Politica

La sfida? Nel welfare, non solo da utenti

Dobbiamo concepirci come soggetti che concorrono al benessere del Paese. Quindi capaci di proposta e di innovazione. Intervista al segretario Cisl

di Riccardo Bonacina

Quando martedì 5 luglio alle 17,30 Savino Pezzotta salirà sul palco del Palazzo dei Congressi per la sua relazione di apertura, lo farà con un certo orgoglio. «La Cisl che arriva al XV congresso è una Cisl che ha attraversato quattro anni difficili, dal punto di vista dell?economia del Paese, della concertazione che non c?è più, e delle stesse relazioni sindacali, ma che pur è riuscita a crescere in termini di iscritti e di visione della propria funzione nella società. Credo che oggi siamo davvero nelle condizioni di poter guardare alla Cisl come al sindacato nuovo». Vita: Cioè, segretario? Savino Pezzotta: Siamo un sindacato che ha capito che non si può più restare chiusi nelle pur corpose nicchie della vecchia rappresentanza e che in questi anni ha saputo allargare la propria base rappresentativa e lo spettro delle proprie attenzioni. Siamo un sindacato che è riuscito ad andare incontro alle nuove soggettività del lavoro, gli atipici, le donne, gli immigrati. E badi bene non è stato lo sforzo del segretario ma una presa di coscienza davvero condivisa. Vita: Qualche esempio? Pezzotta: I quasi 30mila iscritti all?Alai – Associazione lavoratori atipici e interinali, gli oltre 100mila dell?Anolf, la nostra associazione di lavoratori immigrati che ha aperto sedi anche a Dakar e a Casablanca. Impressionante poi, proprio nel cammino congressuale, la presenza di tantissimi giovani che ha sorpreso noi per primi, una presenza cui dare più spazio. È un fattore che dobbiamo studiare meglio. E, infine, la rappresentanza delle donne lavoratrici che davvero sono l?anima nuova del nostro sindacato. Vita: Su cosa incentrerà la sua relazione di apertura? Pezzotta: Proverò a fare un ragionamento sulle condizioni in cui opera oggi il sindacato che sono diverse e peggiori di quattro anni fa. Dopo tanti anni siamo in una fase di vera e preoccupante crisi economica e di vera e preoccupante crisi delle relazioni tra sindacato e governo. Siamo davanti a un Paese in crisi demografica, che non fa figli perché non crede nel futuro, oltre che per la durezza di tante situazioni materiali. Cercherò di ragionare su cosa significhi oggi stare insieme (cos?altro è l?associarsi in un sindacato?) sui nostri due valori fondativi che sono uguaglianza e solidarietà. Ecco come si traducono oggi questi due valori che ci hanno messo insieme? Questa è la domanda del congresso Cisl. Vita: Solidarietà fa rima anche con welfare. Che ruolo ha il sindacato nel rinnovarsi del welfare? Pezzotta: La Cisl oggi sa che un welfare universalistico ha bisogno di aprirsi al contributo del privato sociale attraverso il riconoscimento di funzioni pubbliche non statuali. Sappiamo anche che non ci può essere welfare senza un senso di solidarietà tra generazioni e gruppi sociali che non può che sostanziarsi attraverso la partecipazione e la responsabilità di tutti coloro che non si sentono più soltanto utenti o clienti del welfare ma soggetti che concorrono al benessere del Paese. Anche su questo la Cisl c?è. Vita: La vivacità del cattolicesimo sociale in questi anni ha fatto bene alla Cisl? Pezzotta: Ha fatto bene al Paese. Vita: Eppure qualcuno lo considerava un rudere del passato? Pezzotta: Un rudere del passato è ciò che è stata la forma politica dell?impegno sociale dei cattolici. Per il resto è la quotidianità, il sociale è l?ambito dell?azione dei cattolici, il terreno della reciprocità, della carità. è la concretezza dell?attenzione all?altro che plasma le organizzazioni e le scelte di vita dei singoli.


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