Welfare
La Sicilia ha 500 milioni per i disabili, ma non sa come usarli
In Sicilia le persone con disabilità sono in una situazione disperata: senza servizi e senza diritti. Paradossalmente però i soldi ci sono, più di 500 milioni: sono stati spesi solo i soldi del 2013, dal 2014 in poi i servizi non sono mai partiti. «Il problema è che non esiste una mappatura dei bisogni e conseguentemente dei servizi necessari» spiega il presidente di Anffas Sicilia: «ora Crocetta dice che darà quei soldi alle famiglie, ma alle persone con disabilità dobbiamo dare servizi, non soldi».
In Sicilia nascere con una disabilità significa nascere due volte disabili: così denunciava per l’ennesima volta, qualche giorno fa, Giuseppe Giardina, papà di una persona con disabilità e presidente di Anffas Sicilia. Due giorni fa i fratelli Alessio e Gianluca Pellegrino, persone con disabilità, hanno trovato uno slogan più crudo e ancora più diretto: #SiamoHandicappatiNoCretini. Lo slogan è contenuto in video-appello indirizzato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui i due fratelli – a cui si aggiungono molti altri famigliari di persone con disabilità, operatori, caregiver – chiedono che le istituzioni smettano di considerarli «come degli stupidi»: «serve solo finanziare le leggi esistenti», affermano.
Immediata la replica del Presidente Sergio Mattarella: comprendo e vi ringrazio per aver sollevato un'esigenza non soltanto vostra, ma di carattere generale, ha detto Mattarella. «Vi sono vicino: voi chiedete il rispetto dei vostri diritti fondamentali. Questi diritti vanno tenuti presenti in occasione delle previsioni di spesa [… ] le istituzioni, tutte, devono essere sensibili e fare fronte a questa responsabilità». Ha ben presente quanto sta accadendo il Presidente, che parla di «un problema di risorse di accrescere e, quantomeno, nell'immediato da non diminuire», di un «problema che riguarda l'applicazione delle previsioni operate dal Parlamento con leggi che prevedono interventi», di un problema «di attuazione tempestiva degli interventi con le risorse disponibili»: «solleciterò – così si chiude la lettera di Mattarella – le istituzioni in questo senso, assicurandovi, fin da ora, che continuerò a seguire le risposte ai vostri problemi».
Il presidente di Anffas Sicilia, Giuseppe Giardina, nei giorni scorsi tratteggiava così la drammatica situazione nella regione delle persone con disabilità: «a nulla sono serviti convegni, corsi formativi, manifestazioni, richieste di incontro, intere giornate trascorse nelle sale di attesa, ora di questo ora di quell’assessore, dirigente o funzionario di turno, e financo iniziative giudiziarie. Nella più assoluta indifferenza di una classe politica “chiusa nei propri palazzi”, nel frattempo, la qualità di vita delle persone con disabilità in Sicilia ha continuato a peggiorare e le persone con disabilità ed i loro familiari sono stati lasciati soli e nella più assoluta disperazione». Giardina parlava di una «inerzia, ormai cronica, delle istituzioni» e chiedeva che «i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, in Sicilia, vengano finalmente riconosciuti e resi pienamente esigibili. Questo deve avvenire applicando correttamente le norme esistenti, a partire dall’applicazione dell’art. 14 della legge 328/2000. Si rende anche necessario e non più differibile procedere ad una verifica congiunta su come, in Sicilia, vengono spesi i soldi destinati alle persone con disabilità ed ai loro familiari».
Già, perché come ha portato alla luce l’onorevole Giulia Di Vita pochi giorni fa, tramite una interrogazione parlamentare, la Sicilia non ha nemmeno riscosso i fondi che le erano stati assegnati per il 2016 dal riparto del Fondo Non Autosufficienze: si tratta di 32,6 milioni di euro, soldi che le famiglie avrebbero potuto impiegare in prestazioni, interventi e servizi assistenziali. Il sottosegretario Bobba, rispondendo all’interrogazione, ha spiegato che la Regione Sicilia non ha potuto riscuotere i fondi che le erano stati assegnati perché non ha presentato la programmazione richiesta. «E come poteva farlo? Come poteva presentare una rendicontazione se la Sicilia non ha ancora speso i soldi del Fondo Non Autosufficienza del 2014?», si chiede oggi con amarezza Giardina: «In moltissimi Comuni i servizi non esistono, noi abbiamo terminato a marzo 2016 l’annualità 2013, poi a giugno c’è stato un decreto per il finanziamento del 2014 da spendere nel 2016/17, ma i servizi devono ancora partire». Una situazione paradossale e incredibile. «Per questo Anffas chiede di controllare i piani di zona. Ora Crocetta dice che ha disponibili per la disabilità oltre 500 milioni di euro, praticamente più dell’intero Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze e siccome non esiste una mappatura dei bisogni e conseguentemente dei servizi necessari, dice che quei soldi li darà alle famiglie, duemila euro a famiglia. A noi non sta bene, ad altri magari sì: alle persone con disabilità dobbiamo dare servizi, non soldi, dobbiamo garantire i diritti».
Anffas Sicilia giovedì scorso aveva programmato una manifestazione di protesta, poi il Governatore li ha convocati per un incontro: il presidente Crocetta ha accolto le richieste di Giardina, promettendo la nascita di un tavolo tecnico unico per la disabilità, con gli assessorati alla sanità e alla famiglia seduti insieme, come luogo delle decisioni; l’avvio dei progetti di vita di individualizzati previsti dalla legge 328/2000; il controllo sull’effettiva attivazione dei servizi e le risorse spese in ogni piano di zona. «Il punto di partenza devono essere i progetti di vita individualizzati, come previsto dalla legge 328 del 2000, sono passati già 17 anni e ancora non si fanno. Se non facciamo i progetti vita individualizzati non sappiamo il bisogno che c’è e noi dobbiamo partire dal bisogno, non dai soldi, perché è dalla mappatura del bisogno che si capisce di quanti soldi c’è bisogno e come è necessario spenderli. Le pare possibile che il Comune di Palermo, una città di quasi 700mila abitanti, affermi di seguire 120 persone con disabilità? È un numero che non ha senso».
Per ora Crocetta il nuovo tavolo sulla disabilità non lo ha convocato: «se in settimana non si apre, 500 disabili scenderanno in piazza», promette Giardina.
Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images
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