Ucraina

La Sindone va in Ucraina, segno di sofferenza e di resurrezione

Padre Benedykt Swiders’kyj, superiore dei Frati Minori di Ucraina porta nel suo Paese una riproduzione autenticata del Telo Sindonico: «nella Sindone abbiamo sia il volto della sofferenza che il miracolo della Resurrezione per questo è per noi un segno di speranza». Tutte le tappe del pellegrinaggio che si concluderà a Šarhorod sede della più grande Via Crucis monumentale di tutta l’Ucraina

di Mario Po

padre Benedykt Swiders’kyj, superiore dei Frati Minori di Ucraina

L’autenticità della Sindone, quale lenzuolo con cui è stato avvolto il corpo crocifisso di Gesù, è riconosciuta ormai da molti studiosi, grazie a dati storici, chimici, fisici, anatomici, ematologici, botanici, fotografici, epigrafici.  Ma la sua maggiore forza è collegata all’ininterrotta venerazione che la circonda da secoli e che riesce a cambiare il cuore delle persone.

“Questa sua forza di compassione e conversione – dice padre Benedykt Swiders’kyj, superiore dei Frati Minori di Ucraina – è la realtà che più oggi ci è vicina per comprendere il dolore la nazione ucraina.  Ancora una volta la nostra patria – dopo il genocidio di milioni di contadini ucraini pianificato dallo stalinismo e dopo le migliaia di sacerdoti, vescovi e fedeli cattolici uccisi in odio alla fede durante il periodo sovietico –  è chiamata ad una prova: conoscere la sofferenza della guerra che precede, però, la “resurrezione”.  Per questo possiamo dire che ci identifichiamo nella Sindone di Gesù come Chiesa, come cristiani romano-cattolici e persino come nazione.  Penso che questa “Imago Christi” dovrebbe diventare il simbolo, il vessillo di tutte le esperienze di persecuzione e di speranza perché nella Sindone abbiamo sia il volto della sofferenza che il miracolo della Resurrezione”.

Con queste convinzioni padre Swiders’kyj ha ricevuto dall’arcivescovo di Torino, mons. Roberto Repole, nella cattedrale della città, la riproduzione autenticata del Telo Sindonico.  La cerimonia di benedizione, con grande emozione da parte delle molte persone presenti, è avvenuta domenica 18 febbraio, al cospetto della Sacra Sindone custodita nella teca blindata a fianco del presbiterio del Duomo.  Erano presenti gli esponenti della Confraternita del Santo Sudario di Torino e i primi promotori di questa non facile iniziativa (Confraternita della Scuola Grande di San Marco di Venezia e Associazione Rivela di Verona), assieme ad Adriana Acutis, in rappresentanza dell’omonima Fondazione torinese che mette a disposizione il materiale di una preziosa mostra informativa sulla Sindone, curata dalla più importante sindonologa italiana Emanuela Marinelli.

Dopo la cerimonia di consegna, la riproduzione Sindonica è stata subito portata nel Santuario salesiano Santa Maria Ausiliatrice, nella cripta che custodisce ben cinquemila reliquie di santi e beati.  È stato un momento di grande intensità spirituale vedere la coralità simbolica di schiere di santi della Chiesa cattolica che per un giorno hanno “abbracciato” la riproduzione Sindonica destinata all’Ucraina, il cui originale è la “regina delle reliquie”, perchè ci mostra Gesù Redentore.


La Sindone, del resto, pare essere un dono di Gesù all’umanità attuale, più ancora che del passato: “essa è una provocazione alle nostre incredulità e presunzioni ed è pronta ad essere compresa dalla scienza moderna che ha oggi tutta la capacità tecnico-scientifica di ammettere la sua straordinaria autenticità e di smentire ogni tesi negazionista”, dice la prof.ssa Marinelli che ha collaborato al progetto “Sindone-Ucraina” per la parte culturale-scientifica.

Dopo Torino, la “Peregrinatio” ha conosciuto una sosta a Verona, nell’antica Cripta della Chiesa di San Fermo, dove venerdì 23 febbraio, dopo aver predisposto l’ostensione della riproduzione Sindonica, è stata celebrata da padre Swiders’kyj una Messa, proprio nelle ore in cui due anni fa l’esercito russo si stava preparando all’invasione del suo Paese.  Qui sono risuonate le sue parole: “chi ha Dio nel cuore non può mai scatenare una guerra”.

La Provincia dei Frati Minori di Ucraina con i suoi sedici conventi ed oltre cinquanta parrocchie si appresta ad accogliere il segno Sindonico, non appena varcherà la frontiera polacca, proveniendo dal Santuario di Kalwaria Zebrzydowska.  Rispettando le disposizioni delle autorità governative sulle limitazioni dei siti vulnerabili, il coprifuoco orario e gli assembramenti di persone, la “Peregrinatio” dovrebbe essere autorizzata su un itinerario relativamente sicuro per l’incolumità dei fedeli: dal Monastero di clausura di Leopoli alle chiese romano-cattoliche ove si ricordano i numerosi cattolici ucraini uccisi in odio alla fede in epoca comunista (Husyatyn, Polonne); poi dovrebbe essere portata nel cuore cattolico del Paese (a Zytomyr e Šepetivka); quindi giungerebbe nel “Santuario della Passione di Gesù” a Šarhorod ove sarà custodita stabilmente all’interno della più grande Via Crucis monumentale di tutta l’Ucraina, servita dai Frati Minori.

L’Italia sta aiutando l’Ucraina in vari modi, da quando ha avuto inizio l’aggressione russa, con beni e attrezzature materiali, ospitalità di profughi, denaro, collaborazioni sociali e culturali, e – come sappiamo – anche militare.  Sempre più spesso, giungono però richieste di aiuto che riguardano la preghiera, di cui anche recentemente il Nunzio Apostolico a Kyiv, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, ha sottolineato la necessità.

Del resto padre Benedykt Swiders’kyj  nell’ottobre scorso partecipò insieme a una delegazione di frati minori italiana a un momento di preghiera interreligiosa in piazza Santa Sofia a Kiev promossa dal Mean (Movimento europea di azione non violenta). Molte altre persone dall’Ucraina chiedono questo; una per tutte è la voce di una ragazza profuga di Mariupol, una giovane vedova di guerra di 23 anni, Polina Kushnir, che ci affida queste parole: “Preghiamo per la conversione dei russi, dei loro governanti e del popolo.  Questa preghiera renderà più autentica la nostra preghiera che finisca presto il nostro martirio. Preghiamo insieme, ucraini e italiani”.

La riproduzione Sindonica viaggerà nel territorio ucraino in tutta la sua lunghezza di metri 4,41 per metri 1,13 di larghezza, all’interno di un sicuro apparato costruito appositamente da artigiani ucraini. Al progetto hanno concesso il loro patrocinio l’Ambasciata di Ucraina a Roma, il Consolato generale di Ucraina a Milano, l’Associazione MALVE di Ucraina, con la collaborazione del Centro cultura d’Europa Sant’Adalberto di Verona, Atelier Italiano di Verona, Studium Marcianum di Venezia.

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