Politica
La Tav terrorizza il governo
Il ministro dell'Interno scatena la reazione in Val di Susa
Il ministro dell’Interno Cancellieri teme che nel mirino delle nuove frange terroristiche possa adesso esserci chi ha lavorato al progetto della Tav. Il movimento No Tav protesta subito, e la polemica si accende anche sui giornali.
- In rassegna stampa anche:
- WELFARE
- AMBIENTE
- INNOVAZIONE
- LAVORO
Lunga intervista al ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri su LA STAMPA, nella quale il ministro chiarisce e smorza il peso della frase detta ieri e “mal interpretata”: «La Tav è per gli Interni la madre di tutte le preoccupazioni». Frase e ragionamento che ha creato un immediato collegamento tra il clima di tensione per il ritorno del terrorismo dopo l’attentato al manager Ansaldo e una possibile degenerazione delle proteste per i lavori in Val Susa. Precisa il ministro: «Il timore è che il terrorismo anarcoinsurrezionalista possa strumentalizzare questo dissenso (per la Tav) e colpire chi ha responsabilità nei lavori per le opere della Tav». Il timore è quello di un allargarsi a macchia d’olio di “compiacenze” con il nuovo terrorismo, che pesca nel malcontento diffuso e nella diffusa tensione sociale: «L’eversione anarcoinsurrezionalista, calibrando la sua azione su obiettivi popolari, potrebbe comunque avere, ripeto, un consenso da parte di ristrette fasce di popolazione». Parole che più che tranquillizzare, impensieriscono, insomma. Sulla possibilità di mettere in campo l’esercito, la situazione è ancora interlocutoria. Scrive LA STAMPA, riportando le parole della Cancellieri: «Non ci saranno militari in più da destinare alla nuova emergenza terrorismo. Ci sarà invece una «razionalizzazione» dei circa 4mila che già concorrono all’ordine pubblico nell’operazione “Strade sicure”. A questo, come alla revisione delle scorte e degli obiettivi sensibili sul territorio, stanno lavorando in queste ore le singole prefetture in vista della riunione del Consiglio nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica di giovedì prossimo che varerà il piano di contrasto al rischio eversione».
«La Tav nella lista dei bersagli»: questa frase del ministro Cancellieri è il titolo che apre pagina 20, sul CORRIERE DELLA SERA, che di questo tema non fa cenno in prima. Scrive Fiorenza Sarzanini: “Il timore più forte degli analisti è che le «inchieste» sui possibili obiettivi siano già state effettuate. E che i terroristi della Fai possano tornare a colpire in tempi brevi. A questo pensa il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri quando, durante una visita ad Alessandria, dichiara che «la Tav è la madre di tutte le preoccupazioni». I movimenti di contestatori si infuriano convinti di essere stati messi sullo stesso piano di chi ha sparato la scorsa settimana all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Il Comitato di Bussoleno dirama una nota per dire che «si tratta di affermazioni gravi e adesso la misura è colma». E infatti, neanche poche ore dopo, il ministro precisa che «non c’è alcun collegamento con il terrorismo e la frase riguardava i problemi di ordine pubblico». In realtà il vero riferimento per la titolare del Viminale è ai possibili «bersagli» legati all’opera della Val di Susa, al fatto che «una nuova azione possa essere legata proprio a quel progetto» dunque a chi l’ha studiata e adesso lavora per realizzarla”. In secondo pezzo, di taglio, Erika Dellacasa e Andrea Pasqualetto scrivono: “Eccoli gli anarchici greci. Spuntano da un blog, ringraziano e minacciano. Ringraziano gli attentatori di Roberto Adinolfi: «La scelta dei compagni della Fai/Fri di chiamare la cellula che ha attaccato col nome di Nucleo Olga per la nostra compagna Olga Ikonomidou è un grande onore per noi e un profondo atto di amicizia, che non verrà mai dimenticato». E minacciano i magistrati che indagano su di loro, in particolare i pm di Bologna colpevoli di aver inviato avvisi di conclusione indagini a 5 membri delle loro Cellule di fuoco: «È un tempo pericoloso per la mafia degli accusatori che presto potrebbero incontrare una fitta pioggia di proiettili o una potente bomba»”.
REPUBBLICA tratta dell’allarme lanciato dal ministro Cancellieri a pag. 16. ‘Terrorismo, scontro Cancellieri-No Tav, “Valsusa madre di ogni preoccupazione”’ è il titolo dell’articolo firmato da Massimo Calandri. Nelle prime righe viene subito riportata la seconda dichiarazione del ministro, che vuole smorzare i toni: “Le parole non si riferivano al rischio di lotta armata”, ha precisato il Viminale dopo che Alberto Perino, leader del movimento valsusino, aveva spiegato: “Non abbiamo nulla a che fare con il terrorismo. La nostra è una lotta di popolo. Abbiamo anche noi paura dei terroristi, perché sappiamo, da Piazza Fontana in poi, che è uno dei sistemi storicamente utilizzati anche dallo Stato per infiltrare i movimenti”. Poi vengono anticipate parte delle scelte che farà giovedì il Comitato nazionale di sicurezza, che individuerà in tutta Italia gli obiettivi sensibili da proteggere: a Roma, scrive REPUBBLICA, sono già stati definiti quattro luoghi e sette esponenti del mondo economico da proteggere, due scorte e sette tutele mobili a Genova.
