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La Turchia pronta ad accogliere 200mila profughi

Oltre 3mila ogni giorno i nuovi arrivi nei campi allestiti nel Paese della mezzaluna. Tanti i bambini, molti sotto shock. «Ma siamo solo all'inizio», prevede Carol Batchelor, direttrice della sezione turca dell’Altro commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite

di Susan Dabbous da Antakya e Turchia

«Il numero dei profughi siriani raddoppierà. Siamo pronti a riceverne fino a 200.000». È un esodo di proporzioni bibliche quello che prevede Carol Batchelor, direttrice della sezione turca dell’Altro commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR). E la frontiera tra Turchia e Siria è stata, fin dall’inizio della crisi, una delle vie di fuga più battute dai profughi delle zone settentrionali del Paese travolto dalla guerra civile.

Quanti profughi siriani si trovano attualmente in Turchia?
Le  cifre più aggiornate ne contano 45.000, in otto campi nel Sud del Paese, ma dall’inizio della crisi in Siria ne sono transitati più di 80.000 .

Avete registrato un incremento di persone provenienti da Aleppo?
L’Unhcr non fa le registrazioni in entrata, compito che spetta alle autorità di governo, ma stimiamo che negli ultimi quattro giorni siano almeno 3.000, la maggior parte dei quali si trovano nel campo di Aurfa.

Qual è il loro status?
Il governo turco ha riconosciuto ai siriani la protezione umanitaria temporanea, uno strumento che si utilizza quando ci sono grandi movimenti di popolazioni che hanno intenzione di tornare al più presto nel proprio Paese di origine. I siriani quindi sono considerati bisognosi di aiuto, per questo non possono essere respinti o rimandati in dietro. È la cosiddetta politica delle frontiere aperte.

Ci sono casi di richieste di asilo?
A fare domanda sono pochissimi, parliamo di poche decine su un totale di 80.000.

Quali sono le condizioni fisiche e psicologiche di chi sconfina in questi giorni?
I profughi sono sotto shock: alcuni sono sopravvissuti a incendi dovuti ai bombardamenti,  altri hanno assistito alla morte di persone care e familiari, molti bambini sono evidentemente traumatizzati. Vorrei precisare però che anche lo stato emotivo di chi si trova nei campi da molti mesi è critica: la condizione stessa di vita nelle tendopoli, la perdita dei propri punti di riferimento, fa sì che molte persone, soprattutto le donne, vivono sotto costante stress.

Ci sono molte donne e bambini?
Il 76 per cento degli ospiti delle tendopoli è rappresentato da donne e bambini, di cui il 50 per cento sono minori.

Quali sono i disturbi più ricorrenti tra i più piccoli?
A parte i casi specifici di bambini che hanno assistito a scene violente o subito lutti importanti, gli altri vivono, amplificandole, le stesse paure dei genitori. Se gli adulti  riescono a razionalizzare il trauma, i figli hanno maggiori possibilità di superarlo. Ad ogni modo dentro i campi ci sono zone specifiche per loro: scuole con insegnanti che parlano arabo, ludoteche e giardini con scivoli e altalene.

Dove vengono curati i feriti?
Gli ospedali da campo sono attrezzati per il primo intervento e le cure delle malattie generiche, ma chi ha bisogno di interventi chirurgici specifici, come trapianti, viene ricoverato d’urgenza nelle cliniche di Ankara e Istanbul.

Recenti stime Onu parlano di 220mila sfollati nella provincia di Aleppo, prevedete un nuovo esodo?
Dall’inizio della crisi in Siria l’Unhcr, assieme alle autorità turche, ha preparato un piano regionale per far fronte all’arrivo di 200 mila persone. Negli ultimi due mesi i profughi sono raddoppiati se continuano ad arrivare a questo ritmo presto sfioreranno i 100mila.

La Turchia è terra di approdo per molti migranti. Come sono percepiti i profughi siriani dall’opinione pubblica?
I turchi in questo caso sono stati straordinariamente generosi, hanno capito la gravità di ciò che sta accadendo in Siria e hanno deciso di aprire le loro frontiere, ciò che non toglie che sono molto preoccupati e sperano in un’imminente pacificazione del Paese confinante.
 

Sull'emergenza-Siria vedi anche in allegato l'appello di Agire


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