Cultura

La svolta della Convenzione. Europa, apri il tuo futuro

Esclusivo. Intervista a Romano Prodi. Il presidente della Commissione sul domani della UE

di Riccardo Bonacina

Presidente della Commissione europea dal 22 gennaio 2000 (il suo mandato scadrà nel gennaio 2005), Romano Prodi ha festeggiato i suoi primi due anni da premier avviando i lavori della Convenzione europea che avrà il compito di scrivere la Carta costituzionale di un gigante politico ancora in cerca di se stesso. In concomitanza dovrebbe nascere un Forum della società civile europea e delle sue organizzazioni. Si tratta di una scelta, di un esperimento interessantissimo anche in proiezione globale (da più parti si invoca una riforma dell?Onu che preveda una Camera della società civile). Ma come questo avverrà non è ancora chiaro. Il nostro dialogo con il presidente Romano Prodi parte proprio da qui.
Vita: Presidente come immagina il Forum della società civile, quale il suo ruolo, quali saranno i criteri di scelta, di rappresentanza?
Romano Prodi: Innanzitutto vorrei ricordare che la Convenzione in sé rappresenta un?innovazione nella storia comunitaria. Per la prima volta a disegnare il futuro dell?Europa, fino alla definizione di una vera e propria Carta costituzionale, sono membri dei parlamenti nazionali ed europeo, oltre a quelli dei governi e della Commissione; i rappresentanti diretti dei popoli che fanno parte dell?Ue e di quelli candidati ad aderirvi. è un coinvolgimento diretto dei cittadini europei; proprio quello che volevo quando, nella notte del vertice di Nizza, proposi di lanciare la Convenzione affinché le riforme fossero discusse in piena legittimità democratica e non più in fumose e segrete riunioni notturne tra pochi potenti. Allora fui scambiato per un marziano. Dopo pochi mesi, ecco il lancio della Convenzione, composta da oltre cento leader politici nazionali di primissimo piano. Spetterà proprio alla Convenzione definire modi e tempi del coinvolgimento della società civile. La Commissione, per quanto abbia spinto fortissimamente affinché si arrivasse a quest?assemblea costituente, è solo una delle componenti che ne fanno parte. è la Convenzione che rappresenta direttamente i cittadini; è sovrana.
Vita: Il suo mandato si sta caratterizzando per prese di posizione nette (e decisamente distinte dagli Stati Uniti) in fatto, per esempio, di tutela ambientale (si pensi al libro verde presentato nel luglio dello scorso anno); di responsabilità sociale delle imprese (si pensi all?iniziativa di Csr-Corporate social responsability); di ruolo dei corpi intermedi della società (European foundation Center). Il tutto, però, fatica ad essere ?riconoscibile? come tratto distintivo della politica europea. Per quale ragione?
Prodi: Sinceramente non vedo questa carenza di riconoscibilità. I due modelli, americano ed europeo, sono diversi da sempre pur appartenendo allo stesso alveo culturale comune. Diciamo che sono due modi compatibili e legittimi di organizzare lo stesso modello di società democratica, pluralista e libera. L?Europa si è sempre distinta per una più spiccata cultura della solidarietà e della tolleranza; con le istituzioni a farsi carico della difesa delle fasce deboli, temperando eventuali eccessi del capitalismo. Ma questo non significa che oltre Atlantico ci sia il Far West e l? homo homini lupus. Abbiamo di fronte la culla dei diritti civili e delle libertà individuali inalienabili.
Vita: Dove sta allora la differenza?
Prodi: Secondo il loro modello molta della politica di assistenza deve essere lasciata alla libertà individuale, per usare un termine inesatto all? ?iniziativa privata?. Forse in Europa a volte si verifica una difficoltà di percezione perché al suo interno ci sono molte anime. Ma che il modello europeo, soprattutto continentale, abbia una sua forte e precisa identità è innegabile. E personalmente debbo dire che lo preferisco a quello statunitense che in alcuni aspetti mi appare un po? troppo spietato con i deboli e generoso con i forti.
Vita: Lei ama definire l?Europa un?unione di minoranze. Perché? Per tranquillizzare Bossi? Che equilibri tra Unione e Stati? E tra Unione e Regioni
Prodi: Perché è un fatto che l?Europa è un unione di minoranze; non certo per tranquillizzare o agitare nessuno. è un fatto che nell?Europa si uniscano le specificità culturali e storiche di tutte le comunità che vi partecipano (e in Europa nessun Paese comanda sugli altri). Specificità tutte rispettate e valorizzate perché la ricchezza irripetibile dell?Europa è la sua capacità di far convivere, coesistere e sviluppare armonicamente ogni diversità. Per quanto attiene agli equilibri dovrà essere la Convenzione a proporre come meglio definirli.
Vita: Mi fa qualche esempio concreto dei vantaggi che comporterà ai cittadini, per esempio, italiani?
Prodi: Gliene faccio tre. In primo luogo, è un?occasione di sviluppo economico e sociale che garantirà a tutti la crescita della prosperità, del commercio, della produzione e dell?occupazione, come puntualmente avvenuto in occasione dei passati allargamenti dell?Unione. In secondo luogo, l?allargamento assicura un altro balzo avanti della ricerca scientifica, di quella tecnologica e delle potenzialità culturali. è vero che allarghiamo a Paesi in ritardo di sviluppo, ma si tratta di Paesi di piena cultura europea e di grandissima tradizione civile, scientifica, tecnica e sociale; nazioni che hanno sempre dato personalità di assoluto rilievo alla storia.
Vita: E il terzo esempio?
