Un riduttore di flusso miscela l’aria e abbatte i consumi del 50%. Brevetto di una azienda brianzola. Per invertire la rotta ci vuole poco. Non solo in bagno, ma anche in cucina. E alla fine si guadagna pure C’è un’Italia accorta e oculata: sa che pompaggi e canalizzazioni richiedono energia, che la depurazione impone processi chimici inquinanti e che per scaldarla si bruciano combustibili fossili. E c’è un’Italia che fa acqua da tutte le parti. È quella che vive a getto continuo; che apre i rubinetti con disinvoltura, che usa lo scarico wc come un cestino della spazzatura, che regola lo scaldabagno al massimo, salvo poi scoprire che nella vasca ci si potrebbe bollire un’aragosta. Poco male: acqua ce n’è. Consumare senza pensarci è un attimo: 40-50 litri in cucina; dagli 8 ai 30 litri ad ogni colpo di sciacquone; 100 per un bagno nella vasca; 50 per la lavastoviglie; 170 la lavatrice, ciclo completo a 90 °C. Solo 2 litri utilizzati per bere. Fino a un consumo pro capite per uso domestico di circa 190 litri al giorno, pari a 68,4 metri cubi annuali, in lieve calo rispetto al 2007 (rilevazione Istat sugli indicatori ambientali urbani 2008). Risparmiare “oro blu” è ormai un imperativo ecologico dovunque: perché l’ipersfruttamento delle risorse idriche è già in atto anche in regioni ben fornite. E perché l’energia fossile è ai minimi storici. L’Enea calcola che per un anno di docce calde ciascuno brucia 320 litri di petrolio, 250 per alimentare la lavapiatti.
Piccoli segreti
È possibile ridurre i consumi, senza limitare il benessere in famiglia? La Carta europea dell’acqua dice di sì. Fino al 50%. Con piccoli accorgimenti. Non aprire il rubinetto al massimo e limitare il getto continuo è il principio base: per esempio, mentre ci si strofina i denti, ci si rade o si lavano le stoviglie. Fare la doccia al posto del bagno significa usare 50 litri al posto di 100. Azionare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico consente a una famiglia di tre persone un risparmio minimo di 8 mila litri l’anno. Con un nota bene: un ciclo di lavaggio a 30° C richiede circa 80 litri; a 90° C il doppio. Una chicca: l’acqua in cui si è bollita la pasta, riciclata per lavare i piatti, sgrassa meglio perché ricca di amidi, con risparmio anche di detersivo. Le verdure, invece, meglio lasciarle a mollo in una bacinella, usando l’acqua corrente solo per risciacquare: meno 4.500 litri l’anno. Se possibile, infine, non usare quella potabile per lavare l’automobile.
Ritrovati della tecnica
Semplici regole dettate dal buon senso, che trovano una valida sponda nell’uso di accorgimenti tecnici, come aeratori a basso flusso per docce e rubinetti, e una corretta manutenzione degli impianti idrici. Attiva nella promozione di energia da fonti rinnovabili la ditta brianzola Ad Hoc commercializza semplici ed economici kit Salvalacqua, che sono specifici per il risparmio idro-energetico. « Si tratta di dispositivi che, applicati alla parte terminale dei rubinetti o prima delle docce a cornetta o soffioni a muro, garantiscono una riduzione dei consumi del 50%. Più di qualunque altro prodotto su piazza», spiega Anna Bruneri, responsabile commerciale di Ad Hoc. «La composizione dei quattro kit ad uso domestico varia in rapporto alle esigenze. Sono tutti dotati di un riduttore di flusso per la doccia che miscela aria e acqua, senza alcuna differenza percepita da parte dell’utente. Inoltre dispongono di cartucce rompigetto che garantiscono flussi di 7/8 litri in rapporto alla pressione dell’acqua per i modelli di base, di 7 litri a prescindere per i modelli più elaborati. Ad Hoc offre, infine, la chiavetta Key One, un dispositivo brevettato per la pulizia del canale di aerazione e dei passaggi d’acqua. Efficace per evitare depositi calcarei e ridurre i costi di manutenzione».
I prezzi variano da 10 a 15 euro, per un risparmio in bolletta di circa 70 euro all’anno e una riduzione in termini di emissioni di CO2 di circa 146 kg.
www.salvalacqua.it
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