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La via a 5 Stelle al Reddito di Cittadinanza
In Senato ha preso il via la discussione sulla proposta di legge del Movimento 5 Stelle. L'intervista con Nunzia Catalfo, primo firmatario, che sottolinea: «sarà rivolto agli individui, aperto anche ai migranti e farà anche da integrazione dei redditi bassi»
Al Senato ha preso il via una proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza. Ora la discussione generale proseguirà con le prossime sedute. Nei prossimi giorni arriverà anche la la lista delle personalità che verranno audite in Commissione Lavoro ma alcuni nomi sono già sicuri: da don Luigi Ciotti di Libera che appoggia ufficialmente la legge, ai responsabili dell'Istat fino alla Rete di associazioni a sostegno del Reddito di cittadinanza. Per conoscere i contenuti e la ratio con cui è stata scritta e proposta la legge abbiamo intervistato il primo firmatario, Nunzia Catalfo, senatri del M5S
Perchè un reddito di cittadinanza?
La proposta è semplice. In Italia per colpa della crisi c'è un altissimo tasso di persone a richio di povertà. Si tratta di circa 10 milioni di persone. Numeri che aumentano irreversibilmente. Ci sono in ballo anche molti minori. Per questo è capitale l'introduzione di un reddito di cittadinanza che è realtà in quasi tutta Europa.
I Paesi che lo hanno però sono anche dotati di sistemi di inserimento lavorativo molto sviluppati…
Infatti la norma è collegata all'inserimento nel contesto lavorativo dell'individuo. Non è un mero sostegno economico quindi. La nostra proposta di legge segue anche ciò che è stato inserito nella risoluzione del Parlamento Europeo proprio in merito al Reddito Minimo Garantito. Quindi è in linea con ciò che vuole l'Europa e con quello che sono le nostre esigenze come paese in crisi
Quanto costerà alle casse pubbliche?
Si parla di un costo di 15 miliardi di euro solo per l'erogazione del reddito. Che diventano 17 miliardi se si aggiungono gli incentivi per il fondo abitativo e la riorganizzazione dei centri dell'impiego.
Dove si reperiranno le fonti?
Le risorse arrivano da una maggiore tassazione al gioco d'azzardo, da una patrimoniale, ai redditi superiori ai 2 milioni di euro, da tagli ai finanziamenti ai partiti e all'editoria. Ci sono insomma diverse voci.
Quali i punti su cui la sua proposta si concentra?
All'interno della proposta ci sono diverse voci da sottilineare. Il reddito non viene dato ai nuclei famigliari ma agli individiui, una differenza sostanziale con le proposte del passato. La legge pone particolare attenzione alle famiglie monoparentali, ai giovani e ai pensionati . La cifra individuata è quella proposta dall'ultimo rapporto Istat sulla povertà.
I paramatri entro cui si muove la cifra di reddito che lo stato riconoscerà quali sono?
Si parte dai 780 euro minimi, fino a mille per due individui e a crescere a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare. Lo strumento sarà anche integrazione per coloro i quali abbiano un reddito basso, fino a 400 euro mensili.
Per quanto riguarda gli immighrati cosa stabilisce la proposta?
Abbiamo individuato il reddito per coloro i quali sono cittadini italiani, comunitari e per chi proviene da paesi con i quali consistono trattati. Per gli immigrati non regolari vi sarà un disgno di legge a parte con cui induvidueremo modi alternativi di sostegno
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