Sostenibilità

La signora in rosso

WWF: «Nulla di buono per l’ambiente». In tre anni fondi ridotti del 60%. E' scontro Prestigiacomo-Tremonti

di Redazione

I numeri che emergono dalla ‘Legge di stabilita’ non lasciano presagire nulla di buono per quanto riguarda l’ambiente. A rivelarlo è un rapporto del Wwf (in allegato) che denuncia: “i fondi a disposizione del ministero tra il 2008 e il 2012 si ridurranno di un terzo passando da un miliardo e 649 milioni di euro a poco piu’ di 513 milioni, per scendere ulteriormente nel triennio successivo a 504 milioni nel 2012, fino a 496 milioni nel 2013″.

I tagli, se confrontati con ministeri affini come quello dei Beni culturali o le Politiche agricole assumono per l’organizzazione “contorni davvero tragici”. Secondo il Wwf, il ministro Sandro Bondi avrà a disposizione 1.320 milioni di euro nel 2011 (erano 1.930 nel 2008), mentre il ministero delle Politiche agricole nel 2011 potra’ gestire 1.320 milioni contro i 1.754 del 2008.

Un taglio del 30 per cento per il primo e di poco piu’ del 20 per il secondo, si legge nel rapporto, a fronte di un taglio al ministero dell’Ambiente del 60 per cento che lo porta a occupare l’ultimo posto per fondi stanziati ai dicasteri con portafoglio. Il divario appare ancora più evidente se si considerano i fondi destinati al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, a fronte di un bilancio nel 2010 di 6.991 milioni di euro, nel 2011 subira’ una leggera flessione a 6.821 milioni per poi arrivare a 6.654 milioni nel 2011 e 6.6640 nel 2013.

L’unico dicastero a non subire tagli consistenti e’ quello della Difesa “il cui bilancio dal 2007 al 2013 vede registrare una flessione massima di circa il 4%”, sottolinea il focus Wwf, “per altro interamente recuperata con il bilancio previsionale 2011/2013 dell’attuale manovra finanziaria.

Se infatti nel 2008 il bilancio del ministero era di 21.132 milioni circa, quest’anno e’ stato di 20.364 milioni, con una prospettiva di crescita sino a 21.366 nel 2013″. Nel contesto economico generale, concludono gli ambientalisti, “dati i tagli in tutti i settori, ognuno commenti la cosa meglio ritiene”.

Scontro Prestigiacomo-Tremonti
Che la situazione fosse incandescente da mesi, e che più di un ministro avesse esternato segni di insofferenza rispetto alle decisioni del Tesoro nei mesi scorsi, è ormai noto. Ma ad andare in scena oggi, nel bel mezzo del Consiglio dei Ministri, non è stato l’ennesimo balletto delle cifre, ma il segno di un malessere diffuso dentro alla maggioranza, costretta a fare i conti con la finanziaria.

Lo scontro sui tagli è infatti esploso proprio con Stefania Prestigiacomo, a guida del dicastero più colpito dal rigore tremontiano. Il ministro dell’Ambiente ha chiesto conto del miliardo stanziato dal Cipe un anno fa per far fronte ai dissesti idrogeologici, ma ancora bloccato. “Siamo di fronte a continue emergenze nazionali e io non posso usare quei soldi”, dice la responsabile del Territorio. E alla risposta “Te lo spiego fuori” è esplosa in un “Non fare il cretino, non ci trattare da scolaretti”. Con conseguenti minacce di dimissioni da parte di Tremonti e un clima solo apparentemente placato dalla mediazione di Berlusconi.

Placato solo in apparenza, perché in serata, dal Tesoro, arriva una nota al veleno: dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo “non c’è stata nessuna richiesta di fondi. Nessun ritardo, nessun blocco da parte del Cipe che tra l’altro dipende da Palazzo Chigi. Considerando  inoltre che la delibera Cipe risale al 6 dicembre 2009, se c’è stato un ritardo, una omissione, è stato da parte del ministero dell’Ambiente: ad oggi non risulta ancora pervenuta nessuna richiesta di utilizzo dei fondi alla sede competente”.

Quasi immediata la controreplica del ministro dell’Ambiente. “Le ricostruzioni del Tesoro sono assurde e fantasiose. C’è la fila di ministri davanti alla porta di Tremonti e tutti chiedono di poter spendere i fondi stanziati, ma bloccati con mille tecnicismi. Personalmente non vivo questo problema come una sfida personale, forse per altri invece è così”.

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