Cultura
La Santa Crus di Cerveno, un’opera di popolo
È uscito il libro che documenta l’edizione 2024 della sacra rappresentazione. Un evento straordinario nato e organizzato dal basso, che si rinnova ogni dieci anni. Protagonisti e comparse sono tutti cervenesi

Sarebbe piaciuto tanto a Riccardo Bonacina questo libro: c’era anche lui il 26 maggio dello scorso anno quando si era tenuta, dopo 12 anni, la grande rappresentazione popolare della Santa Crus a Cerveno in Valle Camonica.
Ora le immagini di quella giornata e della replica notturna del 3 giugno sono state raccolte in un volume ricchissimo ed emozionante. Un volume che è come un film, pensato per rivivere ed immergersi in quella straordinaria Via Crucis, interpretata e partecipata da tutta una comunità. Riccardo ne aveva scritto anche sul numero di luglio/agosto di VITA dedicato ai “Borghi futuri”. L’aveva descritta come «un esempio di democrazia valligiana dalle radici lunghe», «opera di popolo e collettiva e per questo grande motore di coesione sociale».

La Santa Crus ha una storia antica. È un appuntamento che si rinnova ogni dieci anni e che nel 2022 aveva subito uno stop e un rinvio a causa della pandemia. L’appuntamento del 2024 era dunque attesissimo. La Santa Crus ha una natura del tutto particolare. Ha una natura partecipativa testimoniata dall’Associazione che ne custodisce il patrimonio, anche materiale, di memorie delle edizioni passate e un Comitato che invece si costituisce per organizzare le singole edizioni. Associazione e Comitato sono organismi liberi, alimentati dal basso, nei quali, per statuto le autorità, come sindaco e parroco, possono partecipare senza però avere diritto di voto. La leadership è tutta femminile: Daniela Bazzoni è presidente dell’Associazione, Lucci Bazzoni (nessuna parentela tra di loro) lo è del Comitato. Per di più nel 2024 era donna anche il sindaco di Cerveno, Marzia Romano, che aveva fortemente sostenuto la ripresa della manifestazione.
Tutto viene prodotto in casa per questa “passio” vivente: costumi, corazze, croci, accessori, allestimento con i fiori di carta, preparazione dei percorsi, accoglienza. Il libro in particolare documenta lo straordinario lavoro fatto per realizzare i costumi dell’edizione del 2024. È uno sfolgorio di colori, in particolare per i mantelli delle donne, ottenuti con processi di tintura naturale: si stagliano sul grigio delle pietre del paese o sul verde dei prati e del bosco mano a mano che si sale verso il Golgota. Protagonisti e comparse sono tutti cervenesi: molti di loro sono figli di una diaspora che ha portato a lavorare altrove, ma come ha scritto Daniela Bazzoni, «per chi nasce a Cerveno la Santa Crus è un seme che si porta dentro, che inspiegabilmente germoglia nel tempo, risiede nel proprio essere e si manifesta secondo la propria indole o predisposizione».

È un’adesione che prescinde dalla propria appartenenza religiosa e che può essere spiegata solo con questa natura fedelmente dal basso che caratterizza la sacra rappresentazione. Il libro è frutto di una straordinaria campagna fotografica coordinata da BAMSphoto di Basilio Rodella (che è anche editore del volume). Nello scorrere le immagini si resta colpiti dall’assoluta concentrazione sull’azione di tutti i partecipanti, che siano protagonisti o comparse: è sintomatico che non si sorprende mai nessuno guardare nell’obiettivo. Appuntamento al 2034.
Il tuo abbonamento ti dà accesso all’archivio digitale di VITA: se ne hai già uno, clicca qui per leggere Borghi futuri. Se vuoi abbonarti ora, clicca qui.
Le foto dell’articolo sono di BAMSphoto
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it