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La tragedia in prima pagina

Il disastro dell'Abruzzo oggi occupa gran parte della foliazione dei giornali

di Franco Bomprezzi

La rassegna stampa è interamente dedicata al terremoto in Abruzzo. Ecco come i giornali hanno trattato la notizia

Prima pagina del CORRIERE DELLA SERA dedicata quasi per intero al terremoto. Sopra il titolo “Macerie e morte in Abruzzo – sisma devastante: più di 150 vittime, 70 mila sfollati (in realtà i notiziari di questa mattina parlano di 17mila sfollati) Berlusconi: non vi abbandoniamo”, il lancio della raccolta fondi “Un aiuto subito” da parte di tre testate del gruppo Rcs (CORRIERE, GAZZETTA DELLO SPORT E CITY). Al centro della pagina la foto di una ragazza che piange accasciata su una bara. Il pezzo di apertura che parte in prima e occupa per intero le pagin e 2 e 3 “la terra impazzita e i giuramenti mai mantenuti” è affidato alla penna di Gian Antonio Stella: «Si dovrà capire, poi, questa storia dell’esperto. Si dovrà capire perché non gli hanno dato retta. Ecco il dubbio che ronza nella testa di tutti: perché non è stato ascoltato Giampaolo Giuliani, il ricercatore che nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme avvertendo che sarebbe arrivato uno scossone devastante. «L’avevano perfino denunciato», borbotta don Mauro (parroco a L’Aquila), sistemandosi il colletto bianco rigido slacciato, «perfino denunciato. E invece aveva ragione lui». Altri cinque servizi hanno il richiamo in prima: Mario porqueddu firma l’inchiesta “Giù anche le case nuove”, Lorenzo Salvia racconta la storia degli studenti che scavano da soli sotto le macerie, Fiorenza Sarzanini è a Onna per fotografare il paese inghiottito dal terremoto, mentre Paola Di Caro dà conto della pax politica scoppiata dopo la tragedia (e Berlusconi intanto stanzia subito 30 milioni). Infine Francesco Alberto e Marco Imarisio alle pag 12  e13 tornano sul caso del ricercatore che aveva previsto il disastro: «Giampaolo Giuliani insiste: con il suo sistema di misurazione del gas randon, i terremoti si possono prevedere. Ribatte Guido Bertolaso, il capo della Protezione civile: si tratta di metodi non scientifici». Maggioranza e opposizioni si schierano con il sottosegretario con l’eccezione di Idv e radicali che dicono: sarebbe stato meglio verificare.

LA REPUBBLICA apre con “Abruzzo in ginocchio, 150 morti” e dedica alla sciagura le prime 19 pagine. Nell’occhiello si stimano a 70 mila i senzatetto e si riferisce della polemica. Nelle pagine interne però si sottolinea non tanto che il terremoto poteva essere evitato (dunque in qualche modo ridimensionando la portata della polemica che il ricercatore Giuliani ha innescato con il suo «l’avevo detto»). Quanto che erano (e continuano a essere) necessari piani di prevenzione. È questo il richiamo di uno dei due commenti, quello di Giovanni Valentini (l’altro è di Giorgio Bocca), intitolato “Le colpe del malpaese”, in cui sottolinea l’assenza di una cultura del territorio adeguata e dunque di una prevenzione in pratica inesistente. Guardando al futuro, si chiede Valentini se non sia il caso di tener conto di questi fenomeni per il piano casa (e nella pagina economica, Scajola dichiara che il governo è pronto a modificare il piano proprio per tener conto di simili rischi). In effetti nelle numerose pagine, trova spazio – oltre ai racconti e alle testimonianze – il resoconto del crollo dell’ospedale di San Salvatore: “E per l’ospedale modello è beffa «Inaugurato nel 2000 è già crollato»”. Riferisce Massimo Lugli che il nosocomio in cemento armato di concezione modernissima non ha retto al terremoto: un’intera ala è crollata, una larga fetta dell’edificio è inagibile (al 90%). Evidentemente non è stato costruito tenendo conto della sismicità (nota) della zona. Per quanto riguarda la politica, Carmelo Lopapa descrive le reazioni del mondo politico (anche internazionale), dà conto della visita del premier Berlusconi, della sua promessa che «nessuno resterà solo. Lo Stato è in campo»), dello stanziamento di 30 milioni e soprattutto di una telefonata di Franceschini che assicura il sostegno dell’opposizione.
Segnalo che fra le lettere ad Augias ce n’è una, a firma Roberto Notaro, che rilancia l’accorpamento delle consultazioni elettorali e del referendum per risparmiare 400 milioni con cui aiutare i terremotati.

