Persone
La scomparsa di Bonacina sui giornali
Tra le tante le testate online e cartacee che danno notizia si possono leggere i ricordi di alcuni amici: Lucio Brunelli su Vatican News, Giuseppe Frangi su Il Sussidiario e Angelo Moretti sulle pagine de Il riformista
Da ieri sui giornali, sottolinea Lucio Brunelli nel suo articolo su Vatican News di “Riccardo Bonacina giornalista, conduttore televisivo e fondatore di Vita, il settimanale (poi trasformato in mensile) del mondo non profit, hanno già scritto in tanti, con serietà e stima sincera. Passione per la realtà, ironia, libertà di pensiero, erano i suoi tratti umani e professionali. Il segreto della sua umanità però era l’esperienza di fede che viveva con una purezza commovente e che aveva riscoperto ed abbracciato con entusiasmo negli anni giovanili”.
Il ricordo online e sulla carta stampata
Davvero tantissime le testate che hanno voluto ricordare con un trafiletto, una news o un articolo Riccardo Bonacina. “Maestro del giornalismo sociale” così sul sito della Tgr Lombardia, “protagonista del giornalismo sociale” per Il Sole 24Ore che ricorda l’ultimo articolo su Borgna pubblicato la scorsa settimana.
Scrive del fondatore di VITA come del “pioniere del giornalismo sociale” Il fatto quotidiano, mentre per Repubblica (nelle pagine di Milano) è il “giornalista dell’impegno sociale”. Sul quotidiano di via Solferino Elisabetta Soglio firma l’articolo “Terzo settore, addio a Bonacina Idee e passione”.
Non poteva mancare il ricordo sulle testate locali lecchesi Lecco Notizie e Lecco online. Mentre alla penna di Massimo Calvi è affidato il ricordo sulle pagine di Avvenire sia online sia sul quotidiano di giovedì 12 dicembre.
Le vacanze insieme
Brunelli e Bonacina si conobbero al settimanale Il Sabato ma, avverte Brunelli «non eravamo solo colleghi. D’estate andavamo ogni anno in vacanza insieme». Momenti in cui «Si scherzava, si camminava in montagna, si pregava insieme. La giornata iniziava con la recita delle lodi. Noi, laici, mai un prete alle nostre vacanze. Amici veri, con le mogli e i bambini, numerosi, che s’aggiungevano man mano al gruppo. Non ci siamo mai persi. Come fai a perdere qualcosa di così vero e bello?».
Gli ultimi ricordi: «Giovedì scorso gli ho inviato un vecchio filmino ritrovato a casa mia, ricordo di una vacanza comune in montagna, all’inizio degli anni Duemila. Ero riuscito a trasformarlo in un file digitale. Mi ringraziò, emozionato: “che regalo!”, scrisse subito. Replicai che il vero regalo per la mia vita era stata l’amicizia sua e degli altri della Fraternità. Lui commentò: “Siamo regalo gli uni agli altri”. Proprio così. Grazie Ric».
Tra giornalismo e teatro
Ed è il ricordo di un amico quello che lascia sulle pagine de Il Sussidiario Giuseppe Frangi che scrive: «Quanta vita nella vita di Riccardo. Senza far retorica, se c’è una cosa che ha contrassegnato l’avventura umana di Riccardo Bonacina, morto ieri all’età di 70 anni, è stata proprio la sua apertura incondizionata alla vita, al punto di aver dato questo nome al giornale e all’avventura editoriale, un’avventura davvero unica, che ha fondato nel 1994 e guidato fino a poco tempo fa».
Frangi sottolinea il legame tra giornalismo e teatro. «Riccardo: veniva dal teatro, credeva nel teatro come luogo in cui l’umano trovava piena e libera rappresentazione. Luogo necessario alla vita, per stare sempre a quella parola chiave. Il teatro è anche il luogo del coraggio, dove ci si mette in gioco, con la parola e anche con il corpo». E più avanti «Un giornalismo sulla pelle della realtà, nella convinzione che gli era stata trasmessa nell’amicizia con Giovanni Testori».
Tra comunicazione e azione
Angelo Moretti nel suo ricordo sulle pagine del Riformista “Addio a Riccardo Bonacina una VITA a raccontare e (agire)” definisce “inedito” il giornalismo di Bonacina.
«Nessuno di noi potrebbe dire con certezza dove finiva la sua professione di comunicatore e dove iniziativa la vita dell’attivista. In Bonacina erano perfettamente fuse la narrazione e l’impegno sociale, la ricerca delle fonti e la ricerca del bene, senza mai scadere nel racconto ideologico o nel bene fazioso». Per Moretti il contribuito di Bonacina al Movimento europeo di Azione nonviolenta – Mean è stato fondamentale «non sarebbe mai nato, senza il suo racconto costante e appassionato non sarebbe cresciuto».
Il giornalistmo sociale e molto di più
Maurizio Crippa, vicedirettore de Il Foglio e collaboratore storico di VITA, che definisce Bonacina “Figlio felice di Giussani e Testori”, coglie un punto sottolineando nel suo articolo la scommessa di libertà e di senso fatta da Bonacina nel fondare VITA che «in tanti hanno salutato come il “padre del giornalismo sociale”. Definizione giusta,, ma come sempre non è tutto», scrive Crippa, «per Riccardo contava molti di più delle formule la passione per la realtà come unico metodo di lavoro: “Vita senza articoli e senza aggettivi: l’indicazione della direzione scelta”, Libero di pensiero, intransigente e con un’infinita vulcanica dedizione al lavoro, ma allo stesso tempo ironico, sorridente come chi ha ricevuto molto….».
Nell’immagine in apertura alcune delle pagine
Si ricorda che i funerali di Riccardo Bonacina saranno celebrati venerdì 13 dicembre nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano alle ore 11
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.