Prodi: è che siamo davanti alla prima e forse ultima occasione offertaci dalla storia per riunire l?Europa nel consenso e con il consenso, con mezzi pacifici e democratici. L?Unione Europea fin dalla sua nascita ha garantito al suo interno pace, solidarietà e tolleranza ; già immediatamente fuori dai suoi confini sono continuati conflitti e violenze. Non credo sia bene presentarsi al Giudizio con la responsabilità di avere vanificato questa opportunità di pace per un egoismo da ricchi che fanno conti economici da quattro soldi e per giunta anche sbagliati
Vita: Esattamente dieci anni fa lei pubblicava un libro intitolato Il tempo delle scelte (dall?omonima serie di lezioni di economia andate in onda con successo sulla Rai) che si concludeva con questa affermazione: «Gli ingredienti del successo sono il cervello e la solidarietà». A distanza di dieci anni è sempre convinto di tale assunto?
Prodi: Cervello, solidarietà, tolleranza, coraggio e responsabilità. Cervello, solidarietà e tolleranza sono ingredienti che non necessitano di ulteriori spiegazioni. Arriva un momento nella storia di ogni uomo che ci si trova di fronte alla scelta ; non a una scelta, alla scelta. Per un uomo politico si tratta di decidere se, per misero tornaconto personale, piegarsi alla forza di umori popolari incontrollati cavalcando valori discutibili (badi bene parlo di umori, non della volontà popolare invece sovrana) oppure se avere il coraggio di mantenere dritta la barra per superare l?uragano a servizio dell?interesse comune anche mettendo a rischio il proprio futuro. Questa è responsabilità; e ci vuole coraggio ad assumerla.
Vita: Rimanendo in tema di libri, qualche anno fa lei scrisse Il capitalismo ben temperato. Oggi non sembra che questo sia il ?destino? del capitalismo (basti pensare al crack Enron che ha portato alla luce tutte le nefandezze degli eccessi). Come la finanza può contribuire a ?temperare? il modello di capitalismo attualmente imperante?
Prodi: Non spetta alla finanza ma alla politica temperare. è vero, ogni singolo uomo deve temperare dentro di sé gli aspetti peggiori del carattere. Ma non posso chiedere al lupo di badare alle pecore. Il lupo non è affatto cattivo, quella è semplicemente la sua natura. Spetta alla politica porre limiti e tutele; limiti immaginati non a svantaggio dei più forti cui limitare la sfera di azione (anche loro hanno diritto di vivere e crescere; sono stati gli avventurieri a tracciare la via delle scoperte), bensì a protezione dei più deboli per evitare che siano espulsi oltre i margini della società.
Vita:Che idea si è fatto del movimento dei no global? Quali le istanze giuste, quali le sbagliate? Che contributo si aspetta da questo movimento di movimenti?
Prodi: La violenza è sbagliata. La confusione, la demagogia e la disinformazione premeditata sono sbagliate. Ma essi pongono un problema che esiste e va risolto; rispecchiano un malessere che c?è e va curato. La principale difficoltà è far comprendere che quei fori multinazionali che loro contestano come demoniaci, sono gli unici a poter intervenire a soluzione del difficile problema che abbiamo di fronte. I danni della globalizzazione esistono perché occorre maggiore globalizzazione e un suo più forte governo. Non il contrario. I Paesi africani più poveri del mondo sono quelli ai margini della globalizzazione, non quelli che ne usufruiscono in pieno, come le nazioni di nuovo sviluppo dell?Asia o dell?America Latina. Le fasce deboli squassate dalla globalizzazione (bambini schiavi, donne, vecchi, lavoratori senza diritti) hanno bisogno di un più forte governo mondiale della giustizia sociale, non di essere abbandonati.
Vita: Quale la maggiore lezione del successo del changeover dell?euro?
Prodi: Che i cittadini europei, al di là di demagogie e inevitabili contraddizioni, vogliono più Europa e la vogliono subito.
Vita: C?è una paura, una preoccupazione rispetto all?Unione: i cittadini hanno il sospetto che avranno a che fare con una superburocrazia, per giunta più lontana. Come risponde a queste paure? Quali garanzie?
Prodi: Ecco le contraddizioni. La Convenzione è convocata proprio per questo. Non c?è una superburocrazia, nessuno vuole un superstato. Ammettiamo, per assurdo, che in delirio la Commissione europea decida norme astruse; con quale forza può farle applicare contro la volontà dei parlamenti nazionali ed europeo? Rammento sempre che la struttura democratica dell?Unione è la seguente: il presidente della Commissione è indicato dal Consiglio dei governi membri che rispondono del loro operato ai parlamenti nazionali; la Commissione affronta la fiducia del Parlamento europeo eletto a suffragio universale; ogni atto della Commissione, a parte l?accordo con il Consiglio, deve essere ratificato dai parlamenti nazionali. Spetta ora alla Convenzione rendere ancora più democratiche ed efficaci le istituzioni comuni ma già direi che sono a buon livello .
Vita: Una parola sull?Italia ce la deve dire. Come sta guardando i mal di pancia della politica italiana? In particolare: chi governa fa regime? E chi si oppone è davvero al folclore?
Prodi: E dove è scritto? Non posso e non voglio interferire nella politica interna di sovrani Stati membri, fin quando è possibile e ragionevole farlo.

www.unioneeuropea
La Convenzione via Internet: con l’avvio dell’attività della Costituente europea ecco i siti web per partecipare e per spiare i lavori e le conclusioni dei 105 delegati incaricati di disegnare i nuovi assetti dell’Ue.
Il sito della Convenzione sul quale saranno forniti tutti i documenti ufficiali, il calendario degli incontri, gli ordini del giorno è:
european-convention.eu.int/Default.asp?lang=FR&Content=
Quello delle ong è europa.eu.int/futurum/

(ha collaborato Francesco Maggio)

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