Non esiste una ricetta magica per risolvere i problemi della scuola, ma
esiste una risorsa importante da metttere in campo: l'individualità di ogni studente, chiamato a “giocarsela” e ad aiutare anche il ministero a cambiare il sistema. Ne è convinto Alessandro Fusacchia, giovane (36 anni) capo Gabinetto del ministero dell'Istruzione, intervenuto questa mattina al
workshop internazionale sull'Innovazione Sociale promosso da Cometa. A tema c'è il cambiamento della scuola, sempre al centro della discussione politica e dei pensieri del governo, soprattutto dopo il lancio del documento La Buona Scuola. Una mossa che ha rimesso al centro l'iniziativa personale e dei singoli istituti, contro il centralismo statalista, che in effetti non piace nemmeno a Fusacchia.
“Dobbiamo uscire dall'idea che qualche superministero o supertecnico sforni la ricetta magica”, ha esordito, “ma è anche vero che ci vuole una prospettiva, una direzione verso cui andare. Dobbiamo confrontarci con l'Europa e con il mondo, tornare a essere innovativi e competitivi, e ripartire tutti insieme”.
Per Fusacchia “ministero deve essere meno centralista”, e promuovere la fiducia nei territori e quindi l'autonomia scolastica: “Dobbiamo fidarci di voi, dei modelli come questo di Cometa che vengono dal basso e mettono in relazione la scuola e il mondo del lavoro, anche se ovviamente il ruolo del governo è quello di garantire uniformità e pari opportunità per ogni studente. Però non esiste che il ministero decide cosa si studia dalle 9 alle 10 in tutte le scuole, questo è un modello vecchio che non funziona più”. Sollecitato dalle domande dei giovani in sala (alcuni che frequentano il professionale della Oliver Twist di Cometa, altri dei licei del Leone XIII di Milano), Fusacchia ha poi rivolto un invito anche agli studenti: “So benissimo che nella realtà di oggi i giovani spesso sono più attirati da quello che si muove fuori dalle aule che dentro, ma vi invito a non aspettare che i cambiamenti arrivino dall'alto: alzatevi, tocca a voi. Dovete dimostrare ai grandi che avete fame, fame di mondo e di vita, ve la dovete giocare”.
Rispondendo infine a una domanda sulla cosiddetta “fuga di cervelli”, il capo Gabinetto dell'Istruzione ha sottolineato che “innovare a scuola è fondamentale” altrimenti non si riuscirà a fermare il fenomeno della “fuga di massa, non solo di cervelli” che sta interessando un'intera generazione di giovani italiani. “Il nostro paese deve tornare a essere attraente”, ha concluso, “non perché non sia giusto partire, anzi, se un giovane veed un'opportunità all'estero la deve cogliere. Ma perché sia possibile tornare. Ai ragazzi dico: andate a formarvi in Europa e nel resto del mondo, ma poi tornate e mettete a frutto qui quello che avete imparato. Sta a noi creare le condizioni perché questo accada”.
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