IL GIORNALE, all’interno, dedica solo un piccolo trafiletto alla Val di Susa. “Tav madre di tutte le preoccupazioni” è l’articolo di Adrea Cuomo che riporta le dichiarazioni del ministro dell’Interno Cancellieri. «La mente corre al rischio che la protesta in Val di Susa possa diventare uno degli incubatori del nuovo terrorismo su cui ci si interroga da giorni, dopo la gambizzazione del manager di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi a Genova e i volantini con la stella a cinque punte delle Br ritrovati a Milano. Lei, l’inquilina del Viminale, appena le polemiche la travolgono tiene a precisare che l’affermazione “non è legata in alcun modo al rischio terroristico ma alle preoccupazioni relative alle opere da realizzare per l’alta velocità Torino-Lione, alle esigenze delle comunità locali e ai problemi di ordine pubblico”. Ma essendo per mestiere chiamata a occuparsi di questioni di sicurezza e non di infrastrutture, è chiaro che le sue parole suonino come una mezza dichiarazione di guerra al movimento che si oppone all’alta velocità in Val di Susa».
IL MANIFESTO mette in evidenza quella che chiama “l’equazione” e titola in prima pagina “Terrorismo-Tav, il Viminale lancia l’allarme poi ci ripensa” per essere più esplicito a pagina 6 con il titolo “Il Viminale se la prende con la Tav” dove si dà voce a Alberto Perino, uno dei leader del movimento No Tav che riferendosi al Governo dice che «il Tav per loro è una preoccupazione, perché è la loro cassaforte» e poi parafrasando il ministro Cancellieri aggiunge che«il Tav è la madre di tutte le nostre preoccupazioni perchè noi non vogliamo che si faccia. In questi giorni si fanno pericolosi parallelismi tra il movimento No Tav e la lotta armata». Il manifesto riporta le dichiarazioni anche di Paolo Ferrero, di rifondazione comunista che commenta che le parole del ministro «sono vergognose la Val di Susa non è un problema di ordine pubblico e nulla ha a che fare con il terrorismo». Il manifesto poi vira sul «terrorismo, quello vero» per ricordare il summit di giovedì e rilanciare la necessità di affrontare l’argomento con «cautela, sotto tutti i punti di vista».
“Tav madre di tutte le preoccupazioni” è il titolo del pezzo de IL SOLE 24 ORE a pagina 23: «Ieri il ministro Cancellieri, ad Alessandria, ha detto che il progetto Tav (treno ad alta velocità) «è la madre di tutte le preoccupazioni». Sono fioccate le proteste per una presunta associazione con i rischi di eversione, soprattutto dai movimenti No Tav, e il titolare del Viminale ha precisato: quelle parole non erano legate «in alcun modo» al rischio terrorismo. Vero è, però, che all’interno della protesta No Tav, in gran parte espressa in forme legittime, si sono infiltrate da tempo frange eversive, come hanno testimoniato diverse analisi delle forze di polizia – Ros e Digos – e dei servizi di informazione e sicurezza. Abbassa la tensione il direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza, Antonio Manganelli: “La stagione del terrorismo è chiusa e sarei molto cauto ad affermare il contrario”».
La Tav è la madre di tutte le preoccupazioni. Anche AVVENIRE nota come sia questa la frase che si è lasciata sfuggire il ministro Cancellieri in un colloquio sul terrorismo, che ha fatto sentire «criminalizzati» gli esponenti del movimento No-Tav. Lei ha fatto retromarcia, escludendo il riferimento al terrorismo ma precisando che si riferiva «all’ordine pubblico» e annunciando che non intende «impiegare militari in più». Eppure i nostri 007, davanti al Copasir, dice AVVENIRE, hanno parlato di recente proprio di Tav, sottolineando come i due assi su cui i gruppi anarchici stanno tentando di «intercettare la protesta sociale» sono proprio la Tav e Equitalia.
