Non profit

La Tata, l’auto che va a filantropia

Il 65% delle azioni è detenuto da due trust che erogano il 12% degli utili al sociale. Il contributo nel 2006 è stato di 370 milioni di euro...

di Redazione

Capitalizza circa 57 miliardi di dollari, una cifra sufficiente a ripagare il debito dei 40 Paesi più poveri al mondo. Costruisce auto low cost, sforna ghisa e acciaio dagli altiforni, fornisce energia, opera nel campo delle telecomunicazioni, è il numero due del tè, possiede hotel a 5 stelle e realizza software. È solo un emisfero del vasto pianeta del gruppo Tata (oltre 90 società), la multinazionale indiana, fondata nel 1868 da una famiglia di parsi zoroastriani, che a colpi di acquisizioni (l?ultima, da 10 miliardi, è l?offerta sul gioiello della siderurgia anglo-olandese, la Corus) sta facendo tremare anche i padroni del vapore del Vecchio continente.

Eppure, nonostante la valanga di denaro movimentata, i membri della famiglia Tata non figurano nella top 100 dei Paperoni. Perché il patrimonio aziendale non è personale. Ma è controllato al 65% da due holding di vecchia data del tutto ?particolari?, il Sir Dorabji Tata and Allied Trust (fondato nel 1935) e il Sir Ratan Tata Trust (1919). Si tratta di due istituzioni filantropiche che si finanziano con i dividendi dell?azienda e arrivano ad erogare fino al 12% degli utili. Nel 2005 Dorabji Trust ha staccato assegni per 17 milioni di euro in favore del terzo settore (ong in prima fila), il Rata Trust altri 5 milioni: insieme con le altre 9 fondazioni di famiglia il contributo alle cause sociali sfonda quota 370 milioni. «Capitalisti per definizione, socialisti per carattere», è il motto di Tata Sons.

Il daana (donare) è profondamente radicato nella cultura indiana, tanto che, secondo stime del centro indiano per la filantropia Sampradaan, il 96% della middle e upper class del subcontinente devolve denaro, almeno una volta l?anno, ad enti non profit. Ma il modello Tata va oltre la tradizione e vanta specificità uniche nel panorama della corporate philanthropy. Il 6 dicembre l?associazione First di Londra ha omaggiato Ratan Tata, alla guida del gruppo dal 91, del titolo di «campione del capitalismo responsabile del 2006».

Ma a singug si sgombera…

Ma i critici di Tata non mancano. Nei giorni dell?incoronazione del nuovo re della csr, nel West Bengala centinaia di contadini e lavoratori venivano sgombrati dalla polizia perché si rifiutavano di piegarsi alla legge degli espropri dei terreni. Nell?area di Singug sorgerà l?impianto per il nuovo sogno dei Tata: l?utilitaria per tutti (o quasi), a soli 2.200 euro.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.