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La strigliata di Napolitano
Rassegna stampa a cura della redazione di Vita. Sintesi di Franco Bomprezzi
di Redazione

Il presidente della Repubblica parla ai giornalisti e i quotidiani di oggi danno ampio spazio alle sue riflessioni.
Il Corriere della Sera dedica le pagine 2 e 3 all’appello di Napolitano: «Il paese non ha alternative alle riforme», rischia «di precipitare nel nulla» Poi, sul lodo Alfano: firma meditata e basta «ingiurie ai simboli della Repubblica». Secondo il “dietro le quinte” firmato dal quirinalista del Corriere Marzio Breda si tratta di “una risposta a freddo dopo giorni di polemiche”, come recita il titolo. Sempre Breda: «Il Colle ha preferito un intervento sistematico a freddo in grado di riassumere l’intero contenzioso…unica eccezione alla reprimenda a tutto campo, il cenno sul ministro leghista Calderoli. Citato «come esempio positivo» per il metodo con il quale lavora a costruire convergenze sul federalismo”.
La Stampa dedica una pagina al discorso del capo dello Stato. In rilievo in un box “le frasi del presidente“: «La disputa quotidiana su chi voglia il dialogo e chi no, è diventata una stucchevole altalena». «Ci si fermi sulla china pericolosa dell’esasperazione dei rapporti tra maggioranza e opposizione». «Il governo non abusi di decreti d’urgenza e voti di fiducia. Apprezzo clima e collaborazione sul federalismo». Positivi i commenti di tutti, no comment di Antonio Di Pietro (Idv): «Non commento le parole del presidente».
Per il Giornale Napolitano e l’ultima dichiarazione sulla giustizia: “La riforma della giustizia è necessaria” hanno un richiamo in prima e il pezzo di cronaca di Massimiliano Scafi a pag. 5. L’occhiello sul Lodo Alfano: “L’ho firmato in modo meditato e motivato indipendentemente da sollecitazioni”. Oltre a sottolineare quanto il Presidente ha detto alla stampa in occasione dei saluti estivi il pezzo cita lo spirito che ha pervaso la conferenza stampa: “L’Italia ha bisogno di dialogo, invece si sta avvitando in risse inutili e dannose o in stucchevoli dispute”. Il Giornale dice che Napolitano prima della vacanze, come un arbitro, ha voluto fischiare il break. E allora è il momento di fare il punto della situazione con tanto di box con la raccolta delle frasi del presidente su: Intercettazioni, Istituzioni, Giustizia, Lodo Alfano,Riforme, Rai.
Su Avvenire, Napolitano è in prima con un «Napolitano: tornate al dialogo. No al muro contro muro». Il presidente definisce stucchevole la disputa quotidiana sui giornali, dice che il luogo del confronto è il Parlamento, non i talk show, richiama a stare attenti a doverose distinzioni di posizioni e ruoli, richiama al rispetto dei simboli e delle istituzioni… «solo così potremo corrispondere alle più profonde aspettative degli italiani». Tra i commenti, da segnalare quello di Calderoli: «Siamo rimasti solo il Presidente ed io a pensare al dialogo».
Napolitano per la Repubblica è sì in prima pagina, ma a corredo dell’apertura che è invece dedicata al taglio delle pensioni sociali. Tuttavia all’interno c’è una pagina intera in cui viene ripreso più che l’appello al dialogo la condanna per l’insulto al tricolore. Di spalla, intervista ad Antonio Di Pietro che tiene il punto: «In una democrazia pure le decisioni di un capo dello Stato si possono criticare. Il lodo Alfano è incostituzionale e immorale. Vogliamo essere liberi di criticare una legge inopportuna e pure il presidente, se la firma».
Su Il Sole 24 Ore spazio all’appello di Napolitano affinché le parti politiche non scivolino nel muro contro muro sull’onda dello scontro sulla giustizia. In particolare auspica la fine del blocco su Rai e Consulta. L’invito è che «ci si fermi sulla china pericolosa dell’esasperazione del reciproci rapporti».
Da segnalare oggi anche la protesta degli africani sfollati a Napoli. Il Corriere della Sera ne parla a pag. 16 in Cronaca. Il gruppo dei 50 africani dopo esser stati respinti da una scuola dei Quartieri spagnoli e aver dormito 3 notti all’addiaccio, non sono riusciti a stare nemmeno in Duomo. Una schiera di poliziotti antisommossa li ha infatti respinti: è la prima volta che un’occupazione del Duomo ha un epilogo di questo genere. Ora il gruppo di sfollati dovrebbe essere alloggiato, così è stato concordato con il sindaco Iervolino, in uno stabile a Pianura.
La Stampa riporta la cronaca dell’occupazione del duomo di Napoli da parte di un centinaio di immigrati. Si tratta di immigrati dalla Costa d’Avorio, dal Ghana e dal Burkina Faso – precisa l’articolo – e tra loro ci sono 36 rifugiati politici e 76 richiedenti asilo. Tanti i bambini. Dopo tre notti all’addiaccio hanno deciso di protestare. Il comune aveva già messo a disposizione due soluzioni. La prima era una scuola nei quartieri spagnoli, ma una ventina di residenti hanno alzato le barricate impedendo agli immigrati di accedere alla struttura. La seconda era uno stabile a Scampia, in parte utilizzato come autoparco dell’Asìa, l’azienda che si occupa della raccolta di rifiuti in città (sic!). In questo caso sono stati gli immigrati a rifiutare.
