Welfare

La settimana inglese

di Flaviano Zandonai

News dall’Inghilterra, per iniziare la settimana con qualche buono stimolo.

1) La Big Society non è più solo un fatto nazionale ma anche un prodotto da esportazione (vendendolo naturalmente!). Ce lo conferma il crescente interesse a livello nazionale: l’ultimo evento in ordine di tempo è il seminario organizzato il prossimo 13 maggio dal think tank Vision a Roma con la presenza del Ministro Sacconi. Non me ne vogliamo gli organizzatori romani ma negli stessi giorni in Inghilterra c’è una cosa ancor più interessante. Un altro think thank – Respublica – organizza un evento tra il seminariale e il formativo dedicato alla Big Society e l’Europa. Alla modica cifra di 995 sterline ricercatori, policy maker e soprattutto imprenditori sociali sociali potranno conoscere alcune concrete applicazioni del tema (che non fanno mai male), tra le quali il trasferimento di asset immobiliari alle comunità locali. Mi mangio le mani fino ai gomiti pensando all’occasione persa di intervistare Philip Blond – gran capo di ResPublica – passato per Milano qualche tempo fa per partecipare a Geco, le giornate della cooperazione.

2) L’impresa sociale made in Uk non è solo startup e non è solo non profit. Può essere il risultato di trasformazioni interne alla Pubblica Amministrazione e imprese for profit. Tanto che alle parole del Ministro della Sanità che al recente Voice11 aveva promesso 50 impresa sociali nate da trasfromazioni interne al servizio sanitario nazionale, sono seguiti i fatti. Social Enterprise London e Nesta (altro importante think tank) hanno dato vita a un “Transition Institute” per promuovere nuovi modelli di servizio pubblico e sostenere strutture generative di valore sociale. Sono all’inizio ma vale la pena di seguirli.

3) Infine una bella case history. Making Local Food è un programma quinquennale sostenuto con i proventi della lotteria nazionale per sostenere persone e comunità che vogliono riapproriarsi della filiera alimentare. Fornisce consulenza per costruire organizzazioni cooperative e di impresa sociale che gestiscono micro produzioni agricole a chilometro zero e, insieme, progetti di sviluppo comunitario. Niente di nuovo si dirà, però in queste iniziative c’è una visione prospettica e una capacità di comunicazione che fanno un pò invidia guardando al panorama iperframmentato di casa nostra.


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