Famiglia
La sfida delle nuove tecnologie
Come è cambiata l'infanzia in dieci anni: Telefono Azzurro fa il punto
Telefono Azzurro, da anni impegnato a tener alta la guardia sui problemi dei bambini e degli adolescenti sensibilizzando l’opinione pubblica e le istituzioni, ha sempre intercettato e interpretato in anticipo fenomeni sommersi e oggi lancia un nuovo allarme: il rapporto tra minori, media e nuove tecnologie. Lo fa in occasione del convegno in programma oggi a Roma nella Sala delle Conferenze della Biblioteca Nazionale (Viale Castro Pretorio, 105) per presentare la ricerca Telefono Azzurro-Eurispes intitolata “Bambini e Adolescenti in Italia: un quadro degli ultimi 10 anni”. Un lavoro di sintesi (in allegato), che raccoglie le indicazioni e i dati emersi in dieci edizioni del Rapporto Nazionale con l’obiettivo di fornire un quadro il più possibile esaustivo dei cambiamenti che hanno caratterizzato la condizione dei bambini e degli adolescenti italiani dal 2000 ad oggi, evidenziando punti di forza e criticità.
Oggi, dopo il bullismo, la dipendenza dai videogiochi, il problema delle tossicodipendenze c’è una tematica completamente nuova, che ha subito radicali trasformazioni e sorprendenti sviluppi, su cui richiamare l’attenzione e la risposta delle istituzioni e la presa di coscienza degli educatori e delle famiglie. «È ormai evidente come bambini e adolescenti siano i protagonisti assoluti dell’accelerazione tecnologica che sta investendo la nostra società, sempre in prima linea nella scoperta e nella fruizione delle nuove tecnologie, tanto da far parlare di “generazione tecnologica”», si legge nel rapporto Telefono Azzurro-Eurispes. «I dati degli identikit del bambino e dell’adolescente e relativi all’utilizzo della televisione, di Internet, dei videotelefonini e dei videogiochi da parte dei più giovani, lo confermano: l’utilizzo di social network, blog, chat, giochi online, è divenuta un’attività cui vengono dedicate molte ore della giornata, da parte di soggetti sempre più giovani». Tra gli adolescenti, ad esempio, si è registrato un crescente aumento nella percentuale di chi utilizza Internet per scambiarsi messaggi di posta elettronica (nel 2002 erano il 46,4% nel 2002, 52,6% nel 2006 fino al 58,3% nel 2009) e per chattare (39,5% nel 2002, 48,9% nel 2006 e 79,9% nel 2009), attività quest’ultima per la quale si registra un vero boom (+40,4%).
Quando si parla di nuove tecnologie il binomio potenzialità-rischio esprime in modo essenziale, ma esaustivo, la complessità della tematica che si affronta: se da una parte le nuove tecnologie costituiscono una risorsa in senso sociale e di comunicazione, al contempo contengono una molteplicità di insidie e pericoli, in continuo mutamento. Tra i rischi, le maggiori minacce sono rappresentate dal grooming (cioè l’adescamento online di minori), dal cyber-bullismo e dalla diffusione di contenuti dannosi, razzisti, o comunque non adatti ai più giovani.
La vera sfida, nei prossimi anni, sarà dunque quella di aiutare i genitori a conoscere queste tecnologie, superando il gap generazionale nelle conoscenze, stimolandoli ad accompagnare i più giovani nella scoperta – o nella riscoperta critica – di cellulari, Internet e videogiochi. Guardando al futuro, è necessario definire standard che possano essere adottati da chi sviluppa e implementa la rete, ad integrazione delle attuali modalità di segnalazione dei contenuti illeciti/illegali presenti in Internet e nei media, possibili anche attraverso il Servizio 114 Emergenza Infanzia e la hotline gestita da Telefono Azzurro.
In occasione del convegno, Telefono Azzurro lancia anche un appello in 6 punti al Governo e al Parlamento chiedendo di:
- approvare un Piano nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza
- promuovere politiche sociali esplicitamente dirette al sostegno della famiglia, secondo un’ottica non più assistenziale, riparatoria e sostitutiva, ma promozionale e preventiva
- proteggere i bambini da violenze e abusi, ratificando la Convenzione di Lanzarote
- garantire la piena attuazione dei diritti dei bambini stranieri e nomadi nel nostro Paese
- implementare i sistemi integrati e coordinati di risposta, che condolgano istituzioni, terzo settore, aziende
- dare reale applicazione al diritto dell’ascolto del bambino e dell’adolescente
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