Sostenibilità
La Sardegna punta all’autonomia energetica
L'obiettivo verrebeb raggiunto sfruttando al massimo le potenzialità del carbone locale, utilizzando tecnologie avanzate e riducendo al minimo l'impatto ambientale.
La Sardegna potrebbe raggiungere l’autosufficienza energetica sfruttando al massimo le potenzialità del carbone locale, utilizzando tecnologie avanzate e riducendo al minimo l’impatto ambientale. E’ quanto contenuto in uno studio di fattibilita’ della Sotacarbo, societa’ mista Stato Regione, che ipotizza un investimento di 1.248 milioni di euro per la costruzione di una centrale termoelettrica nell’area di Portoscuso, nella costa sudorientale dell’isola. Si tratta di un’area industriale dove opera il polo energivoro della lavorazione di piombo e zinco il cui fabbisogno rappresenta il 30% di quello regionale. L’impianto, da 640 Megawatt, permetterebbe di rilanciare l’attivita’ della Carbosulcis che dalla miniera di Nuraxi Figus estrae oltre un milione di tonnellate di carbone all’anno. La competitivita’ sembra garantita perche’ il costo di produzione di un chilowattora e’ stimato in 1,75 euro dal carbone contro i 3,28 dall’olio combustibile e i 4,60 dal gas naturale. Occorrera’ ora trovare gli imprenditori disposti a portare avanti il progetto che, comunque, dovra’ avere l’avallo della Giunta regionale che sara’ nominata tra pochi giorni dal neo-presidente Renato Soru.
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