Famiglia
la social card? I bilancisti se la pagano da soli
Vivere meglio e consumare meno spostando un terzo del budget familiare

Grazie ai comportamenti responsabili a fine mese si riescono a mettere via 300 euro. Ma non tutte le voci di spesa diminuiscono. Per cultura e divertimenti l’incremento medio infatti supera il 70%. Arrivando a spendere su questo punto il doppio della famiglia italiana tipo
Più 298,87 euro al mese. Non sarà Win for Life ma è comunque un bel gruzzolo. Specie se per ritrovarselo in tasca non serve trasformarsi in talebani dell’altroconsumo: bastano invece venti piccole mosse di buon senso, tipo usare tovaglioli di stoffa al posto di quelli di carta, comprare insalata sfusa al posto di quella già pronta o abbassare a 19 gradi il riscaldamento di casa (e mettersi un maglione invece della sottoveste, tanto mica siamo al Grande Fratello). Le venti mosse sono proposte dall’Altra Card, la “social card” lanciata dalle famiglie aderenti a Bilanci di Giustizia: la ricarica, invece che dal governo, arriva da sé. In più, il risparmio economico va di pari passo con quello ambientale: 198 kg di emissioni di CO2 in meno al mese, lo stesso impatto – per farsi un’idea – che deriva dalla produzione di 200 kg di carta.
«Non da soli» è la terza delle tre regole d’oro che le famiglie bilanciste hanno imparato in questi anni, dopo «una cosa al mese» e «con metodo». Solo così è possibile arrivare a «riprenderci i consumi», spiega don Gianni Fazzini, cioè «a capire che queste scelte non sono mille pesi aggiuntivi, ma un modo per sentirsi più leggeri». Perchè dentro l’esperienza dei Bilanci di Giustizia c’è una riduzione dei consumi, un risparmio economico, una responsabilità ambientale, ma anche un arricchimento della qualità della vita. Lo hanno quantificato scientificamente i ricercatori del Wuppertal Institut: misurando con una scala da 1 a 7 il “bene-tempo”, cioè il tempo che abbiamo a disposizione per fare ciò che riteniamo importante o ci piace fare, i bilancisti arrivano a 6, contro una media del 3. Lo scarto è ancora maggiore se scaviamo nella percezione del benessere: 6 contro 2.
Non è un caso che nei bilanci di queste famiglie tutte le voci di spesa siano sotto la media, tranne una: per cultura e divertimenti spendono quasi il doppio della famiglia italiana media, +72%. Quasi quasi dovrebbero cambiare nome: bilanci di felicità.
www.bilancidigiustizia.it
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