Chiarissimo il taglio del SOLE24ORE per affontare il tema del terremoto: “Morti, dolore e leggi dimenticate”, ovvero, il vero problema è che in Italia quasi nessuno ha messo in pratica le regole antisismiche varate 4 anni fa. E pensare che quelle norme edilizie, nate nel settembre 2005, erano state pensate in seguito alla grande emozione per il crollo della scuola Iovine a san Giuliano di Puglia. Eppure di anno in anno, di proroga in proroga (bipartisan: due del governo Prodi e una del governo Berlusconi) non sono obbligatorie neppure oggi. Di qui l’idea, esposta dal ministro Scajola ieri, di vincolare il nuovo piano casa al rispetto delle regole antisismiche. Ecco la ministoria dello scandalo: approvate nel settembre 2005 (governo Berlusconi), le regole per la messa in sicurezza degli edifici dovevano entrare in vigore effettivamente 18 mesi dopo; cambia il governo, e Prodi proroga l’efficacia delle norme fino a due anni, poi fino a gennaio 2008; il governo oggi in carica, infine, la rinvia addirittura al giugno 2010. Perché questa via crucis? Certo i costi incidono, ma poi davanti a catastrofi come questa anche questi ragionamenti lasciano il tempo che trovano. Interessante l’intervista all’architetto Paolo Rocchi che riflette sul crollo dell’ospedale dell’Aquila (costruito negli anni ‘90): «È inconcepibile che una simile struttura subisca danni così gravi: c’è qualcosa che non va. Se un edificio è stato costruito con criteri anti-sismici si può lesionare, ma deve rimanere in piedi anche di fronte a un terremoto iperdistruttivo, come non è stato in questo caso».

