Welfare
La versione dell’ad di Costa Crociere
L'ad e presidente di Costa Crociere Pierluigi Foschi è stato sentito dalla commissione Lavori pubblici del Senato in merito al naufragio
«Vorrei ancora una volta associarmi al dolore delle famiglie che nel tragico incidente in cui hanno perduto i loro cari ci stringiamo non sono con loro ma tutti coloro che hanno sofferto. È un incidente tragico che non doveva avvenire e poteva non avvenire», ha affermato Foschi.
INCHINO.«La pratica degli inchini non esiste in Costa Crociere».
PERSONALE. Il personale di Costa Crociere è stato «ingiustamente additato come male addestrato», ha aggiunto. Dopo il naufragio, ha spiegato Foschi «quasi tutti passeggeri sono stati fatti sbarcare dalla nave, nonostante la posizione inclinata a breve tempo dall’urto ha reso difficoltoso l’accompagnamento alle scialuppe. L’equipaggio con rapidità e pressochè integralmente è riuscito a eseguire le operazioni di soccorso, che riguardavano 4.500 persone, una città. Inoltre 4mila persone sono state portate via dalle sole forze dell’equipaggio».
CLANDESTINI. «È ignobile pensare che a bordo della Costa Concordia ci fossero clandestini a bordo la sera del 13 gennaio scorso», ha detto Foschi. «Persino i nostri fornitori, devono certificare che nella catena della fornitura non ci sia personale che lavori in nero». Per l’ad di Costa, «non si può parlare di lavoro nero in Costa Crociere».
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