Welfare

La verginità anche se artificiale

La chirugia plastica

di Redazione

Nel mondo arabo la modernità riafferma in modo ossessivo l’illibatezza. Per questo si ricorre alla ricostruzione dell’imene. A Dubai è un business…di Sara Hejazi
Ormai è noto che per 2.800 dollari in Dubai, ma per molti meno in Turkmenistan al confine settentrionale con l’Iran, le ragazze non più vergini e sul punto di sposarsi possano ottenere una particolare plastica chirurgica: la ricostruzione dell’imene.
Questo, assieme ad altri “tratti” caratteristici, è ciò che ancora differenzia la parte Ovest del mondo, che della verginità fa quasi una fonte di disprezzo, dall’altro mondo, l’Oriente, dove la verginità ha invece un suo valore fondante, ed è anzi persino un bene commerciale, se non un affare di pubblico dominio.
A guardare l’Italia di oggi sembra impossibile che la verginità femminile avesse avuto un qualche valore sociale anche nel passato nazionale, dimentichi ormai come siamo di pratiche diffuse e note fino a qualche decennio fa, come la famosa “fuitina” siciliana, praticata da giovani fidanzati che fuggivano via per due o tre giorni, obbligando il padre di lei a concedere un matrimonio riparatore; la Vergine Maria era l’emblema e il modello di quella femminilità italiana consacrata alla verginità in primo luogo, e che raggiungeva il suo massimo compimento nella maternità.
Così questa ricostruzione dell’imene sotto i ferri del chirurgo plastico arabo ci ricorda in termini grotteschi un mondo di valori che ci è appartenuto, ma che è svanito sotto le luci dei riflettori che illuminano invece un corpo femminile non vergine, sempre disponibile, scoperto, ammiccante, volendo anche in vendita.
Semplificando il discorso, il nodo cruciale femminile globale è ora: la verginità è compatibile con la modernità? Può un corpo vergine attraversare i molteplici piani dell’esistenza moderna, dal lavoro alla carriera, alla negoziazione di sé, e rimanere illibato?
Il fatto è che nell’immaginario collettivo occidentale una bella ragazza brasiliana in minigonna è generalmente più apprezzata e apprezzabile della donna musulmana velata. Non c’è niente da fare, la verginità o l’idea di castità sembrano quasi essere incompatibili con la modernità, divenuti valori obsoleti e non più socialmente condivisi.
Ma il vero paradosso è che oggi nei Paesi musulmani è proprio la modernità a ribadire in modo esasperato il valore della verginità, utilizzando qualsiasi mezzo, persino quello della chirurgia plastica; e allora che ne sarà della verginità?
Non è detto che essere vergini non ritorni in auge nei prossimi anni anche in Occidente, considerando il fatto che in fondo, come dimostrano gli arabi, non è poi così irrimediabile averla persa, e che, con un bisturi, tutto è possibile!

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