Welfare

La trappola del quinto

Tutti a rate. Giovani, adulti e anziani. Perfino gli ex co.co.co e i pensionati, con il solo limite dei 75 anni per l’ultimo rimborso. Basta una busta paga e il gioco è (quasi) fatto.

di Christian Benna

Tutti a rate. Giovani, adulti e anziani. Perfino gli ex co.co.co e i pensionati, con il solo limite dei 75 anni per l?ultimo rimborso. Basta una busta paga e il gioco è (quasi) fatto. Può chiedere un prestito anche chi ha subito pignoramenti, protesti ed è scivolato nella lista nera della Centrale rischi riservata ai cattivi debitori.

La svolta si chiama cessione del quinto dello stipendio: nel 2005 un giro d?affari da 2,7 miliardi di euro, + 265% rispetto a cinque anni fa. Nell?ultima manovra il governo ha esteso questa particolare forma di finanziamento, in cui si ottiene credito attraverso la trattenuta di parte della retribuzione fino all?estinzione del debito, a tutti i lavoratori così come ai pensionati.

Anche gli over 65
Prima il ?salario contro prestito? era appannaggio esclusivo dei dipendenti statali, la categoria con maggiori certezze di non perdere l?impiego. Una mossa per rivitalizzare i consumi che anticipa la norma sul ?prestito fiduciario vitalizio?, a metà strada tra prestito personale e mutuo ipotecario che consente anche gli over 65 di accedere facilmente alla liquidità. Agli eredi poi spetta la spartizione del debito per riavere l?immobile.

«Quello dei prestiti è un mercato con crescita esponenziale», spiega il presidente di Adusbef, Elio Lannutti, «perché i cittadini sono con l?acqua alla gola e non sanno come arrivare a fine mese. Ma purtroppo sono tanti coloro che abboccano a vere e proprie truffe proposte da ammiccanti spot pubblicitari. Il tutto mentre non si capisce perché sia possibile applicare fino al 20% degli interessi se si tratta di finanziamenti garantiti dal salario».

Il rischio invece c?è ed è alto. Lo ammette per primo Maurizio Del Vecchio, presidente di Fimec, associazione che riunisce circa 2mila intermediari creditizi (all?Ufficio cambi ne sono registrati ben 50mila). «I tassi crescono», dice, «perché l?insolvenza è sempre dietro l?angolo. Di fatto abbiamo l?obbligo di tutelarci con due polizze: una sulla perdita dell?impiego e l?altra sulla morte del cliente».

Peggio, molto peggio, va a chi naviga in cattive acque. La legge 80/2005, che allarga il bacino di utenza della cessione del quinto anche ai pensionati, è molto permissiva ma i grandi istituti si tengono alla larga dai debitori insolventi e dagli atipici. Allora è facile finire nel sottobosco di finanziarie e intermediatori non sempre cristallini. Roberto Anedda è il responsabile marketing di PrestitiOnline.it, società di brokeraggio che lavora solo con i big del settore: «Accedere a un finanziamento di questo genere comporta normalmente tassi attorno al 7%, quindi del tutto gestibili. Mentre le fasce più deboli, sotto il profilo economico e culturale, tendono a rivolgersi a un microcosmo opaco di operatori che promettono prestiti convenienti. Ma in realtà loro non erogano direttamente il denaro. Come intermediari non possono far altro che richiedere alle banche un preventivo. E lì possono arrivare brutte sorprese. La cifra da sborsare lievita presto».

Il caso Dalla Chiesa
Per tutelare i consumatori l?Mdc – Movimento a difesa dei cittadino ha lanciato una battaglia (vinta) contro qualche ?furbetto? della pubblicità televisiva. Fino a pochi mesi fa, tra una soap e l?altra, il sorriso di Rita Dalla Chiesa era abbinato a quello di Forus Finanziaria. «Il richiamo alla trasmissione condotta dalla presentatrice», racconta Eugenio Diffidente, «era talmente evidente che l?Antitrust è subito intervento dopo la nostra denuncia. Ma questa è solo la punta dell?iceberg. Ai nostri sportelli bussano moltissime persone raggirate con la classica clausola scritta a piccoli caratteri e in fondo ai contratti. E soprattutto viene sempre messo ai margini che si tratta di intermediari e non banche. Formule scorrette che precipitano le famiglie nell?usura».

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