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Impatto

La sostenibilità sociale e il bene generato hanno bisogno di numeri

In occasione dei suoi 30 anni di attività a favore delle persone fragili Fondazione Progetto Arca ha organizzato un incontro con quattro realtà che da anni l’affiancano in progetti in Italia e nel mondo. Un appuntamento per raccontare in cifre i risultati raggiunti e il valore anche economico dell’aiuto

di Antonietta Nembri

«La scelta del titolo è molto azzeccata perché è davvero importante misurare l’impatto che viene generato». Si è aperto con l’apprezzamento di Rossella Sobrero, cofondatrice di Koinètica, per la scelta fatta da Fondazione Progetto Arca che in occasione dei suoi 30 anni ha promosso un evento intitolato “Strategia, investimenti e sostenibilità sociale, dialoghi sull’impatto generato e la sua misurazione” per raccontare un aspetto cruciale della strategia Esg delle aziende nel loro rapporto con la sostenibilità. 

Coinvolte nell’incontro quattro le realtà: Fondazione Fiera Milano, JTI Italia, H&M Italia e NoLoop, che da tempo affiancano Progetto Arca nel rendere possibili e concreti i progetti di intervento realizzati in Italia e nel mondo a favore delle persone emarginate e in difficoltà.

Una storia lunga trent’anni

A introdurre l’evento un video sui trent’anni di Progetto Arca: dalla sua nascita grazie a un gruppo di volontari legati a Fratel Ettore agli ultimi interventi realizzati. A raccontare questa esperienza fin dalla sua genesi Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione che ha esordito sottolineando il fatto che «Fratel Ettore mi ha cambiato la vita» e da questo cambiamento è nata una realtà che nel nostro Paese e non solo è impegnata nel dare aiuto concreto a chi si trova in stato di grave povertà ed emarginazione sociale: persone senza dimora, famiglie in emergenza economica e abitativa, persone con problemi di dipendenza, migranti in fuga da guerre e povertà.
Ogni giorno operatori e volontari offrono sostegno alimentare, accoglienza abitativa, assistenza in strada, accompagnando ogni persona in difficoltà in un percorso di recupero personale e di reinserimento sociale, abitativo e lavorativo. 

Chi hanno finito il percorso d’aiuto? Riempie San Siro

Sono oltre 435mila i beneficiari raggiunti in questi 30 anni, da Progetto Arca, di questi l’88% in Italia. La fondazione ha dispensato 23.775.000 di pasti e accolto 108.010 persone, di cui il 77% ha concluso il percorso con esito positivo (35% hanno raggiunto l’autonomia abitativa e 42% con ingresso ad altri servizi riabilitativi): parliamo di 82.654 persone, pari alla capienza dello stadio di San Siro. Anche i volontari sono aumentati nel tempo: oggi sono 616 in tutta Italia.

«Sono numeri elevati, motivo di orgoglio per la nostra fondazione, ma dietro a queste cifre ci sono delle persone con il loro progetto di vita, ed è questo ciò che fa la differenza», ha commentato Alberto Sinigallia. «Da 30 anni ci occupiamo di fragilità e abbiamo declinato i nostri servizi secondo una visione “con chi”, e non “per chi”, per indicare una strada che dobbiamo percorrere insieme, offrendo una risposta specifica per ognuno».

Dal 2021 la valutazione dell’impatto

Progetto Arca ha iniziato a valutare l’impatto sociale dei servizi messi in campo fin dal 2021 con l’obiettivo di valutarne l’efficacia, sia da un punto di vista dell’empowerment prodotto in individui, famiglie e comunità di riferimento, sia dal punto di vista economico.
Per la sua natura di onlus, la Fondazione da un lato gode dei benefici accordati agli enti non profit che si rivolgono a persone svantaggiate e dall’altro ha il dovere di utilizzare con attenzione le risorse messe a disposizione dalle istituzioni pubbliche e private, che sono patrimonio comune. Secondo quest’ottica, le attività realizzate vengono quindi riconsegnate alla comunità con un valore economico più alto rispetto al loro costo originario: nel caso di Progetto Arca questo valore è più del doppio «Anche se noi vorremmo triplicare, quadruplicare questo valore», ha osservato ancora Sinigallia.

2,1 è il numero del ritorno sociale

Se infatti nel 2023 il valore economico sostenuto da Progetto Arca è stato di 16,7 milioni di euro, il valore economico generato è di oltre 35 milioni: l’indice cosiddetto “moltiplicatore del ritorno sociale” è di 2,1.
Questo discorso vale per tutti e tre gli ambiti di attività caratteristici degli interventi della Fondazione: l’accoglienza nelle strutture ricettive (ospitalità nei centri e negli appartamenti), la risposta ai bisogni primari (distribuzione pasti, capi di abbigliamento e kit igienici, volontariato) e le attività utili alla presa in carico globale delle persone (assistenza sanitaria, educativa, psicologica, legale). 

