Non profit

La storia dei veri Avatar

I Dongria si battono per la loro montagna sacra. Come i Na'vi di Cameron

di Fabrizio Carbone

Lo stato è quello di Orissa, in India. Qui, in un angolo remoto, vive un popolo tribale di 8 mila anime che si batte per la sua sopravvivenza: sono i Dongria Kondh. La montagna dove vivono, ed è considerata sacra, si chiama Niyamgiri e rischia di essere distrutta perché ricchissima di bauxite. Il governo indiano l’ha data in concessione alla compagnia britannica Vedanta Resources che ha l’intenzione di farne una gigantesca miniera a cielo aperto e raderla al suolo per ricavarne alluminio. Questi sono gli ingredienti e gli attori  di una vicenda che da pochi mesi sta diventando un caso internazionale.

Il popolo dei Dongria Kondh vive da sempre in quella zona e mantiene un tenore di vita accettabile grazie allo sfruttamento ecologico della foresta dove vengono estratti frutti, piante e legname. Nelle zone aperte i Dongria coltivano cereali e riso secondo i sistemi tradizionali tramandati da centinaia di anni. I rappresentanti di questa popolazione hanno fatto sapere che non vogliono vedere distrutte le foreste che ricoprono Niyamgiri e danno loro sostentamento. Così una delegazione ha iniziato a battersi contro il gigante minerario. “Noi non ce ne andremo mai, piuttosto ci faremo uccidere uno per uno” è stata la dichiarazione iniziale dei capi tribali. Subito dopo hanno chiesto, era l’inizio del 2009, l’aiuto e la solidarietà di Survival International, la Ong fondata più di 30 anni fa dall’antropologo Claude Levy Strauss. Da quel momento è scattata una campagna di sensibilizzazione del caso che sta mobilitando non solo semplici cittadini di tutto il mondo ma anche la Chiesa Anglicana d’Inghilterra e Amnesty International. Il dito è puntato contro la Vedanta, una delle 100 società più quotate alla Borsa di Londra, che ha già costruito una gigantesca raffineria nella pianura dominata dalla montagna dei Dongria Kondh. Il governo inglese dopo 9 mesi di indagini aveva scritto alla società raccomandando un cambiamento sostanziale dei suoi comportamenti nei rapporti con la popolazione tribale e a difesa dei loro diritti. Ad una prima richiesta dei Dongria di far sospendere l’attività mineraria la Suprema Corte indiana aveva respinto l’istanza , suggerendo però ai responsabili della Vedanta di offrire alla popolazione locale una reddita sostanziale in base ai guadagni della società, fondata dal miliardario indiano Anil Agarwal.

Ma la situazione è precipitata alla fine del 2009 quando vere e proprie bande di uomini armati sono comparse lungo tutto il perimetro dell’area destinata alla miniera a cielo aperto prima terrorizzando donne e bambini, bloccando ogni accesso alla zona e impedendo a chiunque di avvicinarsi ai Dongria. Per sensibilizzare l’opinione pubblica Survival ha prodotto un breve film intitolato “Mine, storia di una montagna sacra” (clicca qui per vederlo) che in Italia ha la voce narrante dell’attore Claudio Santamaria. Le denunce, portate in Inghilterra e in Europa, hanno provocato reazioni  molto importanti. La Chiesa Anglicana, dopo aver inviato una delegazione in Orissa, ha deciso di disinvestire alcune decine di milioni di sterline dalla Vedanta per “evidenti motivi etici”. Si è saputo così che la stessa cosa avevano fatto anche il governo norvegese (13 milioni di dollari), il gruppo scozzese d’investimenti Martin Currie (2,3 milioni di sterline) e il BP pension fund aveva ridotto il suo pacchetto di azioni.

I Dongria si sono rivolti  infine al regista  James Cameron con un appello che è stato  pubblicato l’8 febbario scorso da Variety , la rivista più importante della cinematografia internazionale. “La storia di Avatar e dei Na’vi della foresta di Pandora è uguale alla nostra vicenda. Infatti c’è chi vuole distruggere la nostra vita, sbancando la montagna sacra di Niyamgiri. Noi abbiamo visto il suo film. Ora lei guardi il nostro”.


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