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La Svizzera vieta i minareti

Passa il referendum anti Islam: reazioni e commenti

di Franco Bomprezzi

Gli svizzeri nel segreto dell’urna smentiscono i sondaggi della vigilia e dicono no alla costruzione di minareti in territorio elvetico. Il referendum choc provoca immediate reazioni politiche anche in Italia. I giornali registrano e commentano.

Il CORRIERE DELLA SERA apre con un secco: “No della Svizzera ai minareti”. Esulta il leghista Castelli: «Ora va inserita la croce nella bandiera italiana». «La Svizzera dice no ai minareti. A sorpresa, l’iniziativa per il bando dei simboli religiosi musulmani è stata accettata al referendum con il 57% dei voti. In base ai risultati ufficiali, solo quattro dei 26 cantoni che formano la Confederazione hanno respinto la proposta avanzata dal partito della destra populista dell’Udc e della destra cristiana dell’Udf. Data la maggioranza sia degli elettori che dei cantoni, il voto comporterà quindi la modifica dell’articolo 72 della Costituzione, che regola i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose: il divieto della costruzione dei minareti vi verrà inserito come una misura «atta a mantenere la pace fra i membri delle diverse comunità religiose». A pag 2 Hami Ramadan, direttore del centro islamico di Ginevra commenta così: «Questo è il primo paese al mondo a bandire questo simbolo, eppure qui i musulmani sono ben inseriti». Così invece Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatorio romano: «Era un referendum da respingere. Ma il problema è simbolico: sulla libertà di culto non cambia granchè». Dalla prima partono invece due commenti a firma di Vittorio Messori (“Una lezione salutare”) e di Pierluigi Battista (“Un divieto offensivo”). Partiamo da Messori: «La Svizzera non fa che confermare il complesso dell’assedio che sempre più va diffondendosi in Europa. Qualcosa come l’allarme dei barbari alle porte che contrassegnò gli ultimi secoli dell’impero romano. Può esserci del positivo, malgrado le rampogne dei vescovi: innanzitutto la riscoperta della nostra civiltà e cultura, abbandonando quell’inspiegabile odio di sé che caratterizza da tempo l’Occidente per usare le parole di Joseph Ratzinger». Replica Battista: «…Nel referendum svizzero hanno bocciato a maggioranza la libertà religiosa. Non la tutela del paesaggio, ma la guerra preventiva ai luoghi di preghiera».

 “La Svizzera dice no ai minareti La Lega: ora la croce nel tricolore”. Con questo titolo e fotografia in taglio centrale LA REPUBBLICA riferisce il medio evo prossimo venturo. Due pagine di servizi e un commento di Renzo Guolo: “Adesso l’Europa teme il contagio”. Il 57% dei cittadini elvetici ritiene che non si debbano costruire nuovi minareti. Il referendum promosso da esponenti della destra anche estrema ha ottenuto un successo assolutamente imprevisto. Il ministro della Giustizia, Eveline Schlumpf, ha riconosciuto che sono state sottovalutate «le paure diffuse nella popolazione nei confronti di correnti islamiche fondamentaliste, che potrebbero rifiutare le nostre tradizioni statali e non riconoscere il nostro ordinamento giuridico». Quanto al presidente del Coordinamento delle organizzazioni islamiche in Svizzera, Farhad Ahsahar, dice che «quello che ci fa più male non è il rifiuto del minareto, ma piuttosto il segnale che arriva dalle urne». La Conferenza episcopale elvetica, tramite il suo segretario generale, monsignor Gmur, esprime perplessità: «quelli che sostenevano il referendum dicono che la religione deve essere una cosa privata, che ognuno può pregare dove vuole ma non in luoghi pubblici. Nello stesso tempo si dicono cristiani. Ma per un cristiano il culto non può essere solo un fatto privato». Una coerenza analoga a quella della destra elvetica, mostra in queste ore la Lega che, con Castelli, propone di mettere la croce nel tricolore e con Calderoli che nell’intervista  a fianco afferma: «le moschee in Italia ci possono essere, ma devono essere compatibili con i nostri pensieri, le nostre usanze». Cosa intenda dire, chi lo sa. Diverso il parere del politologo musulmano Tariq Ramadan: “Un risultato scioccante  è il trionfo della paura”: «i partiti più estremisti sono quelli che stanno guidando il dibattito sull’Islam in Europa… Si sta facendo leva sulla paura della gente per far passare il messaggio che l’Islam non  è compatibile con la società europea. E questo è scioccante». Quanto al commento, Guolo sottolinea che  lo stop non riguarda la libertà di culto, ma la dimensione simbolica della presenza islamica del paese. Una distinzione molto sottile.

