Welfare
La violenza sulle donne? È socialmente trasversale
A dirlo è “Voci di donne dalle periferie” il rapporto di WeWorld Onlus. «Non è un fenomeno direttamente legato alle condizioni economiche, allo status educativo delle vittime e dei maltrattanti», ha sottolineato il presidente Marco Chiesara
di Paolo Biondi
«La violenza sulle donne non è direttamente legata alle condizioni economiche, allo status educativo e sociale delle vittime e dei maltrattanti. È caratterizzata infatti da trasversalità territoriale, generazionale e di appartenenza sociale. Tuttavia, è assodato che donne con un basso livello di istruzione e che vivono in contesti socio economici svantaggiati sono spesso prive di quella rete di protezioni sociali ed economiche che spesso è indispensabile per affrontare un percorso di fuoriuscita dalla violenza»: lo ha detto Marco Chiesara presidente di WeWorld Onlus aggiungendo che «nelle periferie d’Italia la percezione della diffusione del fenomeno della violenza – o controllo – verso le donne è maggiore negli uomini (con il 19%) che nelle donne (con il 10%)». Chiesara è intervenuto alla presentazione del rapporto “Voci di donne dalle periferie” di WeWorld, onlus impegnata da vent’anni nella difesa di donne e minori in Italia e nel mondo.
Il presidente di WeWorld ha anche salutato con favore l’annuncio da parte del governo di voler intervenire con 1,3 miliardi di investimenti per il risanamento delle periferie aggiungendo però che da parte del governo si è detto di voler guardare «con attenzione a immigrazione e sicurezza, mentre dalle interviste del rapporto emergono aspetti diversi di priorità nel degrado delle periferie che dimostrano la necessità di un intervento socioeconomico». Uno dei coordinatori del rapporto, Stefano Piziali, ha invece tenuto a sottolineare di fare attenzione al concetto di periferia: «Non è un luogo distante dal centro, talvolta è anzi assai prossimo, ma che si caratterrizza in quanto disagiato e abbandonato». Il rapporto è stato presentato alla Camera dei deputati a Roma in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si terrà il prossimo 25 novembre.
«Non solo di violenza domestica o assistita si parla nel rapporto che fotografa una fetta d’Italia con esigenze e priorità che non coincidono con quelle del sistema Paese», ha detto Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos che ha svolto l’indagine realizzata su un campione rappresentativo nazionale, per genere ed età, di 650 cittadini maggiorenni residenti nelle periferie di sei città: Torino, Milano, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo (ad esempio nei quartieri di San Salvario, Villapizzone, Centocelle, Scampia, Pirri, Borgo Vecchio). Il rapporto si basa inoltre su una seconda indagine di tipo qualitativo con interviste articolate a 37 donne entrate in contatto con i centri di WeWorld e di un’età compresa fra i 16 e i 61 anni, la maggior parte nella fascia d’età 25-44 anni. Sul totale, 26 donne frequentano gli Spazi donna di WeWorld, le restanti sono beneficiarie di altri servizi, fra cui sei utenti della Grande Casa di Milano.
Secondo l’indagine Ipsos i problemi avvertiti a livello nazionale sono legati principalmente all’occupazione e all’economia (76%), alla percezione delle istituzioni (37%) e all’immigrazione (36%). Queste problematiche non trovano un riscontro speculare nelle periferie dove i problemi di quartiere, secondo gli intervistati, sono diversi e legati per il 51% alla mobilità, per il 34% all’ambiente inteso come gestione del verde e spazi pubblici, rifiuti e pulizia delle strade, per il 20% all’occupazione e all’economia, per il 17% alla sicurezza e solo per il 10% all’immigrazione.
Per quello che riguarda la violenza alle donne «il fatto che siano maggiormente gli uomini a percepire il problema è significativo perché potrebbe essere indice di poca consapevolezza da parte delle donne: il lavoro fatto sul campo negli anni al fianco delle donne ci ha dimostrato, infatti, come attraverso un percorso di empowerment e consapevolezza questo sommerso riesca a venire gradualmente allo scoperto», ha aggiunto Marco Chiesara.
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