Volontariato
La signora F. e gli eredi di Mussolini
Con un articolo pubblicato sul maggiore newsmagazine italiano la più coccolata giornalista italiana ha scritto un intervento in cui accusa tutti di antiebraismo.
La settimana scorsa, i lettori di Panorama (un settimanale di Silvio B.) hanno avuto diritto alla lettura di un nuovo pamphlet scritto da un?anziana signora, una miliardaria che vive a New York. La signora scrive che «si vergogna» perché il suo Paese è «antisemita». Sarebbero antisemiti la sinistra, i sindacati, la Chiesa, tutti tranne il governo del presidente Silvio B., i partiti che lo sostengono e, presumibilmente, i giornali di Veronica B., che organizzano gli Israele Day.
L?argomento è che la sinistra è contro Israele, ne auspica la distruzione in cuor suo, approva gli attacchi dei kamikaze e quindi è antisemita. Se la signora F. avesse letto qualche libro in più, saprebbe che l?antisemitismo non ha nulla a che fare con lo Stato d?Israele, visto che ha assunto caratteristiche virulente nell?Ottocento, mentre Israele è stato fondato nel 1948. L?antisemitismo moderno nacque come rappresentazione caricaturale dello sviluppo del capitalismo; la destra che odiava la democrazia, il socialismo, la modernità, il potere del denaro, creò un feticcio in cui tutto questo veniva riassunto e condensato: il banchiere ebreo.
Creazione della destra
L?antisemitismo si è nutrito di darwinismo mal digerito e di teorie confuse, ma il suo fascino popolare consisteva precisamente nel dare una spiegazione alle miserie provocate dal capitalismo. Chi restava disoccupato, il negoziante che falliva, il funzionario cui veniva negata una promozione trovavano irresistibile dare la colpa a complotti giudaici invece che all?inesorabile avanzata della modernità. L?antisemitismo è una creazione della destra, che ha utilizzato materiali ideologici preesistenti e disponibili, per allargare la sua base di consenso, e una delle principali accuse agli ebrei è stata quella di essere sovversivi, come Marx e Trotsky.
La sinistra, al contrario, ha difeso gli ebrei tanto per ragioni di giustizia e di diritti umani (come nel caso Dreyfus) quanto perché la sua spiegazione del mondo era precisamente l?opposto dell?idea del complotto ebraico: l?idea era che la lotta di classe, e non le cospirazioni, faceva avanzare la storia, che il potere della borghesia in quanto classe, e non quello dei Rotschild, spiegava le miserie dei lavoratori.
Ora, Israele. Chi è contro la politica del governo in carica a Gerusalemme, è antisemita? Non più di quanto sia antiafghano chi era contrario al regime dei talebani, antirusso chi diffida di Putin o antiinglese chi non approva la politica di Tony Blair: gli Stati sono gli Stati e i popoli sono i popoli. Chi proponeva le sanzioni contro il regime dell?apartheid, proponeva forse di sterminare l?intero popolo sudafricano? Al contrario, era una battaglia per difendere i sudafricani da una politica criminale e autodistruttiva, cosa che alla fine ha capito perfino la minoranza bianca al potere.
Israele non ha diritto a un trattamento speciale fra gli Stati perché la sua esistenza è storicamente iniziata dopo la Shoah. Il comportamento del governo Sharon nei territori occupati comprende (citiamo dal Washington Post) l?assassinio di donne, bambini e malati di mente, «torture e umiliazioni nei confronti dei negozianti e commessi di mezza età detenuti dopo rastrellamenti di massa». Slobodan Milosevic, sul banco degli imputati all?Aja accusato di genocidio, non è mai stato accusato di aver fatto tirare sui giornalisti o sulle ambulanze.
Chi assolve preventivamente il governo Sharon dalle sue colpe rende un cattivo servizio agli ebrei di tutto il mondo perché ricrea il mito della specialità ebraica, della differenza incolmabile tra questo popolo (immaginato omogeneo e politicamente unito) e tutti gli altri. Ciò che agli ebrei è concesso, agli altri non lo è: si può immaginare carburante più potente per l?antisemitismo vero, non quello inesistente della sinistra?
Il disegnatore Giorgio For.
L?antisemitismo riguarda gli ebrei, non Israele: se la signora F. vuole trovarne un esempio, non ha che da guardare alla sua destra, dove troverà il disegnatore Giorgio For. La sua vignetta con un Bambin Gesù a Betlemme, circondato dai carri armati israeliani, e la battuta «Mi uccidono di nuovo?», rispolvera la vecchia accusa di «deicidio» nei confronti degli ebrei, argomento originario dell?antisemitismo cristiano. Questo è un tema che non si può toccare, nemmeno nella satira, perché si rivolge contro il popolo ebraico in quanto popolo. Tutte le critiche politiche e umanitarie contro Israele in quanto Stato sono invece legittime, senza contare che nessuno, nella sinistra italiana, è contro l?esistenza di Israele in quanto Stato.
Che le accuse alla sinistra di essere antisemita vengano poi da un settimanale di proprietà di Silvio B. suona per lo meno bizzarro: la cosiddetta Casa delle libertà ha vinto le elezioni anche grazie all?apporto di Pino R., fondatore a suo tempo di un movimento neonazista. Il vicepresidente del Consiglio si chiama Gianfranco F., e ha fatto tutta la sua carriera politica in un partito che proclamava orgogliosamente di essere l?erede del regime di Mussolini. Un alto esponente di Alleanza Nazionale si chiama Alessandra M., e non risulta abbia mai rinnegato il nonno.
E’ vero che, come scriveva Hannah Arendt, «gli ideologi moderni vogliono conseguire a spese della realtà una vittoria permanente», ma prima di poter considerare filoebraico il fascismo e antisemita la sinistra bisognerebbe bruciare parecchie biblioteche.
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