Formazione
La scuola corre!
La Buona scuola, prima di essere un piano del Governo sono esperienze disseminate in tutto il Paese. La frontiera dell'innovazione sociale oggi è sempre più dentro le 368mila aule italiane. Ecco in anteprima l'editoriale del numero di Vita in edicola da venerdì la cui cover story è dedicata proprio alla Buona scuola
Sembrava impossibile sino a un anno fa pensare che la frontiera dell’innovazione sociale diventasse la scuola. Sì, proprio dentro e intorno alla struttura più centralista e burocratica di uno Stato già elefantiaco. L’innovazione sociale oggi nasce proprio lì in quegli edifici in grande parte un po’ fatiscenti (il 20% dice Cittadinanzattiva) o lesionati, lì dove si è dovuto attendere 18 anni per avere un’anagrafe nazionale degli edifici.
Ma se ci pensate bene non poteva che essere così per almeno due ragioni. La prima è che la scuola è rimasta, sia pur dentro tutte le fatiche, uno spazio sociale in cui le relazioni interpersonali sono protagoniste assolute, un luogo senza l’invadenza della tv e degli schermi al plasma, un luogo abbastanza protetto dalle logiche pervasive del marketing e in cui adulti e ragazzi convivono e si parlano in un percorso affascinante come quello della conoscenza, un luogo dove si dialoga tra diversi, uno spazio in cui l’essere insieme è percepito spesso come un bene invece che come un fastidio.
La scuola è uno spazio di vita non ancora colonizzato, in qualche modo nudo, scrive in questo numero Affinati, ed è proprio così, per ora. Pensate a che ricchezza umana e sociale sono quei 7.881.000 alunni (di cui 210.909 alunni con disabilità) che questo mese sono entrati nelle aule (368mila) stando di fronte a 721mila insegnanti e maestre. La società quando è al lavoro produce sempre cambiamenti, adattamenti, attraverso gli incontri o i conflitti ma sempre dentro una relazione, anche tra generazioni.
La seconda ragione è sicuramente il fatto che ci si sta rendendo conto, in quest’epoca di scarsità di risorse, di come le 41.383 sedi scolastiche disseminate nel nostro Paese siano la più grande infrastruttura sociale e territoriale di cui ricominciare a prendersi cura, ristrutturando, riadattando gli spazi, riverniciando i muri e aprendo le porta ai quartieri e alla città, alle sue istituzioni, alle associazioni e alle imprese del territorio. Da quando Vita con il Miur ha lanciato il manifesto delle Scuole Aperte lo scorso 16 giugno, in redazione continuano ad arrivare racconti di esperienze bellissime in cui gli spazi si riorganizzano insieme alle attività didattiche, come quelle dell’Istituto Pacioli di Crema, dell’Istituto Virgilio 4 di Napoli, del Liceo Scientifico Lussana di Bergamo o dell’Istituto Comprensivo Bruno da Osimo ad Ancona e le tante altre che troverete raccontate nel servizio
di copertina.
La Buona scuola (così si intitola il piano che il Governo ha sottoposto alla discussione dei cittadini sulla riforma) esiste dunque già, è già iniziata con nuovi modelli che non dipendono più dagli input dei ministeri o di qualche supertecnico, ma che nascono esattamente sul terreno della sperimentazione e dell’innovazione. Penso al Liceo del lavoro, o alla possibilità di sperimentare social impact bond per la cuola, alle già citate scuole aperte o all’adozione di monumenti da parte degli istituti scolastici.
Per fare la Buona scuola non basta un Governo, ci vuole un Paese intero, è scritto così nel documento del Governo. È vero. È molto importante che il Governo sia partito proprio dalla scuola e dall’educazione con un’insistenza che non concede respiro perché è lì che si vince o si perde, ma è altrettanto importante che guardi alle sperimentazioni e ai modelli, spesso eccellenti, nate in questi anni.
Nell'immagine di copertina un'illustrazione di Lauren Rolwing, che ha curato anche la copertina del numero
Nell'inchiesta sulla Buona scuola troverete:
- Daremo stabilità chiediamo dinamismo – Giuseppe Frangi Intervista il ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini
- Dispersione, la Buona scuola non è così buona – di Daniele Biella
- L'alleanza tra scuole e monumenti – di Lorenzo Maria Alvaro
- Sostegno, la rivoluzione di Trento – intervista a Dario Ianes
- Così funziona la scuola aperta più aperta d'Italia – di Gabriella Meroni
- Eraldo Affinati: la scuola ti regala la vita – di Giuseppe Frangi
Inoltre sul numero di Vita di ottobre troverete anche:
- Vi spiego perchè la chiesa di Bergoglio punta sul non profit – di Stefano Arduini
- Chi pensava che senza MArcos lo zapatismo sarebbe finito, legga queste pagine – di Emanuela Borzacchiello
- Io so dove vuole arrivare quest'uomo – Marco Dotti intervista Vittorio Strada su Vladimir Putin
- L'abitare cambia casa – di Stefano Arduini
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