Sostenibilità

La scommessa elettrica

Non sarà l’idrogeno la tecnologia del futuro per le nostre auto. Che saranno, invece, alimentate ad energia elettrica o ibride.

di Redazione

Il trasporto su gomma dipende oggi per il 95% dal petrolio. Nessun altro settore è così dipendente da una sola fonte di energia, con gravi ripercussioni sul clima e sull?ambiente. Lo dice il rapporto del WWF internazionale Plugged In: The End of the Oil Age («La fine dell?era del petrolio»), un report che preconizza lo sviluppo dell?auto elettrica come principale soluzione al problema. «Tutti dovremmo muoverci usando di più la bicicletta, andando a piedi, o prendendo l?autobus o il treno. Ma le auto resteranno inevitabilmente un mezzo di trasporto importante anche in futuro», afferma James Leape, direttore generale di WWF internazionale. Dunque, nell?ottica della mobilità urbana «auto elettriche e ibride, per un futuro più sostenibile e meno dipendente dal petrolio». Auto elettrica più che a idrogeno. «L?elettricità ricavata da fonti rinnovabili», si legge nel rapporto, «è tre volte più efficiente dell?idrogeno».

Il problema riguarda da vicino l?Italia, che in Europa ha il triste primato della maggiore quantità di veicoli per abitante (compresi motocicli e vetture commerciali). È seconda invece, battuta solo dal Lussemburgo, nella classifica delle nazioni con il numero più alto di autovetture circolanti in base alla popolazione residente. Su circa 58 milioni abitanti, abbiamo oltre 34 milioni di auto immatricolate. A livello mondiale solo gli Usa hanno un tasso di motorizzazione più elevato. Roma è in testa tra le città italiane per numero di auto ogni mille persone: 669 nel 2006 secondo l?Apat, l?Agenzia per la protezione dell?ambiente e i servizi tecnici. Seguono Catania, Cagliari, Modena e Brescia, che superano tutte le 600 unità. Che si tratti di persone o di merci, in Italia si viaggia principalmente su strada. Rispetto al 1990, nel 2006 il trasporto stradale privato è aumentato del 29% e costituisce l?81,2% della domanda di trasporto passeggeri. Solo le autovetture rappresentano il 75,3%.

Insomma, per gli italiani le quattro ruote sono decisamente il mezzo principale di spostamento. Non va meglio il trasporto merci, che – sempre secondo l?annuario dei dati ambientali dell?Apat – si sviluppa per la stragrande maggioranza su strada (69,6%) e sfrutta le vie del mare solo per il 16,1% e le ferrovie per il 9,9. Insomma, il nostro Paese continua a viaggiare in controtendenza rispetto agli obiettivi della sostenibilità ambientale. Ancora poco sviluppato il car sharing, l?auto ?in condivisione? (si compra l?uso effettivo del mezzo anziché il mezzo stesso, soluzione ideale per spostamenti brevi e frequenti): 10 i gestori, 18 città coinvolte (tutte da Roma in su tranne Palermo), 360 veicoli e appena 12.600 utenti (contro i 100mila della Germania) nonostante i vantaggi economici e ambientali e gli incentivi offerti dal ministero dell?Ambiente (800 euro per chi rottama la propria auto e passa al car sharing).

Una cura per l?Italia

Come operare per favorire un riequilibrio dei trasporti in Italia? Un tentativo di dare una serie di risposte concrete in tal senso viene dal gruppo di lavoro Movitalia, 20 esperti di trasporti e logistica di nove atenei italiani (tra cui Marco Ponti del Politecnico di Milano, Andrea Debernardi di Polinomia, Maria Rosa Vittadini dell?università di Venezia) coordinati dal WWF. In un documento appena inviato ai candidati premier delle elezioni politiche 2008 – nel quale si analizzano attraverso una serie di parametri le politiche in tema di trasporti delle diverse forze politiche – gli esperti di Movitalia individuano 50 azioni prioritarie per orientare le scelte nel settore dei trasporti, attraverso politiche innovative in campo tecnologico e tariffario: per disincentivare l?uso del mezzo privato su gomma, per ottimizzare le reti ferroviarie e stradali esistenti, ripensare il trasporto pubblico locale ad una scala metropolitana, riorganizzare la logistica in modo da migliorare i servizi ferroviari merci in connessione con i porti e quelli passeggeri, sviluppando soprattutto le medie percorrenze e i servizi regionali e suburbani.

Un capitolo a parte riguarda il trasporto aereo, per il quale si chiede di «superare i nodi dell?italianità, della posizione dominante e dell?ingerenza politica nella vicenda Alitalia» in un quadro di progressiva apertura ai mercati internazionali e liberalizzazione, regolata (da una Authority), del settore dei trasporti.

L’esperienza

Sostenibili anche in ufficio
Risparmiare energia mettendo in stand by il computer anche nelle piccole pause di lavoro, evitare l?utilizzo di bottiglie e bicchieri di plastica e gli sprechi nell?illuminazione, stampare fronte-retro e solo se necessario, raccolta dei rifiuti rigorosamente differenziata.

L?ufficio del WWF Italia ha intrapreso già dal 2007 un percorso di sostenibilità, con la messa in efficienza della sede nazionale e dell?Oasi di Orbetello. Le vignette di Federico Gemma sono state pensate proprio per accompagnare questo percorso all?interno dell?ufficio di via Po, accompagnate dallo slogan ghandiano «Sei tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo».

www.wwf.it


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