Inchiniamoci al dolore” titola AVVENIRE, che dedica al terremoto le prime 11 pagine (vetrina compresa), tutti gli editoriali (quello in prima più i tre della seconda pagina) e una pagina nell’inserto di Milano sulla gara di solidarietà che istituzioni e associazioni hanno avviato per l’Abruzzo. Il quotidiano di Boffo da ampio spazio alla cronaca e ai racconti dei sopravvissuti, in particolare quello dell’arcivescovo de L’Aquila monsignor Giuseppe Molinari, costellati di piccoli box con commenti, informazioni di servizio e considerazioni molto pratiche, dal decalogo si Save the children per far superare il trauma ai bambini ai consigli della Protezione civile. Un focus sulla solidarietà in campo precede le polemiche sulle eventuali possibilità di prevedere il disastro. Tutta la chiesa italiana si mobilita per i soccorsi (appello della Caritas alle donazioni con tanto di coordinate bancarie). Tra i primi a manifestare il proprio cordoglio Benedetto XVI, che a poco dopo il sisma invia a mons. Molinari, un telegramma. Segue un breve comunicato della Cei per esprimere cordoglio e vicinanza alla città. Oltre ad assicurare le preghiere della Chiesa, la nota invita le parrocchie e la gente alla generosità per fare fronte alle necessità immediate. La chiesa cattolica non è la sola a darsi da fare: dalla Protezione civile alla Croce rossa, dagli alpini alle Comunità ebraiche d’Italia, dagli scout dell’Agesci all’Avis: tutti uniti per gli abruzzesi. Da Legnano (Mi), nel primo pomeriggio di ieri è partita la prima colonna mobile regionale con tutte le risorse, personale e mezzi per l’allestimento di una tendopoli per 250 persone, assistenza sanitaria, il ripristino dei servizi di acqua, luce e gas. Dalla Toscana si è mossa una colonna con una quarantina di mezzi e 25 tende per 200 persone, mentre la protezione civile del Lazio ha inviato oltre 400 volontari. La solidarietà arriva anche dall’Unione europea che potrebbe sbloccare i 200 milioni di euro riservati all’Abruzzo nell’attività di programmazione fino al 2010. Solo in coda una pagina relativa alla polemica sul mancato allarme. Giampaolo Giuliani, il ricercatore che aveva previsto il terremoto pretende delle scuse, ma geologi, sismologi e vulcanologi difendono Bertolaso: «I terremoti non si possono prevedere, le emissioni di radon servono per capire le evoluzioni ma non sono in grado di dirci quando avverrà la scossa… Il massimo che possiamo dire è dove e di quale grado sarà il sisma ma non quando». Parole che negano la verità di Giuliani  ma lasciano intendere che non tutto è campato per aria. E, infine, per ultima, una pagina dedicata all’intervento del Governo, la scelta di annullare la visita a Mosca, la presenza quasi immediata del Premier sul luogo della tragedia,  e la promessa: «nessuno sarà lasciato solo». «Non sono parole di circostanza», dice Arturo Celletti, autore dell’articolo a pag. 11. «Il capo del governo si muove subito con determinazione». In serata, la notizia dei 30 milioni a disposizione subito per i primi interventi. L’obiettivo: ricostruire la città in 28 mesi. E Maroni promette: non ci saranno ritardi, sprechi e baraccopoli del passato. Anche l’opposizione è pronta a collaborare.

Il titolo del GIORNALE in prima è “L’urlo”, poi 17 pagine dedicate al sisma. L’editoriale in prima è a firma di Geminello Alvi: «Nel terremoto s’apre in noi qualcosa che a ripensarlo col cuore è del tutto irriducibile alle statistiche e alla sismologia. È uno scuotimento, un varco, ch’è certo tremendo, come i poveretti morti e le case distrutte, però resta sovrumano, induce all’esperimento del divino. A quel divino ch’è panicodentro la natura, e scuote l’aria e la terra: come lo spirito di un tempo che fa dell’umano consueto una voragine e persino dei morti una preghiera. È il mistero che interrompe il corso degli eventi che pareva ovvio, lo svela precario e irreale. E mostra la condizione umana come essa è, nuda. E perciò di tutte le foto dolenti di oggi una è la più rivelatrice, quella di una coppia: lei giovane in piedi sotto la stessa coperta che l’avvolge assieme a un altro giovane; accanto a loro le macerie. Incolpevoli Adamo ed Eva. E però salvi, nati dalla voragine terribile in un sentire commovente, che è troppo vasto per dirsi, e che a spiegarlo può sciuparsi. Ma l’unico che riconforta e riconferma poi quanto l’amore divino sia un sommo mistero».
A pag. 17 “L’Italia ha paura: 7 milioni di case a rischio”, di Stefano Filippi: «Franco Barberi, vulcanologo ed ex sottosegretario alla Protezione civile, è convinto che ‘in California un terremoto così non avrebbe fatto nemmeno un morto’ perché sulla costa americana del Pacifico, dopo la devastazione di San Francisco, gli edifici non sono (come da noi) ‘vecchi, mal fatti e di cattiva qualità’. Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ripete che nell’Aquilano ‘i crolli hanno coinvolto case non costruite per sopportare una scossa che non è stata particolarmente violenta’. Perché quello dell’altra notte, secondo Boschi, non è stato un terremoto eccezionale ma ‘una tipica scossa appenninica, come se una parte del sottosuolo scendesse più in basso di una decina di centimetri’.