“La Svizzera mette al bando i minareti” così IL GIORNALE titola il pezzo di  Paolo Del Debbio per sottolineare il 57,5% con cui gli elvetici hanno detto no alla costruzione di nuovi edifici islamici. «Minareto viene da una parola araba che vuol dire faro: di questa luce gli svizzeri hanno deciso di fare a meno». La cosa che secondo Del Debbio conta di più è che la gente non ascolta i salotti. «Quando iniziò questa storia del referendum sembrava una scampagnata di qualche esaltato, una ristretta minoranza di scalmanati che, a detta dei più, non sarebbe andata da nessuna parte». E invece il risultato è stato clamoroso. «Da nessuna parte è andato tutto quell’establishment che era contro coloro che non volevano più minareti in Svizzera». A questo punto il giornalista propone un paragone con l’Italia sottolineando come, nel caso si proponesse un referendum simile nel nostro paese, si andrebbe incontro ad un risultato molto vicino a quello elvetico. «La necessità di integrare gli immigrati è sacrosanta, ma ci vuole chiarezza, molta chiarezza. Altrimenti succede come in Svizzera». Dunque una certa parte politica deve cominciare a rendersi conto che la paura della gente va presa sul serio e non tacciata di populismo e razzismo.

“La Svizzera dice no ai nuovi minareti”. LA STAMPA riprende in prima pagina un reportage dalla Svizzera. Dalla moschea di Chiasso (in via Bossi, Emilio…) Mohamed dice: «Non vogliono che costruiamo minareti? E noi non li costruiamo. I nostri problemi non sono quelli. Sono il lavoro che vogliono togliere agli stranieri. Sono i documenti che gli svizzeri non danno agli stranieri». Le dichiarazioni raccolte sono tutte moderate, «parole misurate dettate anche dalla paura» registra il cronista, preoccupazioni più legate a problemi pratici e quotidiani, al lavoro e alla vita sociale, che alla religione. LA STAMPA accosta due interviste: a Matteo Salvini (Lega) e a Izzedin Elzir, portavoce dell’Unione delle Comunità e organizzazioni islamiche in Italia. Il primo parla di «alta lezione di democrazia e di buon senso»: «viene cancellato un simbolo visibile che non c’entra nulla con la Svizzera». Il secondo sostiene che, anche per combattere il fondamentalismo, «servirebbero nuove moschee». «Non ce la sentiamo più di pregare in garage e scantinati, non degni della nostra comunità, che umiliano e avviliscono» dice. Sulla Lega: «il confronto è l’unico strumento». Sui rapporti con la chiesa cattolica: «Ottimi. La Chiesa non è contro la costruzione dei luoghi di culto. Chi crede rispetta la fede degli altri».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

AHMADINEJAD
CORRIERE DELLA SERA – Il presidente iraniano lancia la sfida: “«Dieci nuovi siti nucleari»”: «Ahmadinejad ha aggiunto che la Repubblica islamica dovrebbe darsi come obiettivo una produzione di 250-300 tonnellate di combustibile nucleare l’anno e che comunque il progetto sarà discusso nella prossima riunione del governo». Le reazioni: «Preoccupazione» espressa da Londra, mentre è stata ancora dura la reazione del Dipartimento di stato americano all’annuncio di Teheran sui nuovi siti: gli Stati Uniti hanno bollato la costruzione dei nuovi impianti come una nuova violazione da parte dell’Iran dei «suoi obblighi di sospendere tutte le sue attività di arricchimento». Secondo la Casa Bianca, questi piani sono un altro esempio della scelta di Teheran di «isolarsi dal resto del mondo».

LA REPUBBLICA – Teheran nuova sfida alla comunità internazionale: “apriamo 10 centrali” per l’arricchimento dell’uranio. Solo venerdì scorso l’Aiea aveva criticato la mancanza di cooperazione di Teheran sul suo programma nucleare. Nel giro di poche ore gli iraniani hanno annunciato tre mosse: la costruzione di altri 10 siti, la minaccia di salire da un arricchimento dell’uranio dal 3,5 al 20% e la minaccia di ridurre la cooperazione con l’Aiea, l’agenzia nucleare dell’Onu. Immediata la reazione americana: è la scelta di isolarsi dal resto del mondo.

BERLUSCONI
CORRIERE DELLA SERA – “La mafia?  «L’ho combattuta più di tutti»” dice il premier Silvio Berlusconi che aggiunge: «Questo è il terreno civile e politico sul quale intendo anche contrastare la campagna di stampa del gruppo La Repubblica-Espresso che chiamerò a rispondere, sul piano penale e civile, dei danni arrecati alla dignità della mia persona, della mia famiglia e dall’azienda Fininvest». Intanto sempre sulle pagine del CORRIERE Dell’Utri chiede che la legge sui pentiti vada cambiata: «Si dovrebbe modificare la legge sui pentiti. Io ho un evidente conflitto d’interesse, però parlo a nome delle migliaia di persone che hanno avuto la vita rovinata dai pentiti e che poi sono stati assolti perchè il fatto non sussisteva o per altro».

