli («percorso a ostacoli per regolari») e Comunità di Sant’Egidio («Per i corsi servono risorse»).
ITALIA OGGI – “Un permesso di soggiorno a punti”. Approfondimento del quotidiano dei professionisti sullo schema di regolamento che obbliga gli stranieri a siglare, al momento della richiesta in questura del permesso di soggiorno, anche un accordo di integrazione con lo stato italiano. Questo accordo di integrazione si applicherà agli stranieri tra i 16 e i 65 anni. Il provvedimento è stato approvato in cdm dal presidente del consiglio e dal ministro degli interni. Il patto sarà vincolante per due anni e una possibile proroga del terzo. Andando nei dettagli, l’immigrato dovrà dimostrare il livello A2 della lingua italiana, di conoscere i principi fondanti della costituzione, delle istituzioni ma anche le prassi della vita civile come gli obblighi fiscali, scuola, sanità. L’articolo spiga in dettaglio come vengono misurati i punteggi di questa sorta di cittadinanza con pagella.
CORRIERE DELLA SERA – Il CdM ha dato il via libera al permesso di soggiorno a punti per gli immigrati. D’ora in poi, chi chiederà un permesso lungo più di un anno dovrà sottoscrivere un accordo di integrazione, con cui si impegna a determinati comportamenti di integrazione, dalla conoscenza della lingua a quella della costituzione, dalla registrazione del contratto di affitto all’iscrizione dei figli a scuola. Obiettivo: conquistare 30 punti in due anni, per rinnovare il permesso. Chi resta a zero – o peggio va sotto con i punti – viene espulso. La nuova versione è ammorbidita grazie all’intervento di Gianni Letta: chi entra parte non da 0 punti, ma da 16.
IL SOLE 24 ORE – “Permesso a punti per gli stranieri- I crediti collegati alla conoscenza della lingua e della storia italiana”: «Permesso a punti per gli immigrati, ma in versione soft. Ieri il Consiglio dei ministri ha dato l’ok allo schema di regolamento del cosiddetto «accordo di integrazione (…) Il regolamento – che attua il disegno di legge sicurezza approvato in Parlamento il 15 luglio 2009- stabilisce che lo straniero che vuol avere un permesso di soggiorno di durata superiore a un anno dovrà recarsi allosportello unico per l’immigrazione e sottoscrivere l’impegno ad apprendere, in due anni, un livello adeguato di conoscenza della lingua italiana: il riferimento è il «livello parlato A2» così come lo classifica il Consiglio d’Europa, quello per parlare nella vita di tutti i giorni. L’immigrato dovrà poi sottoscrivere la Carta dei valori sulla cittadinanza e integrazione del 2007, mandare a scuola i figli minori e avere una conoscenza sufficiente della Costituzione italiana e della vita civile. Lo Sportello unico entro un mese dalla domanda farà all’immigrato un breve corso di educazione civica. I corsi di italiano, invece, sono demandati alle associazioni, enti locali, consigli territoriali per l’immigrazione. Occorre arrivare a 30 crediti nell’arco di due anni, in base a una tabella che attribuisce punti secondo le varie voci, dai corsi di istruzione alla scelta del medico di base, dalla conoscenza dell’italiano ai titoli di studio con valore legale in Italia. Prevista la decurtazione dei crediti, legate a condanne, misure di sicurezza personale, sanzioni pecuniarie».
INFORMAZIONE
IL MANIFESTO – Nessun riferimento all’annuncio sulla vita artificiale sulle pagine de IL MANIFESTO che dedica l’apertura al ddl intercettazioni «Piombo fuso», puntando sul fatto che «Berlusconi fa il miracolo di unire il fronte degli editori e dei giornali nella battaglia contro il disegno di legge sulle intercettazioni. La marcia a tappe forzate, in senato, contro stampa e magistratura deve parare i colpi dei primi distinguo nel centrodestra. E ieri sera, in diretti, Santoro lancia il suo pubblico J’accuse». Due le pagine dedicate oltre al commento di Norma Rangeri «Il miracolo di Berlusconi» che esordisce: «Tutto sommato zittire gli italiani non è poi così semplice, nemmeno per Silvio Berlusconi. (…)» e continua sottolineando come la reazione della categoria della carta stampata è «di sopravvivenza: senza notizie e senza pluralismo di voci diventa difficile superare la prova delle edicole».