Il Primo Piano di ITALIA OGGI è dedicato alla  gara di solidarietà  del sistema  imprenditoriale Abruzzo. Professionisti e imprese si mobilitano in una autentica gara di solidarietà.  Gli ordini professionali, riporta ITALIA OGGI, scendono in campo attraverso il CUP ( il Comitato unitario delle professioni). Ma si attivano anche i singoli ordini dei professionisti come FNOMCEO ( Federazione nazionale ordini medici chirurgi e odontoiatri) la FOFI ( Federazione ordini farmacisti ialini) la FNOVI ( ordini veterinari) , la FNCO ( Collegi ostetriche)  l’IPASVI ( Collegi infermieri) e la FNCTSRM ( Tecnici sanitari di radiologia medica)  che in un comunicato congiunto hanno annunciato una serie di raccomandazioni ai loro diversi enti territoriali  «al fine di promuovere iniziative di concreta solidarietà, comunque da coordinare con le competenti autorità della protezione civile
Gli esperti in psicologia dei disastri della CNOP ( Consiglio nazionale dell’ordine psicologi), riporta ITALIA OGGI,  sono già mobilitati per organizzare i soccorsi ai traumatizzati psichici. Si mobilita anche il mondo delle imprese: la CNA ( Confederazione nazionale dell’artigianato) ha comunicato l’intenzione di offrire un sostegno tangibile alle imprese duramente colpite e di contribuire al ripristino di tutte le attività artigianali e imprenditoriali, soprattutto nell’ottica di consentire un recupero della funzionalità alle strutture pubbliche e private più interessate.
Anche la Camera di Commercio di Milano ha deciso di intervenire immediatamente con un primo aiuto a sostegno delle imprese distrutte.
A  sostegno dell’articolo, ITALIA OGGI pubblica un’intervista al presidente del CUP ( Comitato unitario del CUP) Marina Calderone. «Come Cup daremo notizia delle iniziate che le singole professioni stanno approntando a favore delle popolazioni colpite dal sistema. Posso solo dire che le professioni sanitarie sono già impegnate attraverso l’attivazione dei medici, dei volontari, degli infermieri e degli psicologi. Le professioni tecniche forniranno assistenza alla protezione civile per verificare e valutare l’agibilità degli edifici, delle strade e delle infrastrutture. Gli spedizionieri doganali metteranno a disposizione la loro professionalità e se renderanno utili per il disturbo rapido di tutte le pratiche necessarie per consentire l’afflusso degli aiuti dall’estero. Ognuno offrirà il suo supporto a favore non solo dei colleghi professionisti colpiti ma a favore dell’intera popolazione

