Volontariato

La seconda tappa? I laboratori sociali

Aldo Bonomi spiega il senso di questa ricerca. E anticipa: "Ogni modello economico deve generare un modello sociale. Lo racconteremo".

di Redazione

Ad Aldo Bonomi il manifesto elettorale con cui l?Ulivo ha aperto la campagna elettorale non è piaciuto per niente. “Ce la fai ad arrivare a fine mese?”, recita lo slogan sui cartelloni che campeggiano nelle nostre città. Che cosa c?è che non va? “Non viene detta un?idea di futuro e si fotografa il Paese in modo fatalistico”. Vita: E invece? Aldo Bonomi: Invece il problema dell?Italia di oggi non è la povertà ma l?assenza di quei corpi intermedi che mediano le domande di quello che io chiamo secondo popolo. Nell?Italia di oggi non c?è più una rappresentanza dei soggetti sociali. E quando dico soggetti sociali, parlo molto più semplicemente del quotidiano. Vita: E un sociologo davanti a questo vuoto che cosa può fare? Bonomi: Innanzitutto può evitare di fare la Cassandra, che è un compito spiccio e redditizio a livello di immagine. Poi può raccontare quello che oggi è restato senza racconto. In Italia il sociale vive di periodiche spettacolarizzazioni ma non di continuità di racconto. Questo vale anche per i movimenti che rappresentano fasi acute di spettacolarizzazione. Ma questo viaggio in cui ho raccontato i luoghi della speranza dal punto di vista economico è solo la prima tappa di questo viaggio. Vita: E la prossima tappa quale sarà? Bonomi: Sin qui abbiamo gettato luce sui luoghi della speranza dal punto di vista economico. è l?Italia che si è consolidata in nuove geocomunità capaci di reggere alle sfide della globalizzazione. Adesso bisogna tornare su quei luoghi per verificare come stanno reinventando la welfare community. Il nesso tra l?economico e il sociale è cruciale. Il primo può crescere solo se sa fornire risposte innovative sul secondo. Vita: E come si struttura questa welfare community? Bonomi: E’ quel che andrà verificato. Per gli elementi che ho a disposizione posso dire che si giocherà nel rapporto tra fondazioni, Terzo settore ed enti pubblici. Ci sono soggetti già in prima fila come la Compagnia delle Opere o il Consorzio Gino Mattarelli, che sono pronti a rispondere alla necessaria esternalizzazione dei servizi. è un viaggio nel laboratorio italiano, perché ogni modello economico ha un suo modello sociale, cioè produce nuovi modelli di coesione sociale. Si tratta di andare a scovarli e e di esplorarli.

Aldo Bonomi


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