Volontariato

La Uisp entra nelle scuole per battere il doping

“Prima e doping”, questo il nome della campagna dell'Unione italiana sport per tutti. Fra i testimonial i giornalisti Cannavò e Mura e Dino Zoff

di Redazione

Presentato a Roma il progetto promosso dall?Uisp ?Prima e doping?, una Campagna dei giovani e per i giovani sulla prevenzione e contro la cultura del doping realizzata nell?ambito della convenzione tra la Commissione di vigilanza sul doping e l?Istituto Superiore di Sanità. L?incontro si è svolto all?interno del Liceo Augusto di Roma e durante la presentazione gli studenti di questo e di altri licei coinvolti nel progetto sono intervenuti raccontando la loro esperienza e i risultati conseguiti. Presenti inoltre Candido Cannavò, direttore editoriale Area Sport RCS Media Group e Gianni Mura, giornalista della Repubblica, Dino Zoff, campione del mondo 1982 ed ex ct della nazionale italiana di calcio, Enzo Foschi, presidente della Commissione sport del comune di Roma ed esperti che approfondiranno il tema del doping, tra cui Dario D?Ottavio, responsabile del servizio di chimica analitica e controllo della qualità presso l?azienda ospedaliera S. Camillo- Forlanini e Fabio Lucidi, professore associato alla facoltà di psicologia due dell?Università ?La Sapienza? di Roma. L?Uisp da tempo ha lanciato la sua controffensiva contro la ?cultura del doping? e di recente ha avviato il progetto ?Giovani per i giovani contro il doping?, affidandone l?ideazione e la realizzazione a giovani ragazzi di decine di scuole superiori in tutta Italia. La campagna è stata finanziata dall?Istituto Superiore di Sanità. ?Partito nel settembre 2003, il progetto coinvolge 14 regioni italiane per un totale di 38 scuole in 33 città differenti e ha come obiettivo quello di sondare il cambiamento intervenuto negli atteggiamenti dei giovani verso il doping in un arco temporale di nove mesi, l?equivalente di un anno scolastico ? dice Lucio Selli, responsabile del progetto – Dopo il primo approccio al tema c?è stato il rilevamento delle opinioni attraverso dei questionari, con domande strutturate e semi-strutturate, relative al modo in cui i ragazzi concepiscono lo sport, al rapporto col proprio corpo e alle opinioni nei confronti delle sostanze dopanti, dell?uso degli integratori o di altre sostanze. I questionari distribuiti sono stati all?incirca 1000. Al momento si stanno analizzando i dati relativi al primo trimestre, che saranno raccolti in un Report a cura del prof. Lucidi, docente alla facoltà di Psicologia all?Univesità ?La Sapienza? di Roma. Ai gruppi stiamo inviando un secondo questionario, identico al primo, per verificare l?acquisizione o meno di un cambiamento d?atteggiamento verso il doping. I risultati della prima parte dell?analisi dei dati saranno disponibili tra una decina di giorni, mentre le valutazioni finali verranno esposte, in un convegno, nel mese di settembre”. “L?idea che a sensibilizzare i giovani su un problema così scottante fossero i giovani stessi, rappresenta il punto di forza del progetto – conclude Selli – Parlare ai giovani attraverso la loro voce, con il loro modo di comunicare, di relazionarsi, di creare.è il miglior modo per arrivare a loro. E i lavori prodotti dai diversi gruppi ci hanno dato ragione. Video, immagini, rassegne stampa, file video o audio, ognuno si è potuto rendere protagonista della campagna.? I materiali sono consultabili sul sito www.primaedoping.it All?interno del progetto c?è una parte di monitoraggio che rappresenta un?analisi di opinioni, convinzioni, credenze e atteggiamenti dei giovani su vari aspetti che riguardano la pratica sportiva: opinioni sulle attività sportive, sulle ragioni per cui esse vengono praticate, sulle proprie abilità, sul proprio aspetto fisico, sugli atteggiamenti e sulle opinioni specificamente collegate all?utilizza di sostanze dopanti. Queste rilevazioni sono state svolte prima dell?inizio del lavoro dei ragazzi e verranno ripetute al termine del progetto. In questo modo si vuole valutare quali aspetti maggiormente si associano all?eventuale disponibilità a non escludere l?utilizzo di sostanze dopanti. Il confronto tra la prima rilevazione e la seconda, fatta al termine del progetto, dovrebbe permettere di identificare il mutamento di atteggiamenti e opinioni degli studenti rispetto al problema. Come è avvenuto il monitoraggio? ?Sono stati distribuiti dei questionari agli oltre mille partecipanti al progetto stesso ? risponde Fabio Lucidi, psicologo, che si occupa della fase di monitoraggio del progetto – Si tratta di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 20 anni, iscritti agli istituti medi superiori, licei, tecnici e professionali di 30 diverse città italiane che hanno aderito al progetto?. Quali sono i primi risultati ai quali siete giunti? ?I risultati della prima fase di monitoraggio, forniscono rilevanti indicazioni su alcuni dei meccanismi capaci di spingere un giovane,non impegnato in attività sportiva professionale, a considerare l?idea di usare sostanze dopati. I risultati della seconda fase, che diffonderemo il prossimo autunno, permetteranno di valutare se òa campagna è stata efficace nel modificare proprio questi meccanismi?.


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