La collaborazione con le aziende

I proventi di Progetto Arca derivano per il 77% da attività di assistenza e accoglienza che realizzano la mission (in particolare attraverso convenzioni con enti locali e prefetture) e per il 23% dalla raccolta fondi, necessaria a sostenere gli interventi sociali dove non sono coperti da fondi istituzionali.
All’interno della raccolta fondi, un contributo importante proviene dalle aziende e dalle fondazioni aziendali come Fondazione Fiera Milano, JTI Italia, H&M Italia e NpLoop.

da sx Francesca L’Abbate, Alessandra Goretti, Enrica Baccini, Paolo Donzelli e Rossella Sobrero

Le aziende che scelgono di attivarsi a fianco di Progetto Arca lo fanno con contributi in denaro, donazioni di beni e servizi, volontariato aziendale, investendo su servizi innovativi che, grazie alla continuità del supporto, diventano strutturali. Nel corso del 2023 ne sono un esempio l’Housing sociale e il sostegno alimentare

L’housing sociale

L’Housing sociale prevede l’ampliamento di diverse soluzioni abitative per persone e famiglie in difficoltà, come Cascina Vita Nova (dedicata a persone senza dimora con animali, all’interno di un contesto che comprende anche una mensa e un guardaroba sociale) e la palazzina in viale Bodio di prossima apertura, entrambi a Milano.

Il sostegno alimentare: consegna di aiuti alimentari attraverso pacchi viveri mensili e spese settimanali di fresco, nel potenziamento delle Cucine mobili – foodtruck che dispensano pasti caldi in strada a Milano, Varese, Torino, Padova, Roma, Napoli e Bari – e nella spesa gratis nei Market solidali – oggi otto tra Milano, Roma, Napoli, Bari, Ragusa, Faenza. Il sostegno alimentare riguarda anche i progetti all’estero, in particolare con le donazioni di beni destinati ai convogli umanitari per l’Ucraina.

I 28 Tir d’aiuti all’Ucraina

Nell’intervenire Enrica Baccini, Responsabile Area Studi di Fondazione Fiera Milano, ha voluto ricordare come «Una società in cui si vive meglio è una società più propensa agli scambi, siano essi culturali, sociali, economici. Fondazione Fiera Milano è vicina da sempre al territorio, affiancando alla propria vocazione fieristica ed economica, la capacità di fare rete con i soggetti che operano sul fronte delle emergenze sociali e umanitarie». Baccini ha ricordato l’intervento in occasione dell’emergenza Covid con la realizzazione della più grande terapia intensiva. Ha poi continuato ricordando le attività realizzate con Progetto Arca a favore della popolazione ucraina, come l’invio di 28 tir di aiuti che hanno visto in prima fila sia Arca sia il mondo degli espositori delle fiere.  Un rapporto che è oggi è cresciuto.

Volontariato aziendale

Da parte sua Alessandra Goretti, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia ha aggiunto «Abbiamo portato Arca in azienda con il volontariato aziendale. Siamo orgogliosi di far parte della storia di Progetto Arca». Goretti ha inoltre osservato che la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale e che dall’esperienza con Progetto Arca è nata anche una raccolta di abiti tra i dipendenti: un modo per fare la nostra parte nel creare iniziative capaci di fare la differenza nella vita di chi ne ha più bisogno. Una decisione di cui andiamo molto fieri e che vogliamo rinnovare per il futuro».

Dai guardaroba sociali a quelli diffusi

Francesca L’Abbate, Sustainability Manager di H&M Italia nel raccontare l’approccio alla sostenibilità dell’azienda di origine svedese ha sottolinea il fatto che: «In Progetto Arca abbiamo trovato da tempo un partner strategico per raggiungere i nostri obiettivi. L’impegno della Fondazione per promuovere l’inclusione sociale e l’integrazione delle persone più fragili è in linea con i valori della nostra azienda e ci ha ispirati a contribuire attivamente. Sostenere il progetto Guardaroba Sociale negli scorsi anni e la nuova opportunità di estendere il servizio, creando dei Guardaroba Diffusi all’interno dei Social Market in tutta Italia, ci consente di essere parte attiva nello sviluppo sociale delle comunità, ma anche di promuovere la circolarità e la sostenibilità attraverso la donazione di arredi e abiti, che grazie a Progetto Arca troveranno una nuova vita».

L’impegno sociale, un valore imprescindibile

Paolo Donzelli, presidente e amministratore delegato di NoLoop: «Abbiamo scelto Progetto Arca in quanto rappresenta una realtà che seguiamo e stimiamo per il suo impegno concreto nell’assistenza integrata, nel miglioramento continuo e nell’inclusione sociale delle persone in situazione di disagio. Una passione evidente che ha guidato la nostra scelta. La nostra adesione, infatti, nasce dalla profonda convinzione che l’impegno sociale sia un valore imprescindibile per la nostra società, un dovere morale nel contribuire al benessere collettivo. Riteniamo determinante sostenere Progetto Arca in modo continuativo per rafforzare le loro iniziative a lungo termine, desiderando contribuire concretamente a garantire un impatto positivo e duraturo».

In apertura un momento dell’incontro, in piedi Alberto Sinigallia


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