La stampa con la tecnologia 3D ha la possibilità di diventare sostenibile. Creare con una stampante 3D un prototipo per l’industria, costruire uno stampo per gioielli o ricreare in casa un pezzo degli scacchi perso chissà dove è un’operazione ormai ordinaria per molti, ma non per questo senza conseguenze sull’ambiente e la salute. Le resine fotosensibili utilizzate dalle stampanti 3D ora in commercio sono a base acrilica e rilasciano durante la lavorazione e l’uso sostanze volatili tossiche, i VOC i composti organici volatili.
Ma nel giro di poche settimane i ricercatori dell’università di Pavia brevetteranno una speciale resina derivata dagli oli vegetali esausti che promette di costare meno di quella acrilica ora in commercio, ridurre fortemente le emissioni di sostanze inquinanti, produrre pochissimo scarto e riutilizzare una risorsa considerata uno scarto, come l’olio di frittura, in pieno stile #economiacircolare.
Carla Augello e Diego Savio Branciforti sono due degli ingegneri che stanno portando avanti il progetto dell’Università di Pavia nel laboratorio Rad Chem Lab il Laboratorio di Chimica delle Radiazioni e Spettroscopia EPR, nome complicatissimo per dire che lavorano da anni nel campo della chimica delle radiazioni e dello studio di meccanismi di reazione tramite spettroscopia EPR, valorizzando le biomasse, come gli oli esausti, alla chimica dei materiali, dalla meccanochimica alla stampa 3D (nella foto in basso i due ingegneri durante un intervento a YATTA! Fai da noi , il makerspace in centro a Milano) .
Tra i progetti che il laboratorio sta portando avanti c’è anche lo sviluppo di un materiale con le stesse caratteristiche fisiche del legno, derivato da materiale ligneo-cellulosico di scarto (un campione del prodotto è ritratto nella foto). Il nuovo materiale stampato in 3D infatti galleggia e riproduce perfettamente la disposizione delle fibre del legno. Nonostante la ricerca sia ancora nella sua fase iniziale è in corso una collaborazione con il museo del Violino di Cremona per replicare gli strumenti usati da Stradivari in copie perfettamente identiche, nelle dimensioni se non, al momento, nelle prestazioni.
Il lavoro dei ricercatori parte dal fatto che la stampa 3D ha subito una rapida diffusione irrompendo anche nelle nostre case, divenendo un dispositivo alla portata di tutti, affiancandosi quindi sulle nostre scrivanie ai PC e agli smartphone.
Una spinta allo sviluppo è certamente dovuta ad una maggiore semplicità d’uso particolarmente favorita dalla presenza sul mercato di modelli open-source e dalla nascita di comunità amatoriali e ovviamente alla riduzione dei costi.
La maggior parte delle stampanti in fascia di prezzo medio bassa disponibili sul mercato, comprese quelle open, realizza oggetti attraverso la deposizione di materiale plastico fuso. Un altro tipo di stampanti, che funziona (foto)polimerizzando resine liquide, ha il vantaggio di avere alte velocità di stampa e maggiore risoluzione dei dettagli dell’oggetto stampato. Tuttavia allo stato attuale, la bassa diffusione di queste ultime è dovuta al costo superiore dei materiali ed alla loro tossicità.
Per contribuire ulteriormente allo sviluppo di questa tecnologia il Laboratorio dell’Università di Pavia sta appunto realizzando una stampante a resina alla portata di tutti ed in totale rispetto al concetto di open source per quel che riguarda tutte le sue componenti, oltre a nuove resine a basso impatto ambientale e biocompatibili per applicazioni innovative.
Gli oli naturali possono essere utilizzati, ad esempio, come basi di partenza per la preparazione delle resine. Verranno anche esplorate nuove applicazioni della stampa a fotopolimerizzazione per lo sviluppo di materiali funzionali, ovvero in grado di avere applicazioni tecnologiche particolari come cambiare forma a seconda degli stimoli esterni.
Fino all’8 agosto è possibile contribuire alla raccolta fondi in corso attraverso la piattaforma di crowdfunding universitiamo, un bel modo per sostenere il progetto per una stampa 3D sempre più sostenibile.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.