Welfare

La Toscana dei migranti

Varata dalla Giunta regionale la proposta di legge sull'immigrazione. I punti chiave: politiche antidiscriminatorie, cittadinanza sociale ed emersione dalla clandestinità. Con Vita uno speciale di approfondimento

di Daniele Biella

Per un modello civile di convivenza in cui la discriminazione sia assente e i diritti di cittadinanza sociale siano estesi a tutti. E per ottenere il primato della persona aiutandola ad emergere dalla condizione di clandestinità. È una proposta di legge all’avanguardia quella approvata oggi pomeriggo dalla giunta della Regione Toscana (scaricabile in allegato). Un provvedimento in cui i vari articoli tengono conto anche delle prospettive di evoluzione della normativa nazionale oltre che della giurisprudenza costituzionale, senza tralasciare molti dei principi contenuti nello Statuto della Toscana. Della proposta di legge si parlerà in modo approfondito in uno speciale realizzato da Vita, in collaborazione con la Regione Toscana, che arriverà in allegato al prossimo numero del magazine agli abbonati toscani.

”La nostra intenzione con questa proposta di legge” ha spiegato il presidente della Regione Claudio Martini,  “è di affrontare questo delicato tema in modo serio e concreto e non demagogico. La nostra idea è di rendere più semplice la condizione dei regolari e di combattere l’irregolarità. Chi vive e fa il proprio dovere civico in Toscana deve vedersi semplificata la vita. Pensiamo cosa potrebbe succedere se un giorno tutti gli stranieri che vivono in Italia decidessero di assentarsi per un paio di mesi? Interi settori produttivi sarebbero costretti a chiudere, il paese si fermerebbe. Queste persone sono per noi un’opportunità non una minaccia”

Riprende Martini: “La legge che presentiamo non ha la pretesa di creare ex novo un nuovo sistema di servizi per il cittadino straniero ma di potenziare e sviluppare quelli che già ci sono. Vogliamo creare le condizioni per informarli su ciò che è un loro diritto avere, per renderli concretamente parte integrante e attiva della società in cui vivono”.

 In Toscana, secondo i dati dell’ultimo dossier Caritas/Migrantes, presentato poche settimane fa, a fine 2007 gli stranieri hanno superato per la prima volta il tetto dei 300 mila, arrivando a 319 mila unità. L’aumento percentuale varia tra il 4,7% e il 10,2%, dato superiore a quello nazionale, compreso tra il 2,6% e l’8,1%. Rispetto alla popolazione toscana l’incidenza varia tra l’8,3% e l’8,8% (nel 2005 era del 6,8%). Le maggiori concentrazioni sono a Firenze, Prato e Pisa., e sono in aumento le presenze sulla costa, specie al nord. Il primato per l’incidenza sul totale dei residenti spetta a Prato: 14,2%, valore più che doppio rispetto al dato nazionale, 6,4%. Sopra alla media nazionale anche Arezzo e Firenze 10,3%, Siena 9,9%, Pistoia 8,4%, Grosseto 7,6% e Pisa 7,4%. La comunità più consistente è quella albanese, mentre a livello nazionale la Toscana è la terza regione d’italia per entità delle rimesse. Infine, dal 2000 a oggi è triplicato il numero degli studenti stranieri a scuola. In particolare, è quintuplicato quelli degli alunni delle superiori.

Anche i dati confermano quindi che le dimensioni dell’immigrazione in Toscana hanno raggiunto livelli impensabili fino a qualche anno fa. ”Questo testo di legge”, ha ricordato l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori, ”è stato il frutto di un percorso concertato e partecipato, al quale ha contribuito tutta la società toscana. Il fenomeno ormai è inarrestabile, occorrono regole certe ed omogenee per governarlo. Non vogliamo che gli immigrati vengano trascinati dentro un sistema, che gli siano imposte delle regole ‘dall’alto’. Devono essere loro i protagonisti attivi della comunità in cui hanno scelto di vivere. Una delle condizioni principali per far si che ciò si realizzi è informarli delle opportunità a loro disposizione».

Il testo si compone di 9 capi e 37 articoli. Attenzione particolare viene riservata a tutte quelle azioni positive che mirano a facilitare le relazioni tra cittadino straniero e servizi del territorio come quelli sanitari, dell’istruzione, del lavoro, della casa mediante interventi tesi a superare le barriere linguistiche e culturali che impediscono la fruizione piena dei diritti ed una partecipazione consapevole.

Nelle pagine della proposta di legge, inoltre, si fa particolare riferimento al riconoscimento dei titoli professionali, all’accesso dei giovani stranieri al servizio civile regionale e, per chi ha competenze adeguate, al mondo dell’imprenditoria, all’insegnamento della lingua italiana e alla necessità di interventi sociali urgenti e indifferibili e alla regolamentazione dell’accesso degli extracomunitari irregolari al servizio sanitario. L’assistenza è garantita ai bambini o in caso di infortunio, malattie gravi, patologie infettive e in gravidanza. Alcuni servizi sono completamente gratuiti, altre volte viene richiesto il pagamento del ticket. Il clandestino che va da un medico o in ospedale riceverà le cure necessarie e non sarà denunciato per il fatto di non avere il permesso di soggiorno. Attenzione particolare viene infine rivolta ai soggetti “deboli”. Richiedenti asilo e rifugiati, minori e donne in stato di gravidanza, vittime di tratta e sfruttamento, detenuti.

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