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La scuola antibullismo che farà scuola
In pochi mesi il fenomeno è scomparso. Il preside: «Ci siamo affidati ai ragazzi e abbiamo vinto la scommessa». Una strada che presto seguiranno...
Benvenuti nella prima scuola antibullismo d?Italia. Montesilvano, provincia di Pescara. All?Istituto tecnico commerciale Alessandrini non sono mai entrati superpsicologi o esperti d?alto rango. È bastato dare fiducia agli studenti.
«In pochi mesi abbiamo sconfitto il bullismo», è soddisfatta la 18enne Cristina Di Napoli. E dire che qui dentro i soprusi erano all?ordine del giorno: schiaffi e derisioni al ragazzo disabile che non voleva consegnare il proprio cellulare ai compagni, palline imbevute di saliva lanciate senza tregua alla secchiona della classe e così via. «Era una situazione terribile, ma ora è acqua passata», spiega Cristina, membro di una vera e propria task force di 25 studenti che ha sconfitto i bulli. Come? Con un progetto inedito, ideato dai ragazzi stessi e partito lo scorso settembre.«Ogni pomeriggio ci troviamo per decidere quali sono i casi che meritano attenzione, e la mattina dopo interveniamo», spiegano i ragazzi. Il segreto è il peer to peer, il comunicare tra pari. Senza adulti nei dintorni. «Nelle classi apriamo discussioni in cui tutti sono invitati a intervenire, non solo la vittima e il prevaricatore», continua Cristina, «poco alla volta timidezza e paura scompaiono, e si va al nocciolo del problema». Così il numero di casi di violenze è crollato. «Qualcosa succede ancora, ma adesso sono i ragazzi stessi che ce lo segnalano, perché sanno dove trovare sostegno».
Anche grazie a un preside molto attento. «Ma questa volta siamo stati noi ad ascoltare loro», ammette Gianni Pagannone, da 18 anni alla guida dell?Alessandrini che oggi conta quasi un migliaio di alunni. «La loro capacità di denuncia», spiega, «è un esempio per noi adulti, abituati agli atteggiamenti repressivi». Quando c?è un problema legato al bullismo, le lezioni si fermano, anche per alcuni giorni. «Fino a quando si trova una soluzione», aggiunge Pagannone. «A febbraio, abbiamo tirato le prime somme», interviene Mariella Ficocelli, insegnante di Diritto e referente del progetto: «Il gruppo dei 25 ha presentato i risultati di un questionario rivolto agli alunni da cui è nata una discussione senza precedenti. Tutti volevano dire la loro». Come Luca Di Blasio, 15 anni, che ammette un passato da bullo, prima di fare dietrofront ed entrare nella task force. «Ho passato parte del primo anno sfottendo un compagno assieme ad altri», dice Luca. «Lui ci rimaneva molto male, era diventato più aggressivo e isolato», continua, «poi grazie al gruppo antibullismo ho aperto gli occhi, gli ho chiesto scusa e ho convinto i compagni a fare altrettanto».
Il successo dell?Alessandrini non rimarrà isolato. A portare il loro metodo in almeno 20 scuole d?Italia ci penserà Sos bullismo, un?associazione della provincia di Lecco. Il suo fondatore Marco Cappelletti, 25enne reduce da gravi angherie subìte alle superiori, ha saputo dell?esperienza e ha voluto conoscere di persona la task force. Con lui c?era la vicepresidente Erica Valsecchi: «L?istituto di Montesilvano è pioniere nella lotta al bullismo», spiega, «puntiamo a metterlo in rete con tutte le scuole in cui lavoriamo, già dal prossimo settembre».
Associazione Sos bullismo www.bullismo.com
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