Politica

La svolta ideologicabdel centrodestra

di Redazione

F a una certa impressione leggere oggi qualche pagina di La paura e la speranza , il libro di Giulio Tremonti uscito nel marzo scorso. Lì si trovano tutte le coordinate e tutti i pensieri che ispirano la vera e propria ideologia che sta prendendo forma e corpo nel centrodestra e si esprime soprattutto sull’asse Tremonti – Lega Nord. Quasi in maniera direttamente proporzionale (basta consultare gli atti parlamentari), mentre svapora l’ideologia progressista e di sinistra (come spiegare altrimenti l’impegno a dar vita a tre tv in una settimana: YouDem, Red Tv e la web tv del Pdci?), prende sempre più corpo un’ideologia di centrodestra, con i suoi valori, i suoi principi e i suoi nemici. E Tremonti ne è il suo profeta. Ecco cosa scriveva nel libro citato: «Per la difesa dell’Europa non basta il Pil, serve un “demos”. Una visione strutturata e stabilizzata della società. Sicurezza sul lavoro, per fare una famiglia con i bambini. Sicurezza sociale, per programmare con serenità il proprio futuro nel bisogno e nella vecchiaia. Sicurezza portata dalla garanzia della legge e dell’ordine. Per il “demos” serve la politica. Ed alla politica servono tanto una cultura ed uno spirito collettivo positivo – un “ethos” – quanto il potere per affermarlo. I popoli domandano ed i governi devono poter rispondere». Bisogna ripartire dai valori primi in un’epoca di crisi e non dai valori secondi, ragiona Tremonti, ma i valori «non si raccolgono come fiori in un campo. Bene e male come valori politici hanno un senso solo in relazione a qualcuno che li impone. Non devono e non possono essere necessariamente valori universali. Basta che sul piano dell’organizzazione sociale, e cioè sul piano della politica, bene e male siano definiti come tali da noi e per noi e per gli altri che vogliono venire da noi». Ecco il pensiero che sta dietro e ispira le misure sulla sicurezza, quelle contro i fannulloni nella pubblica amministrazione, i tagli alla scuola e all’università, le mozioni alla Camera sulle classi “d’inserimento”. Ed è un pensiero forte, non debole, è un pensiero che ha dignità perché guarda in faccia i problemi e la crisi, anticipandone spesso l’evoluzione. «È finita in Europa l’età dell’oro. È finita la fiaba del progresso continuo e gratuito. La fiaba della globalizzazione, la cornucopia del XXI secolo. Una fiaba che pure ci era stata così bene raccontata. Il tempo che sta arrivando è un tempo di ferro. (?) Quello che doveva essere un paradiso salariale, sociale, ambientale si sta infatti trasformando nel suo opposto. Va a stare ancora peggio chi stava già peggio. Sta meglio solo chi stava già meglio».
Dimenticatevi il partito-azienda di Berlusconi, l’epoca del conflitto di interessi e della ressa di ex democristiani ed ex socialisti, questo centrodestra esprime ideologia (valori primi) e, tramite la Lega, sta sul terreno, perciò condensa consenso.
Meglio saperlo per chi s’accontenta di Travaglio e Di Pietro e abbia forza e pensiero sufficienti per esprimere un’idea del mondo altrettanto forte e capace di guardare in faccia i problemi, enormi, che abbiamo di fronte a noi.


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