Salute

La solidarietà biologica degli italiani salva la vita

I primi tre mesi del 2023 mostrano un incremento sul record del 2022. Ma ancora ottomila persone sono in attesa di un organo. Domenica è la 26ª Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti. Centro nazionale trapianti: «Dimezzando le opposizioni si potrebbero fare mille trapianti in più l'anno». L'associazione italiana dei donatori organi: «Col digitale, anche chi non si è espresso può farlo in ogni momento. E chi era contrario, può cambiare idea»

di Nicla Panciera

«La salute è patrimonio di tutti e ciascuno è chiamato a fare la propria parte con fiducia e con responsabilità», da qui «l'importanza di promuovere e valorizzare sempre di più la cultura del dono». Lo ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo oggi a Roma all’evento di celebrazione della 26ª Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti di domenica 16 aprile. «Donare gli organi significa donare la vita e l'Italia dimostra quotidianamente di essere una nazione estremamente generosa. Grazie alla solidarietà biologica degli italiani ogni anno è possibile realizzare quasi 4000 trapianti di organo, più di 20.000 trapianti di tessuto, circa 1.000 trapianti di cellule staminali emopoietiche da midollo osseo da donatore non consanguigno e quasi tre milioni di trasfusioni, per oltre 650.000 pazienti». Il ministro ha ricordato, infine, il problema delle opposizioni: per quanto, infatti, diano «il proprio consenso alla donazione degli organi al momento del rinnovo della carta d'identità quasi 2 milioni di italiani, ancora 900.000 di persone registrano il proprio no alla donazione degli organi, quasi il 32%, con un leggero peggioramento rispetto al 2021. L'opposizione è leggermente più alta fra i giovanissimi e cresce negli over 70 nell'errata convinzione che la donazione degli organi in età avanzata non sia possibile». Ciò è falso, tanto che lo scorso anno si è avuto il record di una donatrice di 100 anni e 10 mesi, che ha donato un fegato.

Una rete che cresce

La rete trapiantologica del nostro paese è una eccellenza assoluta, come ha ammesso il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo, ricordando il boom dell’anno scorso che pone l’Italia ai primi posti in Europa (qui l'articolo con i dati presentati a gennaio): «Negli ultimi 10 anni, le segnalazioni di potenziali donatori nelle rianimazioni sono cresciute, anche dopo il rallentamento del 2020 conseguente alla pandemia. In questi primi tre mesi del 2023 addirittura c'è stato un ulteriore incremento rispetto al 2022. Quindi, è una rete che cresce anche nella capacità di identificare il potenziale donatore e di organizzare la donazione nell'ospedale».

Ottomila persone in attesa

È molto, ma non abbastanza. C’è un ancora bisogno di organi non soddisfatto: più di 8.000 pazienti attendono un trapianto, di cui duecento i bambini; quasi 6000 sono in attesa di trapianto di rene, oltre 1000 di un fegato, 700 pazienti che aspettano un cuore, quindi 300 pazienti in attesa di polmone e 200 di pancreas. Evidenzia Cardillo: «i numeri nascondono vissuti di dolore e di sofferenza, come confermano anche le storie che stiamo raccogliendo tramite questionari inviati alle persone in attesa».

Uno su tre ancora si rifiuta di donare

Le opposizioni restano piuttosto stabili intorno al 30% con ampie oscillazioni regionali che vedono il Nord intorno mediamente al 20% e il Sud con valori medi superiori al 40%. Cardillo calcola che, dimezzando questo valore e raggiungendo il 15% di opposizioni – che è quella della Spagna, il paese che va meglio di tutti – si potrebbero realizzare oltre mille trapianti in più l’anno. «Qui bisogna lavorare con l’informazione e la comunicazione, per risolvere i dubbi, le paure, i miti e le false credenze. Ben quattro famiglie su cinque che hanno espresso l’opposizione non avevano mai sentito parlare di donazione».

