Volontariato

La Ue blocca aiuti alla Birmania: non rispetta i diritti umani

In Birmania una giunta militare governa da anni il paese con la violenza. E otto milioni di persone lavorano come schiavi

di Gabriella Meroni

Ha suscitato reazioni di sorpresa, tra i diplomatici dei paesi in via di sviluppo, la decisione dell’Unione Europea di escludere la Birmania (Myanmar), per la sistematica violazioni dei diritti umani, da un progetto di sostegno rivolto ai paesi più poveri. Il programma (EBA) prevede importazioni esentasse da questi paesi all’interno del mercato europeo. E mentre il Segretario generale delle Nazioni Unite plaude – giustamente – al progetto UE di sostegno all’economia dei paesi più poveri, le autorità di questi paesi scoprono che diritti umani, democrazia e sviluppo sociale iniziano a contare qualcosa per Bruxelles.
In Birmania una giunta militare governa da anni il paese con la violenza, in spregio ai risultati delle elezioni democratiche che hanno attribuito ampissimi consensi alla leader democratica Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace 1991. Si stima che circa 8 milioni di persone – uomini, donne, bambini – lavorino in condizioni di schiavitù, sottoposte a violenze di ogni genere.

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