Sugli immigrati di Napoli il Giornale si limita a poco più di una breve a pag. 6, in basso. Ma dedica un’inchiesta alla regione Campania con il suo “debito due volte peggio del Kenya”.
Avvenire a p. 13, ospita la cronaca della mattinata di ieri a Napoli. Gli immigrati sono in strada da mercoledì scorso. La protesta in Duomo si è risolta con la mediazione del direttore della Caritas, anche se di fatto è il Comune che ha trovato una soluzione a Scampia. Polemiche dell’assessore ai servizi sociali, Giulio Riccio, contro il cardinal Sepe e l’intervento delle forze dell’ordine per far liberare la chiesa alle 12.30, ora di chiusura: «mancato rispetto della carità cristiana».
Su il manifesto grande spazio alla vicenda del Duomo di Napoli (pezzo di Francesca Pilla: “Napoli non vale una messa”), messo anche in prima di copertina con il titolo “I rifiutati di Napoli”. Si racconta la lunga giornata e il conflitto tra migranti e polizia, culminato con i primi che sono stati “aggrediti e selvaggiamente pestati dalla polizia”, secondo quanto riporta Giulio Riccio, assessore alle politiche sociali di Napoli, poi intervistato nel pezzo d’appoggio. In particolare, il pezzo di Pilla fa leva su uno dei tre arrestati, Mousa Borè, ivoriano: “Hanno continuato a pestarlo mentre ci portavano negli uffici”, dice Celeste Ramos, sindacalista capoverdiana della Uil-immigrati, anche lei arrestata e poi rilasciata. E ancora, “è messo male, per questo non lo liberano”, dice chi ha visto l’ivoriano.
E inoltre sui quotidiani di oggi:
Il Giornale – pag. 3 nasce il sindacato COFO – comitato fannulloni operosi. Gli statali protestano: “basta con la campagna diffamatoria” . E raccolgono firme per presentare ricorso al Tar contro la legge. Rienzi di Codacons appoggia la protesta degli Statali.
Avvenire – Doppia pagina sul Welfare del futuro con sintesi del libro verde di Sacconi. La sintesi del ministro è che «la nostra anomalia è il lunghissimo 68, che ha diffuso i germi del nichilismo e dell’irresponsabilità. Noi vogliamo muoverci sul fronte opposto, quello dell’antropologia e della vita». Risposta di Enrico Letta: «Governiamo in 15 regioni, il confronto è inevitabile. Il metodo della consultazione pubblica è corretto. Ma il governo si contraddice».
Avvenire – Il san Gallicano di Roma, storico istituto che si occupa di medicina dell’immigrazione, sede del neonato Istituto nazionale per la promozione della salute dei migranti e contrasto delle malattie della povertà a ottobre già rischia la chiusura. Il governo infatti ha cancellato i fondi stanziati dal governo Prodi. Aldo Morrone dice: «ho scritto a tutti, nessuno mi ha risposto. Solo la Roccella, per dire che apprezza la nostra attività ma il governo impone di tagliare i fondi
Il manifesto – pag.9: in Messico il governo di Calderon vuole privatizzare la compagnia
petrolifera statale Pemex. Il governo ombra di Lopez Obrador (citato da molti esperti come modello di opposizione governativa per la sua serietà e tenacia) si è mobilitato e ha indetto tre referendum in tutto il paese per chiedere ai messicani il loro parere: l’esito del primo è schiacciante: 86% dice no alla privatizzazione. Ma la consulta ha solo valore politico e non legale.
La Repubblica – Una delibera di Comune di Torino prevede che i bambini delle detenute delle Vallette possano frequentare l’asilo nido del Comune, invece che quello interno al carcere, per poter uscire e socializzare con gli altri bambini. Sono circa dieci bambini che entreranno di diritto al nido, senza passare dalla graduatoria, e verranno accompagnati dalle assistenti sociali e dalle volontarie di associazioni che lavorano in carcere.
Il Sole 24 Ore – Pag. 27: Carcere, collasso vicino, 55mila detenuti contro una capienza di 43mila e una tollerabilità massima di 63mila. La crescita della popolazione carceraria non si ferma, anzi accelera, e le cose potranno solo peggiorare visti gli ultimi provvedimenti del governo su inasprimento delle pene e nuovi tipi di reati. Parecchie le curve pre e post indulto: prima dell’indulto i detenuti in Italia erano 61mila, dopo 38mila. Il brutto è che 28mila di tutti i carcerati sono in regime di custodia cautelare. Quanto alla componente etnica, il 41% è europeo (di cui 12% albanesi, 5,5% ex jugoslavi), quasi il 50% africano, 4,8% dell’Asia e 6% sudamericano.
Italia Oggi – “Super-paga all’onorevole. No all’obbligo di documentare le spese. Così crescono gli stipendi” apre così il quotidiano con un articolo del direttore Franco Bechis sulla bocciatura di Camera e Senato della richiesta dei radicali di introdurre l’obbligo di documentare le spese rimborsate ai parlamentari e di rendere pubblici su internet questi dati. Si tratta di 5mila euro netti al mese…
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