Col digitale, per arrivare a giovani, contrari e incerti

Per sensibilizzare il maggior numero di persone sull’opportunità di donare, «atto di civiltà, di amore e di solidarietà» dice la presidentessa di Aido Flavia Petrin, e per intercettare anche quella fascia giovanile più restia a farlo, Aido ha creato uno strumento digitale, la sua app digitalAIDO, di cui ha presentato oggi a Roma una versione aggiornata, che consente di dare liberamente il proprio assenso in modo semplice e facile, ma soprattutto in ogni momento. L’adesione è stata elevata: dalla sua attivazione nel settembre del 2021 fino al 3 aprile scorso sono state raccolte 29.458 manifestazioni di volontà digitali, con una media di 360 manifestazioni settimanali, e un picco di un migliaio nella giornata nazionale 24 aprile 2022, l’87% provenienti dal web e il 13% dalla app. Inoltre, in un anno e mezzo, circa il 55% delle manifestazioni di volontà provengono dagli under 30. «Il 45% dei cittadini non si esprime in Comune: invece di attendere dieci anni, fino al successivo rinnovo del documento di identità, credo vada data loro la possibilità di manifestare le proprie intenzioni in ogni momento» spiega Petrin. «Ci rivolgiamo anche a chi si è già opposto: ognuno è libero di informarsi e di cambiare idea, a valere è l’ultima manifestazione in ordine di tempo. Aggiungo, inoltre, che più manifestazioni di volontà alla donazione sono possibili: chi esprime il proprio assenso in Comune, in Ats e in Aido, sappia che ogni volta la dichiarazione verrà registrata, quindi gli assensi alla donazione saranno tre. Dopo tre sì, quando verrà il momento, nessuno potrà dire che si avevano dei dubbi in proposito». La nuova app presentata oggi permette, oltre allo Spid, anche l’uso della Carta d'Identità elettronica (CIE): un’opzione in più che è già stata usata da 79 persone nei primi nove giorni di attivazione (per un totale di 750 di volontà).

La campagna #UnSìInComune #sceglididonare #laCittàdelSì

Per promuovere il dono, «la più alta espressione di altruismo, un atto consapevole, volontario e anonimo», il Ministro Schillaci ha rimarcato l’importanza di sviluppare sinergie e alleanze tra le diverse istituzioni sanitarie, il Ministero, le Regioni e i Comuni, «i luoghi di prossimità con cui rafforziamo oggi la nostra collaborazione» avviando dai prossimi mesi iniziative di comunicazione e di formazione del personale delle anagrafi, proprio per ridurre le opposizioni. «Noi siamo la parte terminale dello stato, quella più prossima ai cittadini» ha detto Roberto Pella, Vicepresidente Vicario Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), ricordando che in pochi giorni 150 sindaci hanno aderito alla Giornata e alla campagna digitale #UnSìInComune #sceglididonare #laCittàdelSì. In Italia, oltre il 75% dei Comuni non raggiunge i 5000abitanti, la comunicazione possibile è dunque più incisiva perché fatta di conoscenze e quotidianità. Anche per dare il giusto riconoscimento allo sforzo di tutti, è stato creato l’Indice del dono, il rapporto realizzato dal Centro nazionale trapianti che analizza i numeri delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nel 2022 all'atto dell’emissione della carta d'identità elettronica.

L’importanza della comunicazione e delle storie

La rete impegnata nella campagna include la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO) e la Federazione delle società medico- scientifiche italiane (Fism) che metterà a disposizione tutti i portali delle 192 associate. La comunicazione per convincere dell’opportunità di donare è complessa, richiede la trasmissione di informazioni logistico-pratiche ma anche il riferimento a temi delicati, come la morte o l’intimità del proprio corpo. In questo, spesso sono di aiuto le storie con il loro potere persuasivo e il coinvolgimento empatico che suscitano. Per questo, Rai Cinema ha coprodotto il film “Amici per la pelle”, incentrato sul tema del trapianto, trasmessa in prima serata domenica scorsa su Rai 1 in apertura della settimana di sensibilizzazione dedicata da Rai per la Sostenibilità ESG alla donazione degli organi. Un esempio concreto di questo viene dal piccolo comune di Geraci Siculo, borgo medievale nelle Madonie in provincia di Palermo, che ha il primato di 94,58% di manifestazioni di volontà alla donazione e questo proprio grazie alla vicenda di Marta Minutella, una bambina di 11 anni morta improvvisamente nel marzo 2021 per una leucemia fulminante che aveva compromesso gli organi ma per i quali i genitori firmarono comunque simbolicamente il consenso.

Come donare? Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.sceglididonare.it e sul sito di DigitalAido.

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