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La sostenibilità in Costituzione un anno dopo: le proposte di Asvis

Per l’associazione guidata da Pierluigi Stefanini, c'è bisogno di strumenti nuovi per valutare la coerenza delle politiche con i principi costituzionali di “tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” inseriti nell’articolo 9 della Carta, modificato il 22 febbraio 2022. Mattarella: «L’UE e la Repubblica non possono evadere un impegno in questa direzione»

di Nicola Varcasia

Per accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile dell’Italia occorre dare effettiva attuazione alla modifica della Costituzione approvata lo scorso anno: spetta a governo e parlamento dotarsi di strumenti adeguati per garantire la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, in particolare introducendo criteri per valutare la costituzionalità delle nuove leggi, misurandone gli effetti sui 17 obiettivi dell’agenda Onu 2030, in un’ottica di giustizia intergenerazionale e definire la sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti pubblici. Va inoltre recepita al più presto la direttiva europea sulla rendicontazione dell’impatto sociale e ambientale dell’attività delle imprese.

È quanto è emerso dall’incontro Costituzione, ambiente e future generazioni: un anno dopo, a che punto siamo? organizzato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) per riflettere sulla riforma, in vigore esattamente dal 22 febbraio 2022, che ha inserito tra i compiti della Repubblica (articolo 9) la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle future generazioni e il principio in base al quale l'attività economica privata non può svolgersi danneggiando l’ambiente e la salute (articolo 41).

VITA ne aveva dato un’anticipazione, dialogando con l’ex ministro Enrico Giovannini, oggi direttore scientifico di Asvis e che nell’incontro pubblico svoltosi a Roma ha illustrato una per una le proposte dell’Alleanza per dare attuazione ai nuovi principi costituzionali. In particolare, secondo Asvis occorre modificare i criteri in base ai quali il Parlamento valuta la costituzionalità delle nuove leggi ed emanare una direttiva del Presidente del consiglio che preveda l’inserimento nelle relazioni illustrative delle proposte di legge di una valutazione sull’impatto atteso sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Inoltre, bisogna modificare anche i criteri con cui il Comitato Interministeriale per la Programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) valuta le proposte per i nuovi investimenti pubblici in base all’impatto sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, completando il processo avviato nella scorsa legislatura.

Infine, è necessario adottare in tempi brevi la nuova Strategia nazionale di sviluppo sostenibile predisposta dal ministero dell’Ambiente e recepire al più presto la direttiva europea sulla rendicontazione non finanziaria delle imprese, così da migliorare la valutazione d’impatto economico, sociale e ambientale dell’attività svolta e accelerare l’adozione di comportamenti più sostenibili.

È un programma molto impegnativo, che il presidente di Asvis, Pierluigi Stefanini, ha inquadrato così: «Sono passati sette anni dalla firma dell’Agenda 2030 e ne mancano altrettanti per arrivare al 2030, data entro cui l’Italia si è impegnata insieme ai 193 Stati membri dell’Onu a cambiare in profondità l’attuale insostenibile modello di sviluppo. Lo scorso anno, con l’unanimità del Parlamento, per la prima volta nella storia della Repubblica sono stati modificati i principi fondamentali della Costituzione nella direzione indicata da Asvis fin dal 2016. Una modifica storica che deve indurre profondi cambiamenti nelle politiche e nei comportamenti delle imprese: ora il governo e il parlamento devono incorporare questi principi nel modo di formulare le nuove leggi e valutare le politiche pubbliche, così da accelerare la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, in grado di garantire il benessere delle generazioni attuali e future, in linea con quanto indicato dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030».

La strada è lunga ma, come confermato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inviato un messaggo in cossasione dell'incontro di Asvis: «Sono sfide che si rinnovano nella storia dell’umanità e che hanno visto le Nazioni Unite, con l’Agenda 2030, indicare con puntualità quali sono gli obiettivi possibili e necessari in questo arco di tempo. L’Unione Europea e la Repubblica non possono evadere un impegno in questa direzione».

Foto d'apertura da: www.camera.it

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