Famiglia

La situazione dei richiedenti asilo in Italia

Immigrazione e richiedenti asilo: per il governo sono tutti clandestini. Le associazioni denunciano il giro di vite.

di Barbara Fabiani

I recenti tragici avvenimenti di Porto Empedocle dello scorso 14 settembre, che hanno visto la morte di 36 persone, sono stati presentati all’opinione pubblica come l’ennesimo tentativo di sbarco in Italia da parte di clandestini o immigrati irregolari. Poche voci hanno sottolineato la presenza, tra quelle persone, di tanti che sono scappati da realtà di guerra o conflitto, come la Liberia, e che si attendevano di trovare in Italia un aiuto di carattere umanitario e il riconoscimento del loro diritto di asilo. Molte associazioni che da anni tutelano i diritti dei richiedenti asilo sottolineano che tale episodio costituisce l’ennesima dimostrazione di come in Italia la tutela del diritto di asilo sia divenuta, nel dibattito politico e culturale in corso, una sorta di appendice del tema dell’immigrazione. Non si tratta più, quindi, di un diritto umano fondamentale, sancito dalla Costituzione italiana e da Convenzioni internazionali di cui l’Italia è firmataria. Dalla Capitale si è levato l’ennesimo richiamo d’allarme da parte di associazioni e non, che denunciano diversi preoccupanti provvedimenti. Come l’allungarsi sempre più dei tempi di attesa e la sospensione, in molti casi, delle convocazioni dei richiedenti asilo, per l’esame della loro istanza; la sospensione, dal 1° agosto 2002, del contributo di prima assistenza, erogato dalle Prefetture, per i richiedenti asilo; il mancato rinnovo di molti permessi di soggiorno concessi per motivi di carattere umanitario; la mancata erogazione a rifugiati riconosciuti del contributo di sostentamento previsto dalla attuale normativa; l’insufficiente finanziamento del Programma Nazionale Asilo, che ha costretto molti centri a ridurre al minimo gli ospiti e molti Comuni a ricorrere a fondi propri. Le associazioni, alla cui voce si è unito l’assessorato alle politiche sociali di Roma ed organismi pastorali cattolici e protestanti, chiedono l’immediato ripristino delle forme di assistenza previste dalla normativa vigente, ovvero da quegli articoli del testo unico sull’immigrazione su cui la riforma Bossi Fini non sarebbe formalmente intervenuta. E ancora una volta invitano il Parlamento a porre al più presto in discussione le proposte di legge già presentate in materia d’asilo L’elenco degli organismi firmatari della protesta: Caritas Diocesana di Roma, Casa dei Diritti Sociali-Focus, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Consorzio della Cooperazione Sociale Sol.Co Roma, Federazione delle Chiese Evangeliche (FCEI), Fondazione Internazionale don Luigi Di Liegro, Fondazione Migrantes, ICS – Consorzio Italiano di solidarietà, Progetto Casa Verde, Assessorato alle Politiche Sociali-Comune di Roma.


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