LA REPUBBLICA – “Mafia, Berlusconi all’attacco”. Il titolone in prima e molto spazio alla posizione del premier. «Nessuno come me ha fatto tanto contro la mafia», dice. Intanto il Pdl sta ragionando su come presentare una proposta di legge che neutralizzi il concorso esterno in associazione mafiosa. C’è spazio anche per Dell’Utri: intervenuto ieri a “In mezz’ora” di Lucia Annunziata ha spiegato che taluni pm fanno parte di una rete… che Magistratura democratica in particolare è organizzatissima e che se cade Berlusconi non si salva nessuno… Nemmeno Fini.

IL GIORNALE – “Berlusconi, due patacche di Repubblica” è il titolo di apertura con editoriale di Alessandro Sallusti. Il quotidiano della famiglia Berlusconi si schiera a difesa del proprietario e lo fa screditando i due “testimoni” della tesi di accusa della Repubblica. Il giornale di De Benedetti «scrive un mucchio di panzane. I due testimoni che La Repubblica sta usando in questi giorni per sostenere la sua tesi (il patrimonio di Berlusconi avrebbe origini mafiose). Il primo è un consulente finanziario della Procura di Palermo che nel 1997 studiò l’origine dei capitali del Cavaliere, giungendo alla conclusione che una parte erano di origine sospetta e quindi mafiosa» tranne poi, nel 2007, a conclusione di una lunga vertenza «ammettere di essersi sbagliato  e di grosso e che alla luce di ulteriori accertamenti escludere nella maniera più assoluta “l’apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest”. Il passaggio del 2007 La Repubblica lo tace completamente. Il Giornale pubblica il testo integrale in cui Giuffrida smentisce se stesso. Il secondo teste è Paolo Madron, giornalista economico del Sole 24 ore che aveva scritto un libro, Le gesta del Cavaliere, in cui secondo il giornale di De Benedetti c’è tutto nero su bianco. Intervistato da Il Giornale «l’interessato cade dalle nuvole: “nel mio libro non c’è nessuna traccia di capitale malavitoso, basta leggerlo”» E qui arriva la chiusura de Il Giornale «Già bastava leggere le carte invece che piegarle ai propri interessi».

CSR
SOLE24ORE – “La responsabilità sociale trascura la competitività”: Questo il titolo di un articoletto del SOLE che riferisce le conclusioni di una ricerca sulla responsabilità sociale d’impresa realizzata dalla società di consulenza Rga su un campione di top manager globali. L’Italia non è messa bene: siamo solo al 26esimo posto nel mondo, alle spalle di nazioni come Arabia Saudita, Cina, Brasile, India. Perché? «Le imprese italiane si concentrano sui benefici immediati in termini di reputazione e lasciano in ombra il potenziale di competitività e sviluppo delle loro buone pratiche». In testa ala classifica c’è la Svizzera seguita da Danimarca, Singapore e Usa.

WELFARE AZIENDALE
ITALIA OGGI – Sotto l’occhiello “Le vie per uscire dalla crisi”, ITALIA OGGI presenta “il welfare a misura d’azienda”, con una panoramica delle iniziative messe in campo negli ultimi mesi dalle aziende. Dopo l’ormai noto esempio di Luxottica, che ha varato da tempo misure a tutto raggio, dal rimborso dei libri di testo ai voucher per la spesa sanitaria, Carrefour ha varato un pacchetto di 250 euro di sconti per le sue neomamme, Sap ha creato i gas interni, l’Atm di Milano garantisce consulenze gratuite su problematiche familiari  e abitative. Motto: «un utile in meno, un occupato in più».

VOLONTARIATO
SOLE24ORE – Il SOLE in Affari privati nella pagina Volontariato affronta la prossima Assemblea generale del settore convocata a Roma per venerdì 4 e sabato 5 dicembre. Una «costituente» per discutere di riforma della legge 266,  5 per mille, crisi delle donazioni e dei volontari.

ADOZIONI
ITALIA OGGI – La Corte di Cassazione, con sentenza n. 24589 del 21 novembre 2009, ha stabilito che può essere adottabile il figlio di una coppia povera che continua a fare figli nonostante le avverse condizioni economiche. Il caso specifico riguarda una coppia emiliana, che «vive di stenti e in precarie condizioni igienico sanitarie» ma ha avuto ben quattro figli in quattro anni, in quanto in cerca del figlio maschio. Le quattro bambine sono state dichiarate adottabili dal tribunale di Bologna, la coppia ha fatto ricorso in Cassazione e ha perso.

USA
LA STAMPA – “Un bambino su quattro mangia con i buoni pasto”. Obesità e fame vera vanno a braccetto nell’America della recessione moderna, scrive Glauco Maggi da New York. Sempre più diffusi i buoni pasto: gli aventi diritto sono i nuclei famigliari con reddito inferiore al 130 per cento del livello di povertà fissato dal governo. “Record di povertà: 36 milioni di persone non riescono a sfamarsi” è il sommario-shock dell’articolo.


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