Politica
“La sofferenza urbana si evita con il buongoverno”
E' uno dei temi portanti del primo Forum internazionale del Centro studi Souq, che si tiene a Milano dal 23 al 25 maggio
“La sofferenza urbana e i conflitti sociali sono due dei principali fenomeni che un buongoverno dovrebbe evitare”. Si esprime così Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, Acnur, nella giornata inaugurale del primo Forum scientifico internazionale del Centro studi sulla sofferenza urbana Souq, nato in seno alla Fondazione Casa della carità e coordinato dallo psichiatra Benedetto Saraceno.
Il Forum, che si tiene al Conservatorio Verdi di Milano dal 23 al 25 maggio 2011, ha avuto da subito un ottimo riscontro di pubblico: 177 le iscrizioni ai seminari previsti da parte di psicologi, educatori, operatori del mondo del sociale e della sanità, con provenienze da almeno dieci nazioni diverse. Vari i temi discussi nella tre giorni dell’incontro (che si può seguire online su souqonline.it/forum), il cui titolo è ‘Sofferenza urbana, diritti e buongoverno’. Al centro dei lavori una riflessione sul buongoverno e sul malgoverno delle grandi città in relazione a tre temi delicati che, in tutto il mondo, accompagnano i processi di inurbamento: la marginalità giovanile, l’emarginazione psicosociale e la convivenza con gli immigrati da cui scaturiscono sentimenti di paura e resistenza.
Nella prima giornata si è discusso di marginalità giovanile, con gli interventi, tra gli altri, di Sashi Sashidharan, ricercatore dell’Università di Warwick, Regno unito, di Catherine Peyge, sindaco di Boubigny, Comune nei dintorni di Parigi segnato nel recente passato dalle rivolte delle banlieues, e del professore di pedagogia dell’Università Lumsa di Roma Mario Pollo. “Oggi i giovani delle città vivono ogni momento a sé, senza collegamenti nè valori di fondo, in una sorta di identità multipla”, spiega Pollo, “è un aspetto terribile, noi educatori, così come le istituzioni, dobbiamo lavorare per aiutarli a riscoprire sé stessi, attraverso una progettualità”. Uno dei momenti salienti del primo giorno del Forum è arrivato quando ha preso la parola Laura Boldrini, invitata a parlar del tema dei rifugiati e del loro inserimento nel tessuto cittadino. In un breve intervento molto applaudito, la portavoce dell’Acnur, appena tornata da Lampedusa, ha riportato le cifre aggiornate dell’immigrazione dei richiedenti asilo in Italia: “sono 24 mila dalla Tunisia, 14mila dalla Libia”, ha spiegato, “cifre importanti ma ben lontane ad esempio, dai 400mila tra libici e lavoratori dell’Africa centrale che ha accolto la Tunisia, che nonostante le recenti sommosse ha sempre lasciato aperte le frontiere”.
Ridimensionando i numeri dell’immigrazione in Europa (“sono 1,4 milioni i rifugiati nella Ue, su 36 milioni totali nel mondo”), Boldrini ha sottolineato come “sia dovere di ogni Stato garantire assistenza ai richiedenti asilo, non solo accettando la domanda di chi è idoneo, ma garantendo una permanenza dignitosa nel paese d’immigrazione”. Questo spesso non avviene, Italia compresa: i rifugiati, una volta accettata la domanda, se non entrano nelle poche migliaia di posti del circuito Sprarr (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), devono far da sé nel trovare casa e lavoro, e finiscono spesso per vivere in case occupate o inagibili, attirando il malcontento dei cittadini. “E’ un problema che va risolto dalle istituzioni, che a volte sono impegnate invece in azioni che sembrano avere l’effetto opposto, ovvero provocare ancora più disagi, ad esempio con gli sgomberi senza alternative”, aggiunge la portavoce Acnur. In Italia si potrebbe arrivare a una soluzione positiva per i rifugiati? “Sì, anche perché i numeri sono inferiori ad altre nazioni europee: noi ospitiamo oggi 55mila rifugiati, contro i 200mila della Francia, i 300mila del Regno unito e i 600m ila della Germania”.
Nel forum del Souq, il tema della marginalità degli immigrati viene trattato anche nella sessione di lavoro di martedì 24 maggio, che prevede, tra gli altri, gli interventi del deputato Jean Leonard Touadì e di Nadira Barkadill dell’associazione marocchina Al Baslam. Il tema successivo e conclusivo è dedicato alla ricerca di un modello di ‘buongoverno’, sotto il profilo degli interventi innovativi e della politica.
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