Non profit

La scelta rock di Celentano mette in crisi i sindaci

di Sara De Carli

Saranno pure «i magnifici sette», come li ha chiamati Celentano, ma quella che il Molleggiato ha assegnato loro è una di quelle imprese sotto cui si può anche soccombere. Soprattutto in un periodo di crisi economica come questo.
Il 31 gennaio il direttore artistico del Festival di Sanremo, Gianmarco Mazzi, ha annunciato che «Celentano distribuirà tutto il suo compenso in beneficenza». Si tratta di una cifra legata al numero di serate, fra i 350 e i 750mila euro: andranno ad Emergency (il cantante sosterrà uno o due ospedali, con 100mila euro l’uno) e ? novità ? «a una ventina di famiglie bisognose», che riceveranno ciascuna un assegno da 20mila euro. Le famiglie in questione, ha detto Mazzi, «saranno indicate dai sindaci di Milano, Roma, Firenze, Napoli, Verona, Cagliari e Bari». I sindaci ? Renzi, Pisapia e Tosi in testa ? si sono precipitati a ringraziare. Pisapia ha fatto sapere che «non sarà difficile trovare delle famiglie numerose che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese», mentre Alemanno si è spinto a indicare già il profilo di «una famiglia con otto figli». Ma il giorno dopo è stato chiaro a tutti che, per quanto rock, quello imposto da Celentano è un ballo sul precipizio, con il rischio di sacrificare l’equità sull’altare di quello che Gianluca Nicoletti ha già definito «il casting della povertà».
La prima a sfilarsi è stata Stefania Saccardi, assessore al Welfare del Comune di Firenze, che ha bocciato la richiesta di Celentano: «Un meccanismo perverso e discriminante, che genera una guerra fra poveri». Commento poi sfumato in un «stiamo lavorando per individuare i nominativi, ma la mia idea è di proporre anche un paio di associazioni che svolgono attività in favore delle famiglie in difficoltà».
«Non ci sarà nessuna scelta drammatica da fare e non faremo alcuna “lotteria” tra i poveri», chiarisce invece Michele Emiliano, sindaco di Bari. «Ho parlato personalmente con la signora Mori e abbiamo convenuto che la cosa migliore è incanalare questo contributo nelle attività dell’assessorato ai Servizi sociali, che già lavora con decine di famiglie in situazioni di eccezionale gravità, dando loro dei contributi straordinari». Famiglie con situazioni così complesse da richiedere un intervento straordinario del Comune, spiega Emiliano, «per cui comunque già esiste un protocollo che stabilisce priorità e urgenze». A Bari, per destinare i soldi del Molleggiato faranno riferimento proprio a quel protocollo, «prendendo il primo fascicolo», per cui in realtà è come se il cantante «aiutasse un po’ tutto il Comune. Di certo la famiglia in questione non saprà mai di essere “la famiglia di Celentano”», conclude netto Emiliano.
Da Cagliari Massimo Zedda, giovane sindaco Sel, ringrazia Adriano Celentano, «ma chiaramente non potrà essere una scelta discrezionale del sindaco, visto che sono centinaia le persone che si presentano ai nostri servizi sociali. Metteremo dunque le risorse su un programma già esistente presso l’assessorato ai Servizi sociali, sul capitolo di spesa delle famiglie in difficoltà, oppure sempre con l’assessorato potremmo decidere di dar vita a un progetto ex novo».
Netta invece la scelta di Napoli: «Abbiamo già messo in moto i servizi per individuare la famiglia da segnalare a Celentano, stiamo valutando tra le tante che hanno bisogno, con i criteri con cui lavoriamo abitualmente», dice Sergio D’Angelo, assessore alle Politiche sociali della giunta De Magistris. «Non siamo abituati alla spettacolarizzazione della povertà, ma abbiamo ritenuto di dover accogliere la richiesta. Certo stilare una “graduatoria” dei poveri è complesso, non è come fare la classifica dei più ricchi, ma queste sono le condizioni poste dallo staff di Celentano, che non ha accettato né l’ipotesi di un progetto né quella di frazionare il contributo. Checché se ne dica, alla fine un nome e cognome bisognerà scriverlo nero su bianco».


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