Welfare

La Turchia fa autocritica sui diritti umani

La Turchia ha ottenuto di non essere condannata daStrasburgo in tre casi di violazioni dei diritti umani, concedendo risarcimenti alle vittime

di Redazione

Forse una piccola svolta nei rapporti fra Ankara e la Corte europea dei diritti umani: la Turchia oggi ha ottenuto di non essere condannata dai giudici di Strasburgo in tre casi di violazioni gravi dei diritti umani, concedendo in cambio risarcimenti alle vittime e ammettendo per la prima volte le disfunzioni del proprio sistema. Due dei tre ricorsi contro Ankara erano stati presentati da un uomo e da una donna arrestati nel 1993, che avevano subito maltrattamenti da parte della polizia. Il terzo ricorso era stato presentato, per violazione del diritto alla liberta’ di espressione, dall’avvocato Kamil Tekin Surek, editore del settimanale pro-curdo Haberde Yorumda Gercek, condannato piu’ volte per gli articoli sulla questione curda pubblicati dalla rivista. La corte di Strasburgo ha annunciato oggi una ‘composizione amichevole’ nei tre casi: il governo turco si e’ impegnato a pagare complessivamente 63.000 euro alle due vittime di maltrattamenti e 18.700 euro all’editore. Ma soprattutto Ankara ha accettato di ammettere, in tre note rese pubbliche dalla corte, le disfunzioni del sistema. Nel caso dell’editore Tekin Surek, Ankara ha ammesso che ”il diritto e la pratica in Turchia devono essere messi d’urgenza in conformita’ con le esigenze” della convenzione europea dei diritti umani. Negli altri due casi la Turchia ha espresso ”rammarico” per ”i casi individuali di maltrattamenti inflitti dalle autorita’ a persone poste in detenzione”. Il governo turco si e’ anche impegnato a ”dare istruzioni” per impedire in futuro nuovi maltrattamenti.


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