La schiavitù esiste. Stampa, Aziende, Politica e Testimonial sfruttano i Vulnerabili per le piantagioni mediatiche!
Ho guardato “12 anni schiavo”.
Il magnifico film di Steve McQueen, tratto dal libro autobiografico di Solomon Northup, narra l’odissea di un uomo libero, rapito nel 1841 a New York e costretto a vivere come schiavo in Louisiana per 12 anni. Tutta colpa delle leggi che regnavano negli Stati americani e che disciplinavano la schiavitù in maniera differente. Ed è stato proprio quel sottile riferimento alle “Leggi” (che in una scena finale del film scatena il duello dialettico tra l’abolizionista canadese e lo schiavista) che mi ha fatta vacillare.
Sì. Ho vacillato.
E sapete perché?
Perché la schiavitù non è finita, non è illegale e non vive solo nelle storie di luoghi e periodi lontani.
La schiavitù è un istituto ben radicato e alimentato, proprio qui, nel nostro Paese, giorno dopo giorno.
Ha solo cambiato vestito, non l’obiettivo.
Le catene sono invisibili, la frusta e la tortura sono state sostituite da telecamere e penne stilografiche, al posto delle piantagioni ci sono piazze, giornali, trasmissioni televisive, eventi che devono essere “coltivati” e resi “floridi”.
Lo scopo è fare soldi per conservare e ingrassare il potere di pochi, come sempre.
Ecco quindi schiavisti senza macchia e piantagioni virtuali nelle quali lavorano uomini (i vulnerabili) senza più nome, libertà e dignità!
Già, perché gli schiavi sono quei milioni di uomini una volta “liberi” (sani, autonomi) ai quali, ad un certo punto, è stato tolto tutto (a causa della malattia, della povertà, della discriminazione o della violenza). Eccoli quindi tutti in fila; i bambini e ragazzi orfani e abbandonati, i maltrattati, i malati terminali, i diversamente abili, i poveri, i senzatetto, le donne vittime di violenza, gli anziani soli, gli immigrati e tutti quelli lasciati in un angolo, con una coperta sul volto perché non diano fastidio, non turbino la spensieratezza.
Accade poi, ogni tanto, che questi milioni di SCHIAVI vengano comprati daAziende, Giornalisti, TV, Testimonial e Politici e siano costretti a lavorare nella grande piantagione del mondo mediatico. Gli intermediari dell’acquisto siamo purtroppo noi, i lavoranti del Non Profit.
“Voi vulnerabili esistete solo quando lo decidiamo noi perché siete di nostra proprietà. Il nome ve lo diamo noi, così come l’identità, la dignità e la voce. Diritti non ne avete a meno che non si decida di darveli.“. Questo è il legittimo e inalienabile diritto di proprietà dei nuovi SCHIAVISTI, vergato nel Preambolo della Legge vigente.
Esagero? Non credo.
I giornalisti decidono quando raccontare i drammi, i bisogni, le necessità e le storie dei vulnerabili. Decidono se dare spazio a un’emergenza o a una tragedia.
Gli autori televisivi decidono quando e se mostrare i loro volti, nei vacui salotti venduti alla politica o alle sciocchezze.
I testimonial scelgono quando e se permettere agli schiavi di divenire “interessanti”, regalando il loro tempo prezioso, o magari un viaggio, una foto, un video.
Le aziende impongono quando, e se, farli sopravvivere, scegliendo di pagare “qualcuno che se ne occupi senza fare tanto rumore!”
La politica? Beh la politica ha promulgato la Legge e gode di tutti i benefici.
Nessuno di loro li libera, ricordiamocelo. Li comprano solo per sfruttarli.
E quindi ora mi rivolgo a coloro che hanno in mano la frusta e la vita dei Vulnerabili chiedendo quali diritti vantino.
Se c’è ora una legge che Vi permette di scrivere, parlare, seguire, finanziare liberamente ciò che produce solo denaro, audience, potere di pochi, cosa accadrebbe se questa legge cambiasse?
Cosa Vi accadrebbe se il mondo si capovolgesse e il potere fosse dei Vulnerabili?
Ci avete mai pensato?
Ciò che è vero e giusto deve essere vero e giusto per tutti e io non vedo nulla di giusto e morale in ciò che viene fatto. C’è una malattia in questo Paese e arriverà il Giorno del Giudizio.
Un’abolizionista del Non Profit
“Tutti gli uomini sono stati creati uguali, essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà, la Dignità e la Ricerca della Felicità”. (2014 Dichiarazione di Indipendenza Non Profit).
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