Politica

La svolta sociale di Barnier

Il Commissario europeo con delega al Mercato Interno e ai Servizi dice basta al capitalismo selvaggio

di Joshua Massarenti

Il Mercato unico. Ecco una roccaforte che la società civile non è mai stata in grado di conquistare, ma che ora mostra le sue prime crepe. La svolta risale al 27 ottobre quando il Commissario europeo con delega al Mercato Interno e ai Servizi, Michel Barnier ha presentato il Single Market Act, che contiene cinquanta proposte per rinnovare il mercato interno offrendo più spazio a “un’economia sociale di mercato molto competitiva”.

Un mercato unico necessario, ma impopolare

“Il mercato unico è sempre più necessario” ha dichiarato Barnier, “ma sempre meno popolare”. Ora, “non è possibile perseguire il progetto europeo senza i cittadini”. La soluzione risiede per l’appunto in “un patto per un’economia sociale di mercato”, che verrà sottoposto a una consultazione pubblica prevista nei prossimi quattro mesi (con scadenza prevista il 28 febbraio 2012). Le iniziative riprese nella versione definitiva faranno poi l’oggetto di proposte legislative da parte della Commissione da qui alla fine del 2012.

“Abbiamo visto i disastri provocati dal modello liberale che negli ultimi quindici o vent’anni si è imposto nei servizi finanziari” ha sottolineato il commissario Ue. Purtroppo i contribuenti europei hanno pagato le conseguenze di un comportamento insensato e immorale di alcuni banchieri che si sono precipitati a testa bassa nell’era dell’ultraliberalismo e della deregulation. E’ forse giunta l’ora di ri-orientare il modello di crescita fin qui adottato”.

I nemici di Barnier

Una sfida che non si annuncia per niente facile. La comunicazione presentata da Barnier è stata al centro di un dibattito intenso nel team di Barroso, composto in stragrande maggioranza da commissari di centrodestra noti per essere allergici al “sociale”. La reticenza sarebbe tale da spingere Barnier a dichiarare durante la sua conferenza stampa che “la parola ‘sociale’ non è una parolaccia”.

A provocare l’ira di alcuni commissari è la “clausola sociale” che l’ex ministro francese dell’Agricoltura nel governo Fillon ha inserito nelle sue 50 proposte per avere “la garanzia che i diritti fondamentali, in particolar modo i diritti sociali collettivi, non saranno messi in discussioni da nessuna legislazione riguardante il mercato interno”. Da cui la volontà di Barnier di imporre “uno studio d’impatto sociale prima di ogni proposta legislativa”.

Le tre proposte clou per il sociale

Tre sono le proposte del commissario per un Mercato unico fondato sull’economia sociale. “In primo luogo, l’Iniziativa per un’imprenditoria sociale deve permettere di liberare le riserve di talenti e di risorse finanziarie esistenti negli Stati membri, riconciliando i professionisti della gestione e del finanziamento con gli imprenditori portatori di progetti innovativi sul piano sociale e portatori di crescita”.

Il secondo obiettivo si propone di “migliorare il panorama giuridico nel quale si struttura una parte dell’economia sociale”. Una delle iniziative che la Commissione vuole proporre riguarda lo Statuto europeo delle Fondazioni, “uno strumento giuridico vitale che faciliterebbe molto le donazioni transfrontaliere e le attività di una fondazione su scala europea” secondo il chief executive dell’European Foundation Center, Gerry Salole. Per consentire alle fondazioni Ue di superare gli ostacoli attuali, la Commissione presenterà un regolamento sullo statuto prima della fine del 2011”.

La terza e ultima proposta legata alla “governance e alla responsabilità sociale d’impresa mira a ridefinire un ruolo dell’impresa nell’economia contemporanea”, con l’obiettivo di “migliorare la trasparenza, in particolar modo nel campo dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile”.

Per portare a termine i suoi impegni (non soltanto quelli sopramenzionati), “la Commissione intende rafforzare la consultazione e il dialogo con la società civile nella preparazione e nell’applicazione dei testi. Un’attenzione particolare verrà concessa ai consumatori, alle Ong, ai sindacati, alle imprese, ai risparmiatori e alle collettività territoriali nelle consultazioni che precedono l’adozione di proposte”.

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