Europee 2024
La sconfitta parallela di Meloni e Schlein: astensionismo mai così alto nella storia della Repubblica
Praticamente impossibile trovare esponenti politici disponibili a ragionare sull’ennesimo voltafaccia degli italiani rispetto all’espletamento del diritto di voto. A partire dalle leader dei due maggiori partiti italiani. Su questo fronte l’irresponsabilità è assoluta e trasversale
Quelle dell’8 e 9 giugno sono state le prime elezioni della storia della Repubblica in cui sono andati a votare meno del 50% degli aventi diritto. Per l’esattezza il 49,69%, nonostante la discesa in campo di molti leader di partito. In termini assoluti gli italiani che non hanno votato sono stati 24.510.595. Un dato inaudito.
Nota giustamente il politologo Giuseppe D’Alimonte che mentre il dato dell’affluenza media europea si attesterà più o meno sui livelli del 2019 (anno in cui si era registrata una forte inversione di tendenza rispetto ai cali delle tornate precedenti), mentre in Germania si è votato decisamente di più e in Francia un po’ di più, l’Italia ancora una volta pare in controtendenza, come del resto nel 2019, quando già aveva votato solo il 54,5% degli aventi diritto. Non solo: il calo italiano sarebbe stato ancora maggiore se non si fosse andati alle urne in 3mila comuni (coinvolti 17 milioni di elettori). Secondo le stime di YouTrend, infatti in media nei comuni dove si votava solo per le europee l’affluenza è stata del 42,2%, mentre dove si votava sia per le europee sia per le amministrative è stata del 62,8%.
Di fronte a questa emergenza democratica specifica del nostro Paese oggi il dibattito pubblico è tutto piegato a individuare vincitori e sconfitti della tornata elettorale. Titola il Corriere della Sera: “Meloni vince, Macron crolla”. La Repubblica: “Ue, destra a valanga”. La Stampa: “Vincono Meloni e Le Pen”. E via discorrendo, come si evince dalla carrellata di prime pagine che riproduciamo qui sotto.
A partire dalle due leader è praticamente impossibile trovare esponenti politici disponibili a ragionare seriamente sull’ennesimo voltafaccia degli italiani rispetto all’espletamento del diritto di voto. Su questo fronte l’irresponsabilità è assoluta e trasversale. Come se la cosa in fondo non li riguardasse perché quello che conta non è la vicinanza all’elettorato che si dovrebbe rappresentare (con buona pace del mantra: “prima le persona”), ma la distanza percentuale rispetto ad alleati ed oppositori. È con quel metro che si misura un successo o un insuccesso. È grazie a quella distanza che si può continuare a battagliare sui social e (sempre meno) sui giornali.
Così, dentro questa bolla mediatico-politica, che i voti assoluti non contano quasi nulla. Risultato? Fratelli d’Italia festeggia con il suo abbondante 28% (superiore all’asticella del 26% posta… dalla stessa “Io sono Giorgia”) e il Partito democratico fa altrettanto con il suo prezioso 24% (superiore all’asticella del 20% posta…”dalla stessa Io sono Elly”). Insomma le due forze maggiori celebrano a braccetto “il ritorno del bipolarismo”. Dimenticando sempre in tandem che in termini assoluti Meloni non arriva al 14% e Schlein nemmeno al 12%.
«Non dico come voto. Non voglio rovinarmi la sorpresa». L’aforisma di Altan descrive velenosamente e pericolosamente lo stato di salute della nostra democrazia. Una democrazia dove gli spazi di partecipazione (servizio civile, amministrazione condivisa, centri di aggregazione giovanile, associazioni di promozione sociale, promozione dei civismo e del volontariato…) sono sempre più invisibili a politici sempre più soli a guardare il loro ombelico. Ma mentre fanno e rifanno i conteggi intossicati dalle percentuali decidono sul nostro futuro e su quello dei nostri figli.
Prima che sia troppo tardi, prima di accorgerci dolorosamente del decadimento qualitativo della nostra e delle nostre democrazie e della loro capacità di produrre buone politiche di cui abbiamo già tanti e preoccupanti segnali a livello nazionale e internazionale, è indispensabile rinnovare e rilanciare gli enti del Terzo settore e della cittadinanza attiva in una prospettiva radicalmente politica. La politica, questa politica, non lo farà. Tocca farlo da soli.
Foto La Presse: Giorgia Meloni e Elly Schlein ritratte senza vestiti e incinte nel nuovo murales di aleXsandro Palombo in Piazza San Babila a Milano.
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