Formazione

La trappola dei libri “consigliati”

Così gli istituti aggirano le norme del Ministero, che porterebbero a un risparmio del 30% per le famiglie

di Redazione

Il Ministero fissa i tetti di spesa, ma gli istituti scolastici lo aggirano. È la denuncia di Paolo Landi, dell’Adiconsum che chiede di inserire «anche i libri “consigliati” nei “tettì”. Abbiamo salutato positivamente la fissazione di un tetto di spesa per i libri di testo sia per la scuola dell’obbligo che per le medie superiori», afferma l’associazione ricordando che «per l’adozione dei libri di testo, come stabilito dalla Circolare Miur n° 16 del 10 febbraio 2009, le scuole dovranno rispettare i seguenti vincoli: nessun cambio dei libri per 5 anni nella scuola primaria e 6 nella scuola secondaria di I e II grado; nessuna variazione del contenuto dei libri di testo cartacei per cinque anni, fatta eccezione la trasformazione del libro da versione a stampa a versione on line o mista; progressiva transizione ai libri di testo on line o a versione mista (dall’anno scolastico 2011-2012 obbligo di adozione solo degli e-book)”.

«Ma – evidenzia l’associazione – il tetto di spesa, come già denunciato più volte da Adiconsum, è facilmente raggirabile con i cosiddetti libri “consigliati”, che poi di fatto sono obbligatori. Un esempio: IV ginnasio, sez. A, di un noto liceo classico di Roma. Al primo anno tra i libri “consigliati” – denuncia l’Adiconsum – risultano: il libro di grammatica inglese, il libro di geografia e i libri con le versioni di greco e di latino. In questo modo, se si considera solo il costo dei libri obbligatori non si supera il tetto

dei 320 euro stabilito dal Ministero, che viene invece ampiamente superato se a questo si somma anche il costo dei libri “consigliati”».

«Non solo – prosegue l’Adiconsum – V ginnasio, sez. A, di un noto liceo classico di Roma. Nel secondo anno, sempre per la stessa sezione, i libri presunti ‘consigliatì per il primo anno vengono indicati come libri già adottati e acquistati e quindi al di fuori del tetto. È questo un meccanismo ampiamente diffuso. L’anno scorso ben il 30% delle scuole aveva sforato il tetto e allo stato non ci risulta né che ci siano controlli nè tantomeno sanzioni». Adiconsum chiede, quindi, al Ministero, «come già indicato dalla stessa Autorità Antitrust a gennaio, che anche i libri di testo “consigliati” siano inseriti nel tetto». Gli eventuali sforamenti dei tetti di spesa possono essere segnalati all’indirizzo mail scuola@adiconsum.it

L’osservatorio del ministero invece…

Dal monitoraggio in corso sui prezzi dei libri di testo scolastici risulta che i tetti di spesa segnalati dal Ministero dell’Istruzione sono stati in gran parte rispettati. È però necessario vigilare costantemente affinchè studenti e famiglie siano tutelati. È quanto afferma il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca sottolinendo che «nei prossimi 3 anni, con i nuovi provvedimenti del Ministero, si calcola che le famiglie spenderanno il 30% in meno per l’acquisto dei libri scolastici».

Tra le novità introdotte il Miur ricorda l’introduzione dei tetti di spesa per le scelte dei libri da parte degli insegnanti. «Gli insegnanti – spiega il Miur – devono scegliere libri di testo che abbiano un prezzo inferiore ai tetti di spesa fissati dal Ministero. In questo modo è possibile tenere maggiormente sotto controllo il prezzo dei testi e andare incontro alle richieste delle famiglie; gli insegnanti – ricorda ancora il Miur – dovranno scegliere testi che non cambieranno per 5 anni nella scuola primaria e per 6 in quella secondaria. In questo modo si spingono le scuole a fare delle scelte più oculate sui libri di testo che dovranno essere adottati per 5 o 6 anni consecutivi nella stessa sezione e si incentiva il mercato dell’usato. Gli editori, comunque, potranno integrare i testi con appendici di aggiornamento se sarà necessario in seguito a modifiche dei programmi di insegnamento».

«Già da quest’anno scolastico – prosegue il Ministero – è stato chiesto agli insegnanti di individuare preferibilmente i libri disponibili, in tutto o in parte, su internet. Dal 2011, invece – conclude il Miur – il collegio dei docenti dovrà adottare esclusivamente testi utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o miste (quelle cioè che integrano sezioni digitali e cartacee)».

 

 


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