Sostenibilità

La sanità sta bene se è in rete

Giochi e numeri che non quadrano

di Sandro Calvani

“Quando c?è la salute?c?è tutto”, ci insegnavano i nostri nonni. Nella storia delle forme di saluto di ogni parte del mondo, quasi tutte le frasi affermatesi comunemente per salutare, fanno riferimento a una preoccupazione precipua per la salute. Tanto che la stessa categoria del salutarsi ha origine dal desiderio di scambiare salute o auspici di buona salute. E certo, chiunque è stato malato si è accorto sulla propria pelle come un virus qualunque oppure un tumore possano fermare i nostri piani di lavoro più e meglio di un sofisticato oppositore umano. Il grande analista contemporaneo della salute pubblica, Victor R. Fuchs ha osservato che «i grandi cambiamenti nella sanità sono atti politici intrapresi per motivi politici». Una delle più grandi consultazioni globali sulla sanità è stata la Conferenza di Alma Ata nel 1978 che lanciò lo slogan divenuto poi molto famoso, «Salute per tutti entro l?anno 2000». Le politiche di salute pubblica promosse ad Alma Ata mancarono l?obiettivo dell?anno 2000, ma riuscirono a costruire una coscienza globale dei diritti umani relativi alla salute di tutti e dell?ambiente. Nonostante il fatto che i princìpi fondamentali della costruzione della salute sono noti e accettati in ogni parte del mondo, rimane fortissimo il dibattito su chi sia il principale responsabile della salute di tutti. Perfino i più forti fautori della privatizzazione dei servizi di salute («La salute è mia e me ne curo io») riconoscono il ruolo e il dovere dello Stato di garantire le condizioni perché la salute sia accessibile a tutti. Un tempo faceva sorridere la battuta politichese «Piove, governo ladro» ma la scienza ha poi dimostrato che almeno il contrario «Non piove, governi ladri» è vero in molte parti del mondo: con i danni all?ambiente come la desertificazione, il surriscaldamento del pianeta, i rischi del tabacco, è cresciuta anche la coscienza che il governo sia responsabile delle condizioni che rendono la salute per tutti possibile. Dato che malattie e l?inquinamento non si fermano sui confini delle nazioni, è anche cresciuta la voglia di governo globale della salute, attraverso organi dell?Onu come l?Organizzazione mondiale della salute. Ma deve l?Oms decidere le politiche della salute o solo fornire gli strumenti di monitoraggio e di giudizio che permettano ai governi di governare la salute dei cittadini ? Il recente Rapporto 2004: Salute e globalizzazione dell?Osservatorio italiano sulla salute globale, aiuta a vederci chiaro. Le 268 pagine cominciano con le parole: «Nessun essere umano è un?isola», e finiscono con un?analisi delle reti umane di solidarietà per la salute.

Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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