E inoltre sui giornali di oggi:
WELFARE
REPUBBLICA – A pagina 13 apertura dedicata al ‘Giro di vite sui redditi più alti’ previsto dalle imminenti misure governative. “Il Governo è pronto a rivoluzionare il Welfare assistenziale italiano”, scrive REPUBBLICA, attraverso una delega contenuta nel decreto Salva-Italia. “Le finalità sono quelle di razionalizzare la spesa socio-assistenziale con lo scopo di ottenere risparmi da redistribuire alle fasce più deboli. In sostanza lo spirito è quello di ridurre le prestazioni a coloro che hanno maggiori redditi e patrimoni e aumentarle a coloro che si trovano in situazioni economicamente peggiori”. Ulteriore novità è la revisione delle modalità di calcolo dell’Isee, Indicatore della situazione economica: “all’interno del computo del nuovo Isee confluiranno anche altre entrate del nucleo familiare come le pensioni sociali e gli assegni familiari”. Inoltre, dipenderanno da tale Indicatore prestazioni fino a oggi universali e indipendenti dal reddito, “come gli assegni di accompagnamento per gli invalidi. Sotto i 15mila euro di reddito Isee gli assegni resteranno intatti, sopra ci saranno delle riduzioni proporzionali al reddito”. La questione è comunque ancora aperta a modifiche, ma secondo REPUBBLICA l’obiettivo è chiaro: “far pagare di più le prestazioni in base al reddito”.
AMBIENTE
CORRIERE DELLA SERA – “Non solo mare pulito. Le 246 spiagge con la Bandiera blu” è il titolo che apre pagina 26. Scrive Margherita De Bac: “Aumentano le Bandiere blu in Italia, contrassegno di spiagge pulite e ambiente tutelato. Diventano 246, tredici in più rispetto al 2011, con new entry celebri come Anacapri, Ventotene, Sanremo e Palau oltre a Monopoli in Puglia, Melissa in Calabria e Petacciato in Molise. Aumentano di pari passo anche le polemiche, corredo immancabile dei riconoscimenti attribuiti ogni anno dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee) in collaborazione con Enel Sole. Non tutti sono disposti a prendere per oro colato le pagelle di cui i Comuni si fregiano per attrarre turismo e prenotazioni di vacanze estive. Ne prende le distanze Legambiente che tra qualche settimana, a giugno, uscirà con i risultati dei prelievi compiuti da Goletta verde, 170 esami chimici sulle acque. E suggeriscono di rivedere i criteri di selezione i chimici del Consiglio nazionale. Si attende inoltre il rapporto aggiornato sullo stato delle coste italiane dei ministeri Salute e Ambiente. Tre classifiche diverse che possono disorientare il consumatore poco esperto. Riconfermata la qualità del 97% dei luoghi marini premiati lo scorso anno ai quali si aggiungono 61 approdi, due in meno rispetto alla precedente edizione. In rimonta il Sud. Campione regionale ancora la Liguria, con 18 bandiere, seguita da Marche e Toscana (16), quindi l’Abruzzo, con 14. Si ferma a quota 13 la Campania, poi la Puglia con 10, Emilia Romagna (8), Sardegna, Veneto e Calabria (6), Lazio e Sicilia (5), il resto sparse tra Lombardia, Piemonte, Molise e Basilicata. Tra le 246 spiagge a cinque stelle, tre sono in riva al lago”.
INNOVAZIONE
IL SOLE 24 ORE – “Nasce la fondazione per le start up”: «La nuova Fondazione R&I – presentata ieri a Roma – punta a creare un «ecosistema per l’innovazione», ha spiegato il suo vice-presidente Riccardo Varaldo, puntando su un’alleanza «pubblico-privato» che vede come soci fondatori Intesa Sanpaolo, Finmeccanica, Enel e Telecom Italia, insieme alla Scuola Sant’Anna di Pisa, all’Istituto di tecnologia guidato da Roberto Cingolani e al Politecninco di Milano (con l’aggiunta anche della Fondazione Cariplo e Netval, il network che riunisce 53 atenei, Cnr ed Enea). La Fondazione valuterà i progetti migliori offrendo servizi cruciali come formazione, consulenze e assistenza nella ricerca dei fondi e con le imprese trasformate in “tutor industriali” in un percorso di accompagnamento delle start up che va dall’aiuto nello sviluppo del prodotto fino al possibile inserimento nella loro stessa “supply chain”».
LAVORO
ITALIA OGGI – Nella sezione “consulenti del lavoro” da segnalare il pezzo a cura dell’ordine nazionale dei consulenti del lavoro sugli emendamenti alla riforma del lavoro. Queste le novità in evidenza: 1. La stipula del primo contratto a tempo determinato senza indicare le motivazioni passa da 6 a 12 mesi. 2. Sono previsti esoneri per i datori di lavoro che occupano meno di 10 lavoratori ai vincoli del nuovo apprendistato. 3. Aumentano i parametri per capire se le partite iva sono reali o fittizie. 4. Il lavoro intermittente apre a nuovi soggetti (over 55 e under 24) e riduce le sanzioni. 5. Meno restrizioni e più vincoli anche per il lavoro accessorio.
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