SCUOLA
IL MANIFESTO – «La scuola si mobilita per il tempo pieno» l’intera pagina 5 è dedicata alla situazione della scuola pubblica e in particolare sul taglio annunciato del tempo pieno per 68 classi in provincia di Roma «Protestano genitori e insegnanti davanti al ministero. E ricevono qualche rassicurazione: “Circolare sbagliata. Provvederemo”. Intanto la scuola pubblica non ha più un euro e va a picco: manifestazioni anche a Bologna, Torino e Milano». Ritratto gustoso delle classi elementari dove si è dato il via al “riciclaggio dei bambini” «Crisi e riciclaggio. Niente di male nel binomio, se non fosse che in molte aule delle nostre elementari e materne i docenti sono costretti al “riciclaggio” degli alunni stessi» in pratica in caso di assenze degli insegnanti i presidi non chiamano i supplenti per timore che non vengano pagati così «i piccoli vengono smembrati, smistati da una classe all’altra e retrocessi in materia di competenza (…) Questo è un assaggio dello scenario futuro dove il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione sarà gettato alle ortiche, insieme a qualche girandola di ragazzini fra un corridoio e l’altro, senza insegnanti a coprire le ore (…) Qualcuno lo manterrà, sacrosanto, quel diritto (…) una in particolare ne godrà appieno: Emma, figlia di Mariastella Gelmini la cui mamma, che potrà andare in pensione dopo solo 5 anni di lavoro, potrà pagare per lei fantastici collegi svizzeri».
GAY
CORRIERE DELLA SERA – Quattordici anni di carcere (la pena massima prevista) e i lavori forzati. Questa la pena che un tribunale del Malawi ha deciso per una coppia di omosessuali, condannata perché riconosciuta colpevole di aver violato «l’ordine della natura». Il giudice Nyakwawa Usiwa ha accusato la coppia di «esempio orribile»: «Vi ho inflitto una pena spaventosa in modo che i figli e le figli del Malawi siano protetti da gente come voi e che nessuno sia tentato di emulare quell’orribile esempio». L’arresto della coppia ha suscitato l’indignazione della comunità a difesa dei diritti degli omosessuali e delle organizzazioni impegnate nella lotta all’Aids. L’omosessualità è attualmente illegale in almeno 37 Paesi africani.
AMBIENTE
CORRIERE DELLA SERA – La Nasa presenta il jet verde: fa meno rumore, riduce i consumi del 70% e le emissioni di gas inquinanti del 75%. Ci ha lavorato il Mit, finanziato con 2,1 miliardi di dollari dalla Nasa, che ora valuterà come impegnarsi nella fase due. Presentati due progetti, uno per 180 passeggeri e uno per 350: sostituiranno i Boing
LA REPUBBLICA – Compie 30 anni Legambiente. Un’intera pagina (43) dedicata alla storia di una fra le più importanti sigle dell’ambientalismo italiano: dalla battaglia antinucleare alla Goletta verde, passando campagne di sensibilizione come Ma l’aria e Puliamo il mondo. Oggi, l’associazione conta 115mila iscritti e mille gruppi locali. La svolta per il futuro si chiama “green economy”.
MEDIO ORIENTE
IL SOLE 24 ORE – “Tra tasse e divieti Hamas non piace più”. Reportage di Roberto Bongiorni da Gaza, a quattro anni dalla vittoria del gruppo islamico: «”Molti palestinesi – ci spiega il noto economista indipendente Omar Shaban- votarono Hamas perché volevano un cambiamento e non perché si sentissero ideologicamente vicini. Oggi sono delusi. Fino al 2006 il movimento erogava servizi per la popolazione, cure mediche, cibo. Una sorta di welfare per colmare le lacune dei pessimi servizi erogati dall’Autorità palestinese. Ora ha cambiato priorità. Non distribuisce più cibo e servizi come prima, ma si comporta come un operatore finanziario: investimenti sul lungo termine, operazioni speculative su terreni e immobili”. Corre voce che alcuni membri acquistino a nome proprio, ma per conto del movimento, appartamenti che restano disabitati in attesa di essere rivenduti. Il che provoca rabbia tra le migliaia di palestinesi che hanno perso la casa durante l’offensiva israeliana su Gaza (gennaio 2009) e ora vivono nelle tende. Quanto alle nuove tasse e alla ripresa delle imposte dirette, la gente non le ha proprio digerite».
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.