Cultura

La Speranza contro la paura

Il vecchio Papa in Canada incontra i giovani: anticipiamo l’editoriale di Vita magazine in edicola

di Giuseppe Frangi

Con l?efficacia che lo contraddistingue, Ilvo Diamanti qualche settimana fa ha coniato una formula perfetta per i tempi che stiamo vivendo: ?L?insicurezza artificiale?. L?insicurezza infatti si sta rivelando un?arma potente e stabilizzante per tanti sistemi politici occidentali. Lo è, nel suo piccolo, per l?Italia, che senza nessuna emergenza di ordine pubblico ha varato la nuova legge sull?immigrazione; lo è per la Francia, che sull?onda (in questo caso molto più reale) della delinquenza giovanile, ha consegnato alla destra un potere saldo e monolitico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: in meno di un baleno, Parigi ha varato la legge più dura contro i minorenni, che contempla il carcere anche per i tredicenni. Lo è per la Spagna che per difendere le sue frontiere si è accapigliata con il Marocco attorno al possesso di uno scoglio. Lo è, tragicamente, per Israele dove, come un meccanismo a orologeria, gli attentati kamikaze arrivano ogni volta a disfare la fragilissima trama di pace e a dar ragione alla protervia di Sharon (una protervia culminata nell?agghiacciante strage di Gaza, dove per colpire un terrorista gli F16 hanno ucciso nove bambini). Lo è naturalmente per la più grande potenza del mondo, che dopo l?11 settembre, gioca la carta sicurezza per consolidare un sistema traballante sotto una crisi sociale invisibile ma pesantissima e sotto una serie impressionante di crack finanziari. L??insicurezza artificiale? non ha riverenze neppure nei confronti del vecchio papa, alla faccia di tanti apologeti che ci hanno propinato, in questi mesi, un cattolicesimo baluardo di civiltà contro i nuovi barbari. Alle giornate mondiale della Gioventù di Ottawa ben seimila giovani non hanno ricevuto il visto per partecipare a quella grande festa di vita con Giovanni Paolo II. Sono stati bloccati centinaia di ragazzi africani, l?intera delegazione cinese, molti giovani di Haiti e naturalmente gran parte di quelli provenienti dal Medio oriente. Così sono caduti nel vuoto gli appelli del Papa a non avere paura: e saranno a malapena 200mila i giovani presenti, una piccola parte rispetto alla straordinaria folla di Tor Vergata 2000 che contava ben duemilioni di ragazzi. La chiesa evidentemente fa comodo quando si può arruolarla nelle strumentali battaglie di civiltà, ma è meglio metterla nell?angolino quando ?pretende? di essere cattolica e universale? La priorità della sicurezza è diventata un incubo, un?ansia alimentata con sapienza, e che giustifica tutto. Intacca i rapporti personali, mette in crisi tutti i legami, come potrebbe accadere in America dopo la decisione di George W. Bush di reclutare milioni di cittadini statunitensi come spie e informatori dell?amministrazione. Una mossa che ha messo in allarme tutti i paladini delle libertà civili. In base al nuovo programma Sistema di prevenzione e d?informazione sul terrorismo (Tips), i civili Usa che informeranno su attività sospette dovranno essere, infatti, almeno il 4 % della popolazione totale. Da agosto, sarà operativo nelle 10 più grandi città Usa, inizialmente con un milione di nuovi ?spioni?, ma a regime raggiungerà la cifra incredibile di 11milioni ricercati «tra coloro che occupano una posizione privilegiata per notare accadimenti insoliti e attività sospette». A tutti saranno offerti corsi gratuiti di formazione e sarà consegnato del ?materiale? non meglio identificato, per comunicare al più vicino ufficio Fbi i nominativi dei sospetti. Insomma il ritorno di un maccartismo cui però manca un vero nemico, e in cui quindi ognuno può diventare un potenziale nemico. Uno scenario quasi irreale, da film verrebbe da dire. Ma questa volta il set è l?intero mondo ricco e sul set ci siamo noi, come ha notato con uno straordinario editoriale sulla Stampa Barbara Spinelli: «Cominciata dopo l?11 settembre, la guerra contro il terrore sta mutando i nostri costumi, le nostre abitudini morali, e perfino la paura del crimine e l?ansia della sicurezza sono diventate passioni cruciali… L?intera società è mobilitata, come accade nelle guerre totali, e il cittadino è guardato a vista non solo dal poliziotto, dal giudice, o magari dall?ispettore fiscale. L?occhio che lo spia è ormai quello di ciascun passante». Proprio in questo orizzonte la presenza del Papa a Toronto diventa una sfida di libertà. Perché l?ideale annidato nel cuore di ogni uomo possa trovare ancora una speranza e la forza di smarcarsi e costruire storie e rapporti.


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