Salute
La scienza italiana in declino
Per la prima volta in trent'anni calano le pubblicazione scientifiche
di Redazione
La scienza italiana ha iniziato il suo declino. Lo sanciscono i numeri, messi in fila e analizzati da uno studio appena pubblicato su Research Policy. Nel 2009 (ultimo dato disponibile), le pubblicazioni italiane su riviste scientifiche è stato di poco superiore a 40mila, ben dodicimila pubblicazioni in meno dell’anno precedente. Così, nel 2009, si è bruciata la crescita fatta in cinque anni, tornando ai numeri del 2003 (39.728 pubblicazioni).
La ricerca è firmata da Cinzia Daraio e Henk Moed, docente di economia e organizzazione aziendale all’Università di Bologna la prima e esperto bibliometrico olandese il secondo (cioè uno statistico che studia le pubblicazioni scientifiche). Il paper analizza la produzione scientifica italiana tra il 1980 e il 2009, comparandola anche con i maggiori paesi europei. Lo studio dimostra che nonostante la scarsità dei finanziamenti alla ricerca, fino al 2007 la scienza italiana è stata capace di crescere e di aumentare le proprie performance: i due ricercatori la definiscono «una cattedrale nel deserto». Proprio del 2008 è il record delle pubblicazioni italiane: 52.496 articoli italiani resi pubblici nel mondo, contro i 9.721 del 1980.
Poi è cominciato il «declino» (testuale). A dirlo non è solo il calo numerico delle pubblicazioni, ma anche l’essere rimasti indietro nelle collaborazioni scientifiche internazionali (cosa strettamente collegata con l’essere citati da altre pubblicazioni) e la notevole eterogeneità della produttività dei ricercatori (cioè non c’è correlazione tra il numero dei riceratori e la qualità e quantità della produzione scientifica).
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