Fotografia a tutta pagina per IL MANIFESTO che sceglie come titolo “Catastrofe umana”. Nell’immagine Onna completamente distrutta e un finanziere che cerca di camminare su montagne di detriti, sembra un’immagine di guerra dopo un bombardamento. In prima pagina anche un commento “Un paese in pericolo” di Paolo Berdini. «Sono crollati ospedali, edifici pubblici e scuole costruiti di recente. Dovevano rispettare rigorose norme antisismiche, ma il terremoto ha tragicamente svelato una realtà che viene sistematicamente occultata: siamo il paese delle regole scritte con solennità e violate con estrema facilità. Siamo il paese in cui le funzioni pubbliche di controllo sono state cancellate e messe nella condizione di non nuocere. Di fronte a questa cruda realtà, il “piano casa” della Presidenza del consiglio liberalizzava ulteriormente ogni intervento edilizio che poteva iniziare attraverso una semplice denuncia di inizio lavoro (…). La tragedia dell’Abruzzo mostra dunque di quale cinismo e arretratezza culturale fosse stato costruito il provvedimento tanto reclamizzato da Berlusconi (…) Arretratezza perché il terremoto ha dimostrato ancora una volta che il vero problema del nostro paese è quello di avere i piedi di argilla (…). Sei le pagine dedicate da IL MANIFESTO per raccontare e descrivere. A pagina 4 interessante l’articolo «Solidarietà. La mobilitazione della società civile Gli “angeli del soccorso” che il governo non vuole». Si legge: «Sangue, acqua, cibo, vestiti, coperte, pannolini, latte in polvere. Serve qualsiasi cosa a chi all’improvviso ha perso tutto. Anche una sola mano in più per scavare può essere preziosa. E quando c’è da offrire aiuto gli italiani non si tirano indietro. (…) Dal Trentino alla Sicilia, in migliaia, appena appresa la notizia, hanno messo lo zaino in spalla e senza pensarci tanto sono saliti in macchina o preso il primo treno, incuranti delle strade e delle ferrovie bloccate (…) Un’enorme massa di volontari non gradita però da Bertolaso perché rischia di “intralciare la macchina dei soccorsi”(…)» L’articolo poi prosegue raccontando di come la solidarietà sia passata attraverso la rete e poi gli  aiuti internazionali e quelli offerti dall’estero anche dalle comunità di abruzzesi che vivono in Germania.

“Si scava, già 150 morti” è il titolo in prima de LA STAMPA, che dedica le prime dodici pagine al terremoto. Nell’occhiello il quotidiano di Torino parla di 100 mila sfollati e riferisce dell’intervento del governo, che “stanzia 30 milioni per l’emergenza”. “Stavolta lo Stati c’è” è l’editoriale in prima di Lucia Annuziata. I reportage da L’Aquila e Onna raccontano soprattutto storie, di persone salvate, di famiglie distrutte per la perdita di figli, genitori, fratelli, e le storie dei “salvatori”, immediati aiuti della gente comune, che non ha aspettato l’aririvo delle forze mobilitate per i soccorsi. Sono stati soprattutto questi interventi tempestivi a salvare vite umane. Una pagina è dedicata all’ospedale San Salvatore de L’Aquila, le onde sismiche hanno travolto anche questa struttura, fiore all’occhiello della sanità abruzzese, facendo cedere le strutture portanti. Nonostanteciò l’ospedale è preso d’assalto dalle ambulanze piene di feriti e i medici li accolgono nel cortile. Un riquadro apre la polemica: “Boschi: a Tokyo non ci sarebbe stato neanche un morto”. In Giappone – dice il presidnete dell’Ingv Enzo Boschi – nessun ospedale sarebbe stato evacuato. In Italia le costruzioni pubbliche “a norma antisismica” sono obbligatorie solo dopo il 2002, dopo cioè che c’è stato il crollo della scuola a San Giuliano di Puglia, con la morte di 27 bambini e tre maestre. “Profeta o furbetto? Scoppia il caso Giuliani” è il titolo che LA STAMPA dedica alla vicenda del ricercatore che pretende le scuse di Bertolaso per aver ignorato il suo allarme. Qualche settimana fa Gianpaolo Giuliani aveva detto che il terremoto si sarebbe scatenato il 29 marzo, invece il 23 aprile in un’intervista a una tv locale era arrivato alle conclusioni opposte: «State tranquilli. Lo sciamo sismico di questi giorni si verifica ogni anno, ma a fine marzo scompairirà e resterà un brutto ricordo». Il sismologo Slavatore Barba dice in un’intervista che non c’è un rapporto causa-effetto fra  tra le oscillazioni del radon e i sismi, questo gas presenta «continue oscillazioni anche di 20 volte rispetto alla media».

Il dramma del terremoto, fra le tante famiglie, ha distrutto anche quella di un giornalista de IL CENTRO che ha perso i figli e il padre. Leggi qui la sua storia: http://www.vita